Dott.ssa Roberta Di Bari Psicologa, esperta DSA

Dott.ssa Roberta Di Bari  Psicologa, esperta DSA Psicologa. Master Erickson di II livello in Disturbi Specifici dell'Apprendimento e difficoltà didattiche.

Mi occupo di valutazione, potenziamento e tutoraggio DSA, training cognitivi e supporto scolastico specialistico.

01/10/2024

Tuo figlio non ti sfida 🤺

Marco, nove mesi, si trova al ristorante con i genitori, seduto sul seggiolino al tavolo.
Ad un tratto afferra il cucchiaio davanti a lui e lo lascia cadere a terra, con un bel tonfo.
Il papà si china a raccoglierlo e lo ripone sul tavolo dicendogli: “Non ti**re il cucchiaio!”
Cosa fa quasi immediatamente Marco?
Afferra nuovamente il cucchiaio e lo tira verso il suolo, osservando il papà.
Marco sta forse sfidando i suoi genitori?

‼️ Fin dalla nascita i bambini sono impegnati giorno dopo giorno nel tentare di comprendere quanto prevedibile sia il mondo in cui vivono elaborando vere e proprie idee ed ipotesi:
“È così che questa cosa funziona?”
“Se il cucchiaio cade ancora, farà un suono diverso?”

Alcune volte siamo proprio noi adulti il centro dei loro “esperimenti”:
“Se lascio cadere il cucchiaio il mio papà reagirà diversamente?”
Il papà dice “Fermo Marco!” E il bambino pensa “Uao! Con questo gesto posso indurre una reazione nel mio papà!”

🍴 Lanciare posate dal seggiolino, svuotare l’intero contenuto di un cassetto, ba***re ripetutamente un oggetto… La maggior parte delle condotte dei bambini piccoli che facilmente tendiamo ad etichettare come “sfide” alla nostra ‘autorità’ non sono in realtà che comportamenti di scoperta, perfettamente motivati e sensati. 🤩
È possibile che tali condotte possano mettere particolarmente a dura prova la nostra pazienza, ma l’importante è cambiare il nostro sguardo ad esse: non capricci, non dispetti, non sfide, ma 🗣️forme di comunicazione, 📣 tanto dei propri bisogni di crescita quanto delle proprie difficoltà.
Sta a noi adulti comprenderlo e aiutare i più piccoli ad adottare condotte più consone ed efficaci.

08/05/2024

Sono pochi i genitori che amano i figli.
Sono molti i genitori che si preoccupano dei figli , che li fanno studiare, che li curano se si ammalano . Che fanno tutto e tutti i loro doveri.
Ce ne sono.
Però questo non vuol dire amare.
Amare è cercare di capire l’altro.
Amare è non dare per assodato che l’altro sia in un certo modo.
Amare un figlio vuol dire accettare che il figlio è diverso da noi, che la pensa in modo diverso da noi e che devo spendere delle energie per poterlo capire e il minimo che posso fare è chiederglielo. Il minimo che posso fare ancora è di consentirgli di contestarmi. Di dirmi ciò che secondo lui con noi non è andato bene.
E se riscontrate che ha ragione, e in genere una ragione ce l’ha se no non sarebbe così dispiaciuto e arrabbiato, potete chiedergli scusa .

G. Tupini
👶🏼 💖 🔂

27/01/2024

Se vogliamo fare didattica della memoria, occorre allargare lo sguardo e collocare la Shoah all'interno di un percorso, come il punto terminale di un tragitto di odio, di propaganda, di violenza incanalata, di politica razzista.
Un percorso che nello spazio e nel tempo è stato ben più ampio e ancor più devastante di quello che viene rappresentato solitamente.

🕎 M. Corradini
ebraista e scrittore

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=764523209047547&set=a.568407528659117&type=3⬇️ ⬇️ ⬇️ ⬇️
05/12/2023

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📸📖 Se tu sottolinei io non leggo: in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, Sapienza lancia un'iniziativa che intende informare studenti, docenti e, più in generale, tutti gli utenti delle biblioteche riguardo quanto sia importante e necessario non sottolineare i libri in un'ottica di accessibilità

La sottolineatura diventa una barriera visiva per persone con disabilità visive o DSA (tra le quali ipovedenti, non vedenti, dislessici ecc.), poiché non permette ai software di lettura automatica di funzionare correttamente

[L'iniziativa "Se sottolinei io non leggo" e il progetto di Terza missione verranno inoltre promossi domenica 10 dicembre alla Fiera nazionale della piccola e media editoria "Più libri, più liberi"

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01/12/2023

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Un mio caro amico, quando era giovane, ha vissuto un momento di grande difficoltà psichica ed è stato ricoverato presso un reparto di psichiatria.

