Il ginecologo e sessuologo dr Fortunato risponde

Il ginecologo e sessuologo dr Fortunato risponde Diagnosi, consulenza e terapie in sessuologia clinica.
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Il dottor Fortunato è Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia Ostetricia e Medicina Perinatale presso Università di Bologna. Perfezionato in: Monitoraggio Biochimico del feto, Università di Bari - Diagnostica Ecografica in Ostetricia e Ginecologia, Università di Bologna - Preparazione psicofisica al parto mediante ipnosi, Istituto H. Bernheim, Verona - Sessuologia, terapie delle disfunzioni sessuali di coppia, Istituto Psicologia, Università di Bologna.

LA SESSUALITÀ NELLA COPPIALa letteratura scientifica che si è interessata alla sessualità ha utilizzato, in passato, il ...
30/12/2022

LA SESSUALITÀ NELLA COPPIA

La letteratura scientifica che si è interessata alla sessualità ha utilizzato, in passato, il modello di studio dell'individuo caratterizzato dalla diversità anatomica. Tale diversità (anatomica) è stata, nel tempo, utilizzata per leggere le relazioni sociali, psicologiche e fisiologiche secondo il binomio uomo/donna che, in tale ottica, diventano complementari perchè l'uno sembra incompleto senza l'intervento dell'altro.

Un limite a tale modello di studio si è presentato quando ci si è resi conto dell'inesistenza di un uomo e di una donna "totale", ovvero, allorquando si è reso evidente che ciascun individuo è relativamente uomo o relativamente donna e assume comportamenti sia maschili che femminili. Si è dovuto, quindi, ammettere la "bisessualità", intesa quale compresenza - in ciascun individuo - di una parte maschile e di una femminile.

In tale scenario è difficile se non impossibile approcciarsi alla sessualità riferendosi al modello di studio dell'individuo caratterizzato dalla diversità anatomica. Se infatti ciascun individuo (uomo o donna che sia) porta con sé gli elementi dell'altro, la diversità si annulla e non è più possibile ragionare di sessualità secondo il binomio uomo/donna.

Lo studio della sessualità diventa così studio delle relazioni e la dimensione maschile e quella femminile prescindono dall'anatomia e si costruiscono e manifestano attraverso la relazione. Il definirsi uomo o donna passa, dunque, attraverso gli innumerevoli contatti con altri uomini e donne, nell'ambito dei quali si assume un determinato modo di parlare, camminare, vestire, di essere al mondo con gli altri. Cosi l'attività sessuale sarà non già l'espressione dell'anatomia dell'individuo, quanto, piuttosto, l'espressione globale della relazione che tale individuo ha costruito con l'altro. Avviene tra i due individui una simbiosi conoscitiva, si scoprono esseri umani, assumono le caratteristiche maschili e femminili senza che le une appaiono più degne o più importanti delle altre.

Questo scenario è tuttavia compromesso dal modo in cui, a livello sociale, viene percepita e misurata la sessualità.

La sessualità viene spesso misurata in base all'efficienza, anche se è poprio il deficit che esprime e qualifica una relazione. Il grado di comunicabilità che caratterizza una relazione è condizionato da componenti intrapsichiche e influenze sociali, familiari, ambientali e non deve essere confuso con la disponibilità per l'altro, che è invece sostenuta dall'amore e dalla volontà.
L'esempio più significativo sono i matrimoni bianchi, ove la coppia convive senza realizzare alcuno scambio sessuale per la conflittualità intrapsichica che ciascuno porta con sé, consentendo una storia di alleanze che mantiene il silenzio su tutto ciò che è comunicazione sessuale. Il grado di comunicabilità è compromesso nei suoi aspetti quantitativi, la persona è sbilanciata verso l'individuo. In altre situazioni dopo un certo periodo di attività sessuale soddisfacente uno dei due partner matura una situazione di anafrodisia, anerezione etc,si prendonono in considerazione le problematiche della comunicabilità, cresce l'aggressività reciproca con pretese che il partner soddisfi le proprie esigenze narcisistiche.Il disturbo sessuale diventa espressione di un palese rifiuto con manifestazioni di aggressività, facendo cristalizzare la relazione in schemi dove l'anatomia del soggetto viene soffocata dalle esigenze di un comportamento imposto, mentre l'altro viene chiamato a svolgere un ruolo passivo complementare. Ciò accade per effetto delle propagande dei mass media, ove domina l'efficientismo dell'atto sessuale, che gli esperti cercano di recuperare con tecniche di comportamento. Aspetti importanti per una buona sessualità di coppia sono la relazione e la comunicabilità come strumento di lettura delle situazioni cliniche patologiche da affrontare. Ogni coppia deve avere un suo ritmo, un suo tempo che permetterà una buona intesa. Sarà questa intesa a far superare la dualità corpo-anima che li realizzerà come individui e sopratutto come coppia.

