
27/07/2025
Mia madre, quando tornava dal lavoro, non correva mai subito in cucina a grattugiare patate per fare le frittelle, né si metteva a inamidare i vestiti.
Si sdraiava per venti minuti a riposare… e solo dopo cominciava con le faccende di casa.
In più, combatteva ogni giorno con la mia testardaggine, cercando di convincermi che, dopo la scuola, era più utile giocare a “piano ma sicuro” piuttosto che impazzire con seni e coseni.
Mi faceva sempre l’esempio di una scena di un film famoso, dove Catalina, appena tornata dalla fabbrica, si sedeva prima sul divano a riposare. Così, com’era: con la tuta da lavoro e le scarpe ancora ai piedi.
Ma io, niente. Non mi convinceva.
Pensavo che riposare fosse da deboli.
Che chi ha grandi obiettivi debba lavorare 24 ore al giorno, senza mai fermarsi.
Ho un’amica che da dieci anni non si prende una vacanza.
In dieci anni non si è mai immersa nel Mar Nero, né nel Mar Rosso, né nel Mediterraneo.
Non è salita sul Pico de Orizaba né sul Teide.
Non ha mai camminato per le strade di Budapest, Cracovia o Guanajuato.
Non si è mai fermata a guardare i paesaggi sul fiume Grijalva o il Popocatépetl.
Dormiva cinque ore a notte e continuava a costruire la sua carriera con fede cieca, convinta che qualsiasi pausa l’avrebbe fatta retrocedere di anni.
Ma ora il suo corpo comincia a cedere:
ha perso la vista, ha i nervi a pezzi e il cuore batte in modo irregolare.
L’ho seguita per tanto tempo…
finché non ho imparato la legge della posizione neutra.
È semplice come il teorema di Pitagora:
Per ogni cambiamento nella vita, serve una pausa.
Una sosta. Un respiro. Un momento per asciugarsi il sudore, mangiare una lasagna e rimettersi il rossetto.
Controllare il livello di carburante nel tuo serbatoio energetico, per non ritrovarti in panne a metà strada.
Non puoi affrontare una curva stretta a tutta velocità.
Non puoi uscire da un bosco senza fermarti un attimo a capire dov’è il nord e dov’è il sud.
Nessuno può seguire sei lezioni di fila senza una pausa.
Le pause sono necessarie.
Prima di buttarsi in acqua o saltare in alto.
Prima di suonare l’ultimo accordo di Beethoven o raggiungere la nota più acuta in un bolero.
Prima di salire sul palco.
Prima di iniziare una relazione.
Prima di mentire… o di dire la verità.
Ci fermiamo a Natale e quando il semaforo è rosso.
Un pattinatore fa una pausa prima di un triplo salto.
Un giocatore di scacchi si ferma per pensare alla prossima mossa.
E se ignori le pause e continui a correre a 200 all’ora, la vita prima o poi ti costringerà a fermarti:
con influenze, malattie, incidenti, incendi o terremoti.
Tutto nella vita è ritmo: giorno-notte, inverno-estate, inspirare-espirare.
Perfino nelle feste si alternano canzoni veloci e lente.
Perfino in palestra le macchine vanno in manutenzione.
Quindi, quell’anima illuminata aveva ragione quando diceva che nella vita devono esistere momenti in cui non succede nulla:
solo sedersi a guardare il mondo…
mentre il mondo guarda te....
[Cit. Dal web]