Da allora, uno psichiatra ed uno psicoterapeuta lo aiutano a comba***re contro le voci che lo perseguitano, affollando la sua mente.

Pochi giorni fa, mentre eravamo a cena insieme, si è fatto improvvisamente tutto serio e mi ha chiesto: come pensi di aiutare le persone a guarire, se tu sei sempre stato sano?

La domanda è meno stramba di quanto potrebbe apparire superficialmente. È chiaro che un cardiologo, un fisiatra o un otorino, non curano esclusivamente le patologie delle quali soffrono loro stessi - o delle quali hanno sofferto. Ma è altrettanto chiaro che non si occupano della psiche umana.

Gli ho risposto che il disagio mentale non è una questione binaria, di tutto o di niente, di bianco o di nero, ma è, per lo più, uno “spettro dimensionale”.

Vuol dire che tutti, nella nostra vita, abbiamo sperimentato una forma di dipendenza da qualcuno o qualcosa di nocivo di cui proprio non riuscivamo a fare a meno, fossero anche “solo” i troppi caffè, l’ultimo bicchiere dopo l’ultimo o le si*****te.

Tutti, almeno una volta, siamo tornati sui nostri passi per essere “davvero sicuri” di aver chiuso il rubinetto del gas, la porta di casa o la macchina; tutti abbiamo avvertito la sensazione perturbante di vivere fuori dalla realtà, di non essere noi stessi, di esserci smarriti nel più profondo labirinto dei nostri pensieri.

Ma queste esperienze sono state lievi, passeggere o comunque non così forti da impedirci di “andare avanti”.

La salute mentale non è una faccenda di tutto o di niente, ma una questione di gradi, di intensità. Dove un terapeuta non arriva con l’esperienza diretta, supplisce con lo studio.

E con l’empatia.

Rabbia, Dolore, Paura… i demoni contro cui combattiamo sono sempre gli stessi, dalla notte dei tempi.

Ma nella nostra natura non c’è davvero nulla di così sbagliato, forte e malvagio, da non poter essere accolto, compreso ed infine curato.

Con dedizione, scienza ed amore

1.12.2023

Chi guarda fuori sogna.
Chi guarda dentro si sveglia.

25 novembre: giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. 👠
25/11/2023

25 novembre: giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. 👠

18/11/2023

Quando si parla di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole molti storcono il naso. Invece serve a questo!
Serve ad insegnare e a educare alle emozioni, al rispetto, al rapporto di libertà con gli altri.
Serve a distinguere l’amore dal possesso.
Serve ad evitare ancora un altro femminicidio, un’altra Giulia, un altro “lo sapevamo tutti”.

‼️
27/10/2023

‼️

Noi dislessici abbiamo un problema di automatizzazione. Vuol dire che io so fare le moltiplicazioni senza problemi, ma se mi chiedi di ripetere a memoria una tabellina o una parte di essa in pochi secondi allora ciò rientra nell'automatismo, non nel ragionamento.
Più si va avanti nella scuola più l'automatismo diventa marginale e la capacità di ragionamento diventa sempre più importante.
È per questo motivo che ho avuto più problemi alle medie che a ingegneria.
Un abbraccio
JACK

Altri post sulla dislessia su:
https://www.instagram.com/giacomocutrera/


26/10/2023

Agli adulti piacciono i numeri.
Quando raccontate loro di un nuovo amico, non vi chiedono mai le cose importanti.
Non vi dicono: «Com'è il suono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?» Le loro domande sono: «Quanti anni ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?» Solo allora pensano di conoscerlo.

Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo principe

🤩🧠https://www.raiplay.it/video/2023/10/Andrea-Antonello-con-il-padre-Franco---Ballerino-per-una-notte---Ballando-con-le-...
24/10/2023

🤩🧠

https://www.raiplay.it/video/2023/10/Andrea-Antonello-con-il-padre-Franco---Ballerino-per-una-notte---Ballando-con-le-Stelle-21102023-5faacc33-592d-472b-8d95-01356855cdb7.html?fbclid=IwAR2jXtyvH_UvcCUAgVWvUBrgALwKcVEk1Cu5bNua5-BCgXdvyB2tzbMO1D4_aem_AaVqqCYGbXK-1Nz-NUxy0DWXn6uIPNdq8vj8v8PKFMT4LtXyaHqsSx0HWUakU2yFDBk

Andrea Antonello, un ragazzo autistico di trent'anni: ad accompagnarlo in questa speciale avventura che lo vedrà cimentarsi in una performance sulle note di "Vent'Anni" di Massimo Ranieri, sarà il padre Franco, che racconterà la sua storia fatta di resilienza, di determinazione ma soprattutto di ...

18/10/2023

🧮 SE INSEGNI A CONTARE A UN BAMBINO

Se insegni a contare a un bambino
dovresti dirgli che lo zero
è il numero della fantasia
il più misterioso e il più grande di tutti,
abita in una terra sconosciuta
e anche se nessuno sa dove si trovi
tutti lo possiamo conoscere
basta chiudere gli occhi e sognare.
Non dirgli che è anche il numero del nulla
e conosce la bruttezza della morte.
Uno è il primo numero del mondo
perché in tutto il vasto universo
nessuno sarà come lui.
Non dire che è anche il nome della solitudine.
Due è il numero delle braccia e delle mani
degli occhi, delle orecchie,
delle gambe e dei piedi
è quello che serve
per poter stringere qualcuno sopra il cuore
ascoltare bene anche i più piccoli rumori
correre finché manca il fiato
vedere tutte le cose che stanno intorno
come un falco guarda la prateria.
Un giorno capirà
che è anche il nome dell’amore
che è pari perché due cuori
devono avere sempre lo stesso peso.
Tre è il numero di quel paese piccino piccino
dove vivono anche suo padre e sua madre
per questo gli sembrerà perfetto
e dolce come lo zucchero.
Non fargli sapere
che anche nel più piccolo paese
illuminato dal sole
può nascere la tempesta.
Quattro è il numero delle zampe del suo cane
che si muovono insieme, a due a due,
perché è insieme che si fanno le cose belle.
Tu però non dirgli
che è anche il primo numero di ogni guerra
di un esercito che si fronteggia.
Cinque sono le dita della sua mano
per tenere ben stretto il mondo.
Ometti di raccontare
che quella stessa mano che carezza
può dare dolore.
Tutto il resto, tutta l’infinità dei numeri
è solo una ripetizione, somma e divisione
di incalcolabili sfumature
ma tu non glielo dire
abbi rispetto di un bambino
e non glielo dire.
C’è tempo per imparare.
Tutto il tempo di una vita.

A. Spissu

🧠10 ottobre: giornata mondiale e della salute mentale https://www.facebook.com/100044563983825/posts/877248607103931/?ap...
10/10/2023

🧠10 ottobre: giornata mondiale e della salute mentale

https://www.facebook.com/100044563983825/posts/877248607103931/?app=fbl

Il mio primo contatto diretto con la malattia mentale l'ho avuto a due anni e mezzo, quando mio padre mi ha accompagnato all'asilo e non è più tornato. Ci ho messo 20 anni per capire il perché e altri venti per sapere cosa lo avesse spinto, un pomeriggio di aprile del 1986, a salire su un ponte e a lanciarsi nel vuoto.

Sindrome maniaco-depressiva, così l'avevano definita i medici. Per anni ho vissuto con l'ansia costante che quella malattia invisibile mi venisse a cercare in virtù di una presunta predisposizione genetica al seme della follia. Avevo anche una data precisa - o, meglio, una scadenza - segnata sul calendario: 33 anni, l'età cristologica in cui mio padre aveva incominciato a ripiegarsi su sé stesso fino a rompersi.

A lungo ho aspettato quel momento. A 16 anni sono stato colpito da quella che qualcuno cominciò a chiamare depressione: avevo chiuso i libri, smesso di uscire, mangiavo troppo o nulla. Mia madre era così terrorizzata da chiedere un parere alla zia genetista, a caccia di possibili tracce di ereditarietà, sempre escluse. Poi la crisi è passata, sono arrivati i fatidici 33 e non è successo niente. Nessuna psicosi, nessuna forma depressiva apparente, nessuno stato d'ansia o disturbo mentale.