Masolino, "La tentazione di Adamo ed Eva"

SESSUALITA’ E DISABILITA’Sebbene con grande fatica e con risultati assai modesti, lo Stato è riuscito nell’intento di ga...
11/10/2022

SESSUALITA’ E DISABILITA’

Sebbene con grande fatica e con risultati assai modesti, lo Stato è riuscito nell’intento di garantire una certa parità di diritti tra disabili e normodotati, legiferando per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per garantire il diritto allo studio, per il riconoscimento di assegni pensionistici.
Ma nel gran calderone dei diritti ancora negati, ve n’è uno così importante da impedire il pieno sviluppo e la compiuta manifestazione dell’essere umano.
Il diritto ad una sessualità consapevole.

Parte integrante ed essenziale della personalità di ciascuno di noi, la sessualità diviene tabù, scabrosa, disturbante, scomoda se associata al disabile.
Eppure, la sessualità è cosa naturale, così come nascere, mangiare e riprodursi è cosa naturale.
E’ naturale, quindi, che anche il disabile abbia pulsioni sessuali e desideri soddisfarle.
Non sono esseri asessuati! E partendo da questa consapevolezza bisogna aiutarli nel percorso verso una sessualità consapevole.
I pregiudizi, la scarsa tolleranza, le paure che caratterizzano l’approccio della nostra società alla sessualità ed alla diversità, privano il disabile del diritto della salute sessuale, della gioia di vivere una sessualità consapevole.
Le famiglie, primo – e assai spesso anche ultimo - sostegno non hanno conoscenze né strumenti adeguati per affrontare concretamente un argomento di per sé complesso, anche in dinamiche familiari in cui non è presente una persona disabile.
Questo deficit di informazioni e strumenti ha portato le famiglie a cercare di risolvere il problema attuando interventi diretti ad arginare “il problema” ricorrendo al soddisfacimento dei bisogni sessuali del familiare disabile tramite la prostituzione, o l’intervento fisico dei familiari stessi, ricorrendo, delle volte anche a
presidi farmacologici e strategie inibitorie compensative.

Nei soggetti disabili in età adolescenziale sono spesso le mamme a percepire l’esigenza sessuale dei propri figli e, altrettanto di frequente, sono i padri ad affrontare la problematica accompagnandoli al soddisfacimento della pulsione sessuale, affidandoli a professioniste. Ciò non avviene nel caso delle donne,
speso destinate a reprimere le proprie pulsioni.
Queste soluzioni, sebbene molto coraggiose e spesso sofferte, non considerano il disabile come persona, non gli riconoscono il diritto di coltivare il proprio benessere sessuale e la propria sfera affettiva, ma restituiscono l’ immagine di un disabile asessuato e fragile.

Quali le alternative allora?
Come sempre, educare.
Educare il disabile ad accettare la propria immagine, a scoprire il proprio corpo, abbattere gli impedimenti fisici, insegnandogli come muoversi. Guidarlo al raggiungimento di una maturità affettiva che superi le sue fragilità, restituendogli il diritto alle emozioni, allo sviluppo di fantasie proprie, legate ai suoi vissuti affettivi
e relazionali. Queste sono le basi e le caratteristiche di un buon programma di educazione sessuo-affettiva.

La sessualità è parte integrante del benessere individuale, interpersonale e sociale.
Ed è partendo da tale riflessione che nasce – e si sviluppa soprattutto nei paesi nordici – la figura dell’assistente sessuale, figura sempre più necessaria anche in Italia.
L’assistente sessuale è una figura professionale che ha il compito di insegnare al disabile come vivere una sessualità consapevole, accompagnandolo alla ricerca dell’affettività, alla scoperta del piacere visivo del proprio corpo, alla conoscenza consapevole del piacere psico- affettivo.
Questa figura permette di prendere in carico il sistema con l’obiettivo di educare, fornire informazioni e strategie, ed apportare il necessario cambiamento di prospettive nella popolazione normodotata.

