27/05/2025
Condivido il post del collega…prendetevi due minuti per leggere!
CI RISIAMO CON QUESTO MICROBIOTA!
"I grandi successi di Sinner e Paolini?
Merito anche del microbiota intestinale."
Sempre più studi suggeriscono che i microbi presenti nell’intestino svolgono un ruolo chiave nel metabolismo, nella produzione di energia e nella forma fisica generale.
Atleti come Jannik Sinner o Jasmine Paolini sono i nuovi eroi dello sport, capaci di regalare grandi emozioni. Le loro vittorie sono frutto di grandi capacità individuali ma anche di impegno personale e di tutte quelle figure preposte ad aiutare nella preparazione, ciascuno nel proprio ambito.
Un aspetto chiave per qualsiasi attività è il metabolismo. Sempre più studi suggeriscono che i microbi intestinali svolgono un ruolo chiave nel metabolismo, nella produzione di energia e nella forma fisica generale.
Un recente studio condotto sui topi ha dimostrato che il microbiota può migliorare la salute metabolica e il consumo di energia. I risultati, pubblicati su Cell Reports, suggeriscono che i microbi intestinali si adattano alle esigenze dettate dall’attività fisica, privilegiando la produzione di energia rispetto alla diversità batterica.
Tuttavia, il microbiota da solo non aumenta la resistenza, evidenziando la necessità di svolgere esercizio fisico, anche per i non sportivi. Studi precedenti hanno dimostrato che alterazioni della flora batterica intestinale compromettono le prestazioni sportive, mentre i metaboliti fecali come gli acidi grassi a catena corta (SCFA) le migliorano.
È noto anche che gli atleti di endurance (resistenza) professionisti hanno una diversa composizione del microbiota intestinale, che cambia in base all’allenamento. Per comprendere gli effetti dei microbi intestinali sulle prestazioni fisiche, David Martin dell’Università di Rennes in Francia e i suoi colleghi hanno analizzato il microbiota di 50 giovani uomini, inclusi atleti professionisti.
La composizione del microbiota intestinale è risultata correlata alle performance aerobiche. In particolare, gli atleti professionisti presentano un profilo del microbiota diverso rispetto ai non atleti, con una maggiore abbondanza di batteri Prevotella.
I livelli di due SCFA, valerato (acido valerico) e propionato, sono risultati associati alla presenza di Prevotella copri, che è stata collegata a una maggiore capacità di svolgere esercizio aerobico.
Nelle persone con prestazioni fisiche moderate, la diversità del microbiota intestinale aumenta, mentre negli atleti professionisti diminuisce. Nonostante questa riduzione, gli atleti professionisti presentano comunque livelli elevati di SCFA fecali, importanti per il metabolismo energetico.
Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che gli individui con maggiori performance aerobiche tendono anche ad avere livelli minori di percorsi metabolici legati alla fermentazione e alla scomposizione dei carboidrati. I loro batteri intestinali sembrano dare priorità alla produzione di energia a partire da nutrienti semplici rispetto a quelli più complessi come l’amido. Successivamente, il team ha trasferito i microbi intestinali dei partecipanti allo studio nei topi.
Alcune caratteristiche dei donatori, come il massimo consumo di ossigeno e l’ossidazione dei grassi, che sono un indicatore della performance aerobica, hanno influenzato la composizione del microbiota intestinale dei topi: in particolare, una specie batterica, Parabacteroides merdae, è risultata associata a queste caratteristiche.
Gli animali che hanno ricevuto il microbiota da atleti di endurance professionisti hanno elaborato gli zuccheri in modo più efficiente e immagazzinato più energia nei muscoli rispetto a quelli che hanno ricevuto il microbiota da non atleti.
Tuttavia, nonostante questi miglioramenti metabolici, i topi non sono stati in grado di correre più a lungo o più lontano.
I risultati potrebbero dunque fornire informazioni sulla gestione del microbiota intestinale negli atleti professionisti e nei pazienti sottoposti a specifica attività fisica a scopo terapeutico.
Lo studio suggerisce anche la possibilità di personalizzare i trapianti di microbiota fecale per le persone con malattie non trasmissibili, considerando le performance di esercizio aerobico nella selezione dei donatori.
Dal nutrizionista di paese è tutto e i Tacchini Ignoranti MUTI.
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Dr.GiorgioDietologo