Ero - e sono tutt'ora, credo - quello che le statistiche definirebbero un maschio sano, in salute, privo di patologie rilevanti e portatore nella media di traumi e ferite dell'io che solo alle soglie dei quaranta mi sono deciso sul serio ad affrontare. Ma sono anche la vittima secondaria di uno degli stigmi più solidi e resistenti della società contemporanea e, in particolare, cattolica: il tabù della malattia mentale e di ogni sua fatale conseguenza e implicazione.

È quello stesso stigma che oggi impedisce a centinaia di migliaia di ragazzi di riconoscere il problema e accettare il supporto psicologico di un esperto. Un giovane su cinque in Italia soffre di disturbi d'ansia, addirittura uno su quattro di depressione, di cui circa un terzo prima dei 14 anni. Eppure sono molti meno quelli che hanno avviato un percorso di psicoterapia, per rifiuto, per vergogna, ma anche per carenza di risorse destinate ai servizi di salute mentale.

«Il primo passo per affrontare il disturbo mentale è riconoscerlo» mi ha detto un amico psichiatra. Ma ciò significa, soprattutto, accettarlo, normalizzarlo, e vale anche per chi vive o ha vissuto accanto alla malattia psichica. Eppure, ancora fino a qualche anno fa, mi si abbassava la voce quando raccontavo com'è morto mio padre.

Ora non più. A 40 anni ho fatto pace con lui e coi miei sensi di colpa. Ho smesso di sentirmi sbagliato.

(La mia “Ultima parola” su Style Magazine Italia di ottobre, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale)

10 ottobre 🧠 si celebra oggi il World Health Mental Day - 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 - con l’obiettivo di au...
10/10/2023

10 ottobre 🧠 si celebra oggi il World Health Mental Day - 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 - con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi di salute mentale in tutto il mondo, mobilitare gli sforzi a sostegno della salute mentale, comba***re stigma e discriminazioni. La Giornata, celebrata per la prima volta il 10 ottobre 1992, è promossa dalla World Federation of Mental Health – Federazione Mondiale della Salute Mentale - e supportata dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).

🌏 Il tema della campagna 2023 è "Mental health is a universal human right” (La salute mentale è un diritto universale). Una buona salute mentale è vitale per la nostra salute e il nostro benessere generale. Eppure, secondo i dati dell'OMS una persona su otto a livello globale vive una condizione di salute mentale che può avere un impatto sulla sua salute fisica, sul benessere, sul modo in cui si relaziona agli altri e sul reddito. Una condizione che riguarda anche un numero crescente di adolescenti e giovani.

02/10/2023

Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni: essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli.

A. Haley
⭐️ 👴🏻 👵🏻 ⭐️

🧠Giornata Mondiale dell'Alzheimer: 21 settembre 2023
21/09/2023

🧠Giornata Mondiale dell'Alzheimer: 21 settembre 2023

"La progressione dell'Alzheimer di mia madre vista attraverso il suo lavoro all'uncinetto"

Così un utente su Reddit ha postato la foto che, in maniera semplice, ci trasmette subito cosa sia la malattia di Alzheimer. Un patologia neurologica inesorabilmente progressiva che non lascia scampo.

A qualsiasi cosa la malattia conduca il paziente, però, la dignità dell'uomo che ne è affetto resta lì, così come il suo ricordo. E questo non dovremmo scordarlo.

Siamo vicini a tutti coloro che purtroppo conoscono questa maledetta malattia.


18/09/2023

"Se non mi dai un bacio me ne vado"
"Se non mi obbedisci diventerò triste"
"Se non mi dai un abbraccio non ti voglio più"

👎🏼 È incredibile quante volte noi adulti ricorriamo al ricatto emotivo per far fare ai bambini quello che vogliamo noi senza considerare quello che loro vogliono.
Se un bambino non vuole darci un bacio, È NEL SUO DIRITTO, giocare con la sua gentilezza e il suo bisogno di affetto e accettazione per andare contro la sua volontà è drammatico e dannoso. 🚫
Devono sapere che possono dire NO e che nessuno può obbligarli a mostrare o ricevere affetto se non vogliono.
Si può arrabbiare il nonno, la nonna, la vicina del quinto piano, il prozio che vede solo per Natale...che questo è un problema degli adulti e non dei bambini.
👶🏻 Fagli sapere che a casa tua non sono ammessi ricatti.

Non è male che noi adulti impariamo ciò che non è giusto.

Johannes Ruiz Pitre

14/09/2023

Un video per riflettere 💭

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