PORNOGRAFIALa pornografia è una figura dell’immaginario maschile, è la soddisfazione allucinatoria di desideri, bisogni,...
20/06/2022

PORNOGRAFIA

La pornografia è una figura dell’immaginario maschile, è la soddisfazione allucinatoria di desideri, bisogni, aspirazioni e paure proprie del sesso maschile. La pornografia persegue un unico fine: eccitare sessualmente il lettore o lo spettatore. Potrà dirsi riuscita, in sé e per sé, quando i soggetti ne risulteranno eccitati.
La pornografia ostenta un universo favoloso, in cui non si ha bisogno di sedurre per ottenere, ove la concupiscenza non rischia mai di essere ne’ repressa, ne’ respinta, in cui il momento del desiderio si confonde con quello della soddisfazione.
Costante caratteristica della pornografia è la proiezione della fantasia sessuale maschile sulla reazione femminile, immaginata e descritta come immagine speculare a quella maschile. Le donne tendono ad essere disponibili ai vari tipi di rapporto sessuale in ogni momento e sotto ogni forma piacente al maschio.
Le donne sono immaginate come corpi assatanati di sesso, trascinati da un impulso irresistibile a gettarsi sul pene maschile, con bisogni sessuali altrettanto impetuosi che vanno al di là dell’immaginazione stessa. In tale delirio immaginario la donna eccitata diviene organo sessuale stesso (va**na) che, una volta penetrato, diventa una estensione virtuale e illimitata del pene maschile.

L’aggressività è il denominatore comune della pornografia che cancella la possibilità di esistenza delle emozioni. Il sesso pornografico è un sesso senza emozioni, senza motivazioni, è assoluto, totale. Il corpo del partner è uno strumento di piacere infinito, e le sue reazioni si collocano a livello di un riflesso, dando l’impressione di impoverimento e degradazione.
La pornografia si avvale di una descrizione diretta e violenta di frasi e immagini forti, estrinsecamente aggiunte allo scopo di ottenere un effetto di enfasi. Il pornografo non permette alla contro-idea del soddisfacimento di svilupparsi, perché ciò implicherebbe una inamissibile conclusione del piacere, facendo emergere ‘’l’assenza di catarsi’’, se con essa si intende lo sviluppare nel lettore o spettatore certe aspettative e nel conseguente adempimento di quelle aspettative
Le relazioni tra gli esseri umani sono ridotte a giustapposizioni di corpi, di parti di corpi, membri ed organi. A parte la sessualità, ogni considerazione umana viene esclusa.

La descrizione degli accoppiamenti avviene all’insegna delle “passioni regolate”, i movimenti e le relazioni delle persone sono completamente controllate, come accade nelle fantasie auto-erotiche, ma mai nelle relazioni tra esseri umani veri.
I vari posti scelti in cui ambientare le vicende sono tutti lo “stesso luogo”, giacché localizzare la pornografia in uno spazio che non sia mentale, significa allontanarlo da uno dei suoi principali scopi.
Altra caratteristica è l’esclusione dell’uomo come individuo, tutti sono potenti, tutte le donne sono passionali, sempre disposti a tutto in qualsiasi momento, sempre generosi nel dare, mai gelosi, esiste solo l’aggressività totalmente fusa con la sessualità, l’unica furia riconosciuta è quella dei sensi.

Il linguaggio è sentito come limite, impedimento, la parola è una trappola ed essa cerca di andare al di la’ del linguaggio rendendo la pornografia depositaria di parole proibite e scabrose, il cui potere risiede nella loro primitività, conservandone la forza originale; funzionano come atti, rimanendo legate a impulsi inconsci da cui ebbero origine e che continuano ad esprimere.

LA MASTURBAZIONELe proibizioni relative ai comportamenti sessuali occupavano ed occupano ancora norme che regolano la vi...
30/03/2022

LA MASTURBAZIONE

Le proibizioni relative ai comportamenti sessuali occupavano ed occupano ancora norme che regolano la vita della Chiesa quindi dei fedeli e sono tuttora da loro descritte nella confessione; i penitenziali hanno ancora l’elenco delle varie colpe e relative penitenze da infliggere perché i fedeli potessero espiare i loro “peccati”. Per fortuna la legislazione non prevede più sanzioni per le attività sessuali.

La masturbazione, forma più diffusa della sessualità, nasce con le pulsioni sessuali che raggiungono la massima intensità nel periodo prep**erale, ma il loro orientamento e le modalità di soddisfazione sono in gran parte determinate dalla sessualità infantile; una fenomenologia del corpo come piacere viene tutt’oggi ostacolata da una pedagogia dell’austerità e della mistificazione: i genitori e le istituzioni insegnano ai figli ciò che si può fare e cosa non devono fare e quindi per ottenere il piacere i figli si servono della clandestinità, le proibizioni diventano quindi fonte di piacere, essi sperano che occultando il piacere e le sue pratiche si possa trattenere la pulsione sessuale sino a che possa imboccare le sole strade aperte dall’orientamento sociale utilizzando l’intimidazione religiosa, medica, familiare, dando alla proibizione valore afrodisiaco.

Nella formazione dell’individuo si tiene in considerazione l’atto masturbatorio soprattutto considerando il modo cui è stato represso e da chi, se represso da solo e con quali sensi di colpa, se condizionato dalla religione e con quali conseguenze.
La masturbazione dell’adolescente è da considerarsi come un evento maturativo della sessualità, dove egli prova piacere prima soddisfacendo le pulsioni poi si confronta con le immagini corporee degli altri, con fantasie erotiche e sperimenta il piacere dell’emissione dello sperma, si autocontrolla e si prepara gestendo il suo corpo e le sue fantasie all’interno del rapporto col partner.

Nella nostra società il processo di alienazione sessuale comincia fin dai primi anni, i neonati di ambo i sessi esprimono gioia quando i loro genitali vengono toccati durante il bagno e cambio dei pannolini in epoca motoria; l’espressione sessuale è seguita da disapprovazione, punizione e negazione quando la mano dell’adolescente cerca piacere toccandosi i genitali, subito viene allontanata ripetutamente con qualche sgridata; immoralità e sessualità sono profondamente radicata nella nostra cultura, insegniamo a camminare, parlare, dipingere, fare i propri bisogni, dormire mangiare, però neghiamo la sessualità poiché si insegna a dissociare il bisogno sessuale dal proprio io perché viene etichettato come brutto, cattivo, sporco, immorale e pericoloso.

Masturbarsi è un viaggio, un percorso alla ricerca della propria consapevolezza, può esistere anche come alternanza al sesso di coppia e anche durante il rapporto stesso come gioco reciproco, o come gioco solitario, l’importante è che non sia sempre una funzione ad essere soddisfatta, come in forme caratterizzate da fantasie compulsive di melanconia narcisistica, ove il proprio corpo non è soggettività vivente, ma oggetto adescatore perennemente cercato e perduto. Il fatto che molte persone la cui vita familiare è stata così restrittiva sfuggano ai gravi problemi sessuali, non fa che sottolineare la forza inarrestabile della spinta sessuale e il suo intrinseco potenziale per garantire la salute mentale.

LA  FRIGIDITÀL’esperienza orgasmica paradossalmente fa coincidere il punto di massimo abbandono dell’Io fino all’orlo de...
09/03/2022

LA FRIGIDITÀ

L’esperienza orgasmica paradossalmente fa coincidere il punto di massimo abbandono dell’Io fino all’orlo della disperazione con quello di massima affermazione dell’Io stesso, è proprio in questo culmine che si trova tutta la potenza emotiva dell’orgasmo; ogni fragilità strutturale e indebolimento dell’io, determina l’impossibilità di avere questa esperienza fisica ed emotiva.

La frigidità appartiene a questa mancata esperienza, essa è l’inibizione sessuale più grave della donna: essenzialmente è una donna priva di erotismo e incapace di provare sensazioni della sfera sessuale. La frigidità è primaria quando si manifesta in donne che non hanno mai sperimentato il piacere erotico con nessun partner; secondaria, in donne che reagiscono all’erotismo solo con il petting, e quando il rapporto diventa l’obiettivo primario, perdono la capacità di reagire; situazionale, quando la donna si sente nauseata ed in collera alla prospettiva del rapporto con suo marito, ma si eccita all’istante e si lubrifica quando l’uomo irraggiungibile che lei sta cercando di sedurre le sfiora la mano.

Per l’uomo la disfunzione erettiva è quasi sempre un disastro psicologico, per la donna tale disfunzione oltre all’angoscia profonda crea una condizione di accettazione indifferente della situazione: partecipa al rapporto sessuale con suo marito, vede la sua soddisfazione e il grande piacere che questi ne ricava, si limita invece a concedergli il proprio corpo meccanicamente, questo la frustra e quindi delle volte, per non rifiutare apertamente il rapporto, finge e trova sotterfugi per non avere l’amplesso.
Per il marito a volte l’indifferenza sessuale della moglie può essere addirittura fonte di appagamento sessuale, altri mariti più insicuri, attribuiscono il problema della moglie alla propria inadeguatezza sessuale e invitano le mogli ad essere più attraenti e più vogliose.
In molti settori e culture vige ancora la convinzione che il ruolo della donna in campo sessuale sia di procurare piacere all’uomo, tanto è vero che alcuni medici e preti rassicurano queste donne della loro normalità e circa l’accettabilità della nuova situazione.

Un individuo che accetta una vita senza appagamento sessuale e non prova collera e disappunto per questa privazione è come il sacerdote che si conforma al voto di castità, quindi reprime l’istinto sessuale senza danno psicologico e conseguenze specifiche.
La vasocongestione ai genitali non avviene in queste donne per il blocco del sistema nervoso autonomo dovuto allo stato emozionale e conflitti non risolti, manca la lubrificazione, l’aumento della salivazione, l’inturgidimento del capezzolo, la congestione del viso, tutti fenomeni che sono preludio all’ eccitamento sessuale.
La paura delle donne a non raggiungere l’orgasmo, la riluttanza a comunicare i desideri erotici all’amante, l’incapacità di l’autonomia sessuale, sono tutti elementi che possono innescare reazioni emozionali che ne impediscono il rilassamento e l’abbandono.
A quel che pare, rinunciando consciamente all’appagamento sessuale e avendo validi motivi per accettare una vita senza sessualità, essa non prova collera a reprimere la sua sessualità, dunque, come già detto, le sarà possibile sublimare e reprimere questo istinto senza visibile danni psicogeni.

La terapia sarà soprattutto diretta alle modificazioni delle fonti dell’ansia sessuale, degli ostacoli immediati alla reazione sessuale, degli aspetti distruttivi della stessa reazione che vengono man mano identificati e compresi.

L'OMOSESSUALITÀL’omosessualità non è una malattia, come dice ironicamente Checco Zalone, ma una variante del comportamen...
25/02/2022

L'OMOSESSUALITÀ

L’omosessualità non è una malattia, come dice ironicamente Checco Zalone, ma una variante del comportamento sessuale che trae origine e fondamento nella cultura che l’ha originato e avvalorato.

Tutti i gruppi umani, in tutti i contesti culturali, hanno la necessità di esprimere la propria sessualità. Tale espressione è però condizionata o esaltata dalla cultura dal contesto socio-politico che definisce le regole per dare alla stessa la possibilità di esprimersi o, al contrario, di reprimersi.

La regolamentazione dei comportamenti sessuali è uno degli ambiti in cui la creatività umana si è prodigata di più assumendo significati diversi e addirittura contrastanti: ciò che in un gruppo è incesto, nell’altro è matrimonio tra cugini primi.
Dell’omosessualità si hanno notizie dal secolo VI a.C., periodo che coincide con un maggior sviluppo commerciale, con l’abbondante manodopera schiava, con il declino dell’importanza della donna nella comunità. Tutti fattori sociali che pare abbiano contribuito a favorire l’omosessualità.

Sono molti i bisogni sociali soddisfatti dalle forme di sessualità particolari delle varie culture: la cultura Chukchee della Siberia risolve con l’omosessualità il problema dell’eccesso degli scapoli per l’alto prezzo che bisogna pagare per avere una moglie, la possibilità di diventare omo e di avere amanti femmine, riduce le tensioni che potrebbero nascere tra sposati e non; i Koniag, come gruppo, hanno i maghi e sciamani, destinati fin dalla nascita dai loro genitori, e per occupare questo ruolo devono avere delle caratteristiche sessuali diverse, dovrà essere omo, corpo di uomo e comportamento da donna e per questo i genitori fin da bambini li vestono da donna.
Inoltre, il nesso tra religione e poteri magici è abbastanza normale tra le varie culture e religioni. Da noi, per esempio, la gente comune crede che i preti non si sposano per le impurità che il contatto sessuale potrebbe portare nei loro rapporti con Dio; i Koniag trovano nell’omo la soluzione alle necessità di avere maghi che possono intercedere presso gli spiriti ed altri esseri superiori a vantaggio del gruppo.
I Lango, i Tanala, hanno incorporato nella società, attraverso l’istituzione familiare, gli impotenti e gli omosessuali, e lasciano la libertà di avere rapporti con gli impotenti e con donne. Questo sembra essere un risultato positivo ai fini di integrare tutti gli individui nel gruppo.

Numerose testimonianze confermano che l’omosessualità fosse comune tra i soldati romani, greci, arabi, giapponesi, nazisti, tutti legati al culto della fisicità e della bellezza del corpo. In Grecia, l'omosessualità assumeva la forma di pederastia soprattutto tra i filosofi, convivendo questa forma anche con l’eterosessualità, l ‘omosessualità spartana era l’esaltazione della sopravvalutazione del mondo maschile, della guerra dei rapporti tra uomini. Famoso era il distaccamento delle coppie omosessuali di Filippo il Macedone le quali si battevano fino alla morte fianco a fianco per difendere il proprio uomo.

Anche il lesbismo può apparire come la risoluzione ad alcuni problemi sociali, può risolvere il problema del bisogno affettivo delle donne eludendo la paura della gravidanza, può essere una manifestazione di indipendenza del gruppo delle donne rispetto agli uomini con venatura di rivendicazione femminista, con valore di rinforzo del gruppo delle donne.
Ogni cultura esprime anche un giudizio morale sulla sessualità. È la stessa diversità delle culture a far sì che in ognuna di esse non possa prevalere un giudizio diverso da quello in essa formulato, perché altrimenti quella cultura perderebbe la sua stabilità. Nelle culture che espriono un giudizio morale sulla sessualità la repressione sessuale va di pari passo con una ancor più forte repressione omosessuale.
Con la repressione sessuale i ruoli degli uomini sono mantenuti distinti da quelli femminili. Il comportamento della maggioranza etero ha stabilito risposte sociali che sono tanto più chiare quanto più sono semplici ed evidenti e, in nome di questa chiarezza strutturale, della semplificazione organizzativa e inerzia culturale, si giunge alla repressione dell’omosessuale.

La nostra cultura, a maggioranza etero, non reprime - formalmente - l'omosessualità. Tuttavia, esprime ancora giudizi morali su di essa, marginalizzandola. In tale contesto, non servono solo leggi a favore degli uomini o delle donne o delle loro diversità, ma il rispetto dell’umanità e una cultura che guardi sempre alla complessità, ai molteplici modi di esprimere la sessualità.

LA CONTRACCEZIONEAlcune donne mi hanno chiesto di approfondire l’argomento riguardante la contraccezione. Cercherò di tr...
17/02/2022

LA CONTRACCEZIONE

Alcune donne mi hanno chiesto di approfondire l’argomento riguardante la contraccezione. Cercherò di trattarlo tenendo conto della persona nel suo complesso e non solo della semplice corporeità.

Quando si parla di anticoncezionali spesso se ne elencano le caratteristiche tecniche e le controindicazioni, in seguito il suo uso viene influenzato da fattori diversi, quali condizioni socio economiche, culturali, religiose etc.

Il motivo principale che ha contribuito all’uso del contracettivo è l’avvenuta scissione tra sessualità e procreazione, per cui la consulenza sessuologica, e quella procreativa, hanno un legame reciproco a prescindere dalle opinioni del sessuologo o medico esperto in contraccezione, per cui il counseling viene concepito dalle varie figure esperte come aiuto che oltrepassa la dimensione cognitiva e mira a porre la coppia, la persona, la famiglia nella condizione di percepire la realtà dei problemi, mirando a un processo di maturazione, chiarificazione, responsabilizzazione.

La differenza che passa tra prescrizione contraccettiva e un vero counseling sta nel fatto che nel counseling il rapporto viene stabilito con la persona, non solo con il suo corpo, ancor meno con il suo apparato riproduttivo; si guarda dunque alla persona come complesso di vari fattori: posizione sociale, istituzione, realtà cui vive relazioni sociali e sessuali, vissuto passato o attuale, progettualità.

Il medico che in modo professionale e asettico prescrive un farmaco o una terapia è considerato un manipolatore, e in questa prospettiva è necessario un counseling contraccettivo in modo da discutere insieme la scelta fatta per responsabilità (il bene della coppia e famiglia, armonia nella società cui si appartiene) o per fuga (ad esempio per problemi economici).

Il medico qualificato dovrebbe come tale conoscere ed individuare effetti, controindicazioni, inconvenienti a livello somatico e psichico dei vari contraccettivi a disposizione in relazione al suo bagaglio culturale e, tenendo conto della persona, del soma, della tecnica, prescrivere il contraccettivo più idoneo (alcuni esempi: il partner geloso sente con il pene il filo della spirale come corpo estraneo e obbliga la partner a rimuoverlo; il partner con problemi sessuali non approva il contraccettivo perchè non controlla più la sua sessualità e teme che riaffiori il disturbo, oppure donne che desiderano altre gravidanze per un desiderio di procreazione e fertilità si obbligano all’uso del contraccettivo per motivi economici soprattutto, la stessa violenza la vivono donne che hanno alcuni problemi di salute costrette ad assumere il contraccettivo e che pertanto manifestano ansia da castrazione).

La conclusione è che non è tanto la contraccezione che può influenzare la sessualità e il rapporto di coppia, quanto la contraccezione messa in relazione alla sessualità di coppia, agli aspetti religiosi, alla gelosia, al controllo della fertilità, alla pianificazione familiare, e alla corporeità tutta.

Lo scopo della consulenza (ginecologo, psicologo, sessuologo) è quella di fornire tutti i dati affinchè si possa elaborare delle soluzioni ottimali e responsabili, e la decisione finale dovrebbe essere presa dall’utente con l’aiuto degli esperti, al di là della pillola leggera o pesante.

Le ripercussioni di ordine psicologico della contraccezione sono molteplici e variabili, sia in positivo che in negativo per questo è fondamentale il counseling e la scelta condivisa e consapevole.

L'EIACULAZIONE RITARDATACos'è?L’eiaculazione ritardata è una inibizione specifica del riflesso eiaculatorio, ovvero l’in...
10/02/2022

L'EIACULAZIONE RITARDATA

Cos'è?

L’eiaculazione ritardata è una inibizione specifica del riflesso eiaculatorio, ovvero l’incapacità del soggetto a eiaculare in va**na pur permanendo integra la capacità erettiva. L’inibizione è una condizione comune ad altre patologie psicosomatiche come ad esempio la stipsi cronica, il globo isterico e la colite spastica in cui ritroviamo rispettivamente inibizione del riflesso defecatorio, della deglutizione, della peristalsi.
Questo disturbo si può manifestare in forme leggere e occasionali superabili con l’impiego della fantasia, e forme più gravi in cui il soggetto non ha mai sperimentato un orgasmo. La forma più comune è quella primaria, presente da sempre nel soggetto che non ha mai avuto una eiaculazione, se non al di fuori delle polluzioni notturne involontarie. Possiamo distinguere una sola variante, detta incompetenza eiaculatoria, ove si ha la sola emissione dello sperma, senza la spinta propulsiva, cosi come avviene per l’eiaculazione precoce in cui il piacere è praticamente assente. Nell’85% dei casi, l’eiaculazione non è inibita con l’atto masturbatorio.

Perché avviene?

Le cause di questo disturbo possono essere di natura organica, nel caso in cui il soggetto sia ad esempio affetto da diabete, malattie prostatiche, cicatrici dell’uretra, o a causa di un’infiammazione. Anche l’uso di alcol e droghe cosi come l’uso di molti farmaci possono partecipare a questo allungamento dei tempi e provocare sensazioni dolorose. In particolare i farmaci antidepressivi, simpaticomimetici, gangliolitici, alfa bloccanti, antiadrenergici, ormoni (corticosteroidei, estrogeni) e barbiturici usati per un tempo prolungato.
Se si escludono origini organiche si possono considerare le cause psicosociali spesso comuni anche all’eiaculazione precoce. Tra le principali cause ritroviamo una rigida educazione religiosa, un evento traumatico dell’infanzia o dell’adolescenza, un’esperienza di un coito traumatico. Si possono anche avere esperienze di altri tipi come la paura di gravidanze, riluttanza a lasciarsi andare, ostilità tra partner o scarsa attrazione sessuale.
Molto spesso questi soggetti hanno una personalità rigida, problemi di aggressività e ostilità, spaventati solo all’idea di avere figli; alcuni da bambini hanno avuto il rifiuto a tagliarsi i capelli per paura di non riconoscersi più, di perdere il proprio sé. Spesso nella famiglia di origine il padre è una figura periferica, la madre vive in simbiosi con il figlio dipingendo le altre donne come figure predatrici da cui stare alla larga.
Le partner dei soggetti affetti da eiaculazione ritardata si preoccupano del disturbo in quanto ritengono non essere abbastanza piacenti o accettate, pertanto alcuni pazienti simulano l’orgasmo per evitare la rivelazione del sintomo.

Come si cura?

L’approccio terapeutico si fonda sulla risoluzione dei conflitti intrapsichici, coniugali, ed esclusione di patologie organiche; in seguito ci si può concentrare su terapie comportamentali.

LA PUBERTÀSono stato sollecitato da alcune mamme a rispondere come ginecologo su un argomento che riguarda le loro figli...
28/01/2022

LA PUBERTÀ
Sono stato sollecitato da alcune mamme a rispondere come ginecologo su un argomento che riguarda le loro figlie: la p**ertà. In particolar modo a trattare l’insorgenza del menarca e delle sue implicazioni nella vita adolescenziale.
In molte società, lungo il percorso della storia, il momento della p**ertà è sempre stato motivo di celebrazione di eventi: i cambiamenti che si verificano annunciano l’acquisizione della fertilità.
Le giovanissime età p**erali dei tempi moderni hanno reso difficile far fronte a una sessualità che si risveglia in un’età altrettanto giovanissima, con le proprie implicazioni. Benché il principale determinante del “ timing “ della p**ertà sia genetico, sembra che altri fattori influenzino il momento dell’esordio e il suo indice di progressione: localizzazione geografica, esposizioni alla luce, stato di salute generale, nutrizione, fattori psicologici; c’è peraltro una correlazione abbastanza precisa tra tempi del menarca di madri, figlie, sorelle.
La diminuzione dell’età del menarca mostrata da fanciulle appartenenti a paesi sviluppati rispecchia il miglioramento dello stato nutrizionale e le più salubri condizioni di vita; alcuni autori ritengono che, per avere il menarca, le fanciulle debbono avere un peso corporeo non inferiore a 45 Kg, forse più importante del peso è la percentuale dei grassi: dal 16 al 24%.
Infatti le fanciulle moderatamente obese hanno il menarca prima di quelle che hanno un peso normale, viceversa le anoressiche e quelle che praticano sport hanno il menarca in ritardo, naturalmente non bisogna tralasciare situazioni legate a patologie come malattie metaboliche, ipotiroidismo, malattie che stimolano o inibiscono il sistema ipotalamo- ipofisi- gonadico, malattie infiammatorie del Sistema Nervoso Centrale, tumori.
Il primo segno di p**ertà è un’accelerazione di crescita, seguita da un abbozzo delle mammelle, (età media 9 anni), in seguito appare l’adrenarca (10 anni e mezzo), comparsa di peli sul p**e, poi il menarca (età media 11 anni), che si verifica dopo il passaggio del picco di crescita, che viene raggiunto 2 anni dopo l’abbozzo delle mammelle, e un anno prima del menarca; questo vuol dire che dopo il menarca si nota una crescita più lenta, e non più di 6 cm; la relazione tra menarca e scatto di crescita è relativamente fissa: il menarca si verifica dopo che è passato il picco di crescita.
I livelli di vita e nutrizionali migliori delle madri nel periodo prenatale, e per le bimbe, nel periodo post natale, hanno giocato un ruolo significativo nelle generazioni di bimbi più alti e pesanti, con una maturazione anticipata: il range normale del menarca va da 9 a 16 anni.
Le mestruazioni che seguono il menarca sono anovulatori, irregolari, e delle volte abbondanti; l’ovulazione è assente nel 25-50% dei casi ma non è la regola poiché dipende dalla maturità del sistema ipotalamo_ipofisi_gonadico; qualsiasi alterazione ad uno di questi sistemi produce patologia del menarca.
Infine bisogna dire che la precocità nella maggior parte dei casi è idiopatica tuttavia il medico è obbligato ad escludere l’evoluzione in atto di grave malattia, centrale o periferica che sia, e provvedere alla sua risoluzione.

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