Studio di Osteopatia Michele Sannino

Studio di Osteopatia Michele Sannino Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Studio di Osteopatia Michele Sannino, Medicina e salute, Via Caltanissetta 85/A, Aprilia.

Grazie Francesca!
04/08/2020

Grazie Francesca!

Il puerperio, i primi 40 giorni di vita con il bambino, è un periodo estremamente delicato e sensibile per l’intera triade.
In particolare per il bambino questo periodo rappresenta l’adattamento alla vita extrauterina: ora infatti il bambino deve fare i conti con la sensazione di fame, avviare una buona ed efficace suzione, attivare la funzionalità gastrica e intestinale, controllare la termoregolazione, sentire il suo corpo in gravità e percepire luci e suoni in modo differente rispetto alla vita endouterina.
Spesso l’attenzione di una donna in gravidanza è concentrata sul momento della nascita, al dolore del travaglio-parto, all’incognita di questo evento tanto atteso e tanto temuto e poco tempo viene rivolto al dopo parto, quando in realtà è proprio da qui che tutto comincia!
Certamente una buona nascita crea le premesse perché tutto avvenga nel migliore dei modi, ma ogni mamma e neonato hanno sempre bisogno di tempo, di sostegno e di cure personalizzate.
Infatti nelle prime settimane dopo il parto, una neo-mamma oltre ad essere impegnata con l’accudimento del proprio bambino (prime poppate, pianto, bisogni, contatto), si trova a fare i conti con il suo corpo senza pancia, con le perdite post-partum, con la stanchezza fisica, con un perineo dolente, con il seno che si prepara all’allattamento, con il senso di responsabilità nei confronti di un piccolo essere umano.
La donna si trova quindi in un momento di passaggio, quello che la porta dall’essere donna all’essere madre: è una fase di transizione soggettiva, ogni donna ha il suo tempo e le sue modalità, ma tutte le donne per poter diventare madri hanno bisogno:
1) di accudire il proprio bambino, di relazionarsi con lui, di rispondere ai suoi bisogni, nonostante tutti i dubbi, le insicurezze, le paure che l’accudimento porta con sé, perché solo ”sperimentando” l’essere madre, solo sbagliando, solo provandoci, si diventa realmente madri.

2) Di essere sostenute, accompagnate, incoraggiate in varie modalità.
Sostegno pratico qualcuno che faccia per lei spesa, che cucini, pulisca, perché una donna nei primi 40 giorni non può e non deve fare tutto questo.

Sostegno affettivo da parte del compagno, dei nonni, degli amici.
Una donna che sente intorno a lei riconoscimento del suo impegno, della sua fatica, del suo ruolo, si rafforza, aumenta la sua autostima e la sua capacità di accudimento.

Sostegno dell’ostetrica, quando l’avvio dell’allattamento ha qualche difficoltà o quando la neo-mamma sente di aver bisogno di avere un riferimento nelle incertezze di accudimento.

Sostegno psicologico, quando, in alcuni casi, alla normale labilità emotiva (chiamata baby blues) frequente nei primi 10-15 giorni dal parto e caratterizzata da pianto facile, stanchezza psicofisica e malinconia, si somma e si prolunga nel tempo uno stato di depressione, di incapacità di prendersi cura del bambino con uno stato d’ansia perenne e destabilizzante.
In questo caso, occorre tempestivamente chiedere l’aiuto appropriato con fiducia e senza vergogna.

3) Di avere una rete di mamme con cui condividere gioie e fatiche dei primi mesi con il bambino.
I gruppi dopo parto rappresentano una grande risorsa e opportunità per tutte le neo-mamme, perché offrono l’occasione di uscire dall’isolamento domestico, di confrontarsi con altre mamme nella stessa situazione, di fare amicizie, di riappropriarsi dei propri spazi e tempi, di dedicare del tempo per sé e per il bambino in un contesto protetto e stimolante, di ritornare gradualmente in società.
Anche il neo-papà si trova ad affrontare un grande cambiamento e anche in questo caso i tempi sono soggettivi, ma ciò che può aiutarlo è stare insieme alla propria compagna e al proprio figlio almeno nei primi 10 giorni dopo il parto: non solo la sua presenza rasserena la compagna, ma permette alla coppia di “fare famiglia”, gli facilita la conoscenza del proprio bambino, gli permette di entrare nel suo ruolo di padre e protettore di mamma e bambino.
Concludo riportando il DECALOGO DELLA SOPRAVVIVENZA NEL PUERPERIO, scritto dalla nostra collega Ostetrica MARTA CAMPIOTTI e che ritrovate nel suo libro L’ARMONIA DELLA NASCITA:
1) Il bambino ha bisogno di te e del tuo tempo, tutto il resto può aspettare.
2) Più ti riposi e ti occupi solo del bambino, più ti sarà facile allattare.
3) All’inizio ci può essere qualche difficoltà, dopo sarà più semplice.
4) Fidati delle tue intuizioni e impara ad ascoltare il tuo bambino.
5) Non chiedere troppi consigli, non ascoltare chiunque, l’ostetrica ti aiuterà nei primi giorni se lo desideri.
6) Per la prima settimana evita le visite di amici e parenti, cerca la massima intimità con il bambino e con il tuo partner, poi accetta solo chi sa essere discreto e di aiuto..
7) Cerca di riposarti o dormire per una mezz’ora almeno di mattina e una di pomeriggio, organizzandoti per non essere disturbata.
😎 Farsi aiutare significa lasciare che altri si occupino della spesa, della cucina, della lavatrice.
9) Fatti preparare cibi nutrienti e semplici, piccoli spuntini golosi (ma sani!) e qualche bevanda energetica.
10) Anche tu hai bisogno di sostegno e coccole, riesci a chiedere aiuto al tuo compagno?

Tutti quanti, compagni, nonni, zii, amici, professionisti, dovremmo ricordarci che una donna accudita nel dopo parto, è in grado di accudire il proprio bambino al meglio e ciò crea benessere e salute in primis al bambino, poi a tutta la famiglia e poi all’intera comunità.
Ostetrica Francesca Gotti

Osteopatia Pediatrica
21/07/2020

Osteopatia Pediatrica

27/04/2020

DISTURBI DEL SONNO: QUANDO L’OSTEOPATIA PUÒ ESSERE UTILE?

Il trattamento osteopatico può essere utile in quei casi in cui i disturbi del sonno sono dovuti ad un’ipereccitabilità fisica e neurologica. Questa può essere legata a esperienze “traumatiche” avvenute nella vita intrauterina, durante il parto o nella prima infanzia. Il SNC è molto sensibile alla pressione fisica, quando questa aumenta può creare un’irritazione del sistema. Ad esempio, per un bambino che ha subito una “compressione” della base cranica al momento del parto, il semplice dormire in posizione supina aumenta il grado di pressione su questa zona già in tensione. Ciò impedirà al bambino di rilassarsi completamente durante la nanna e lo costringerà a continui risvegli per cambiare posizione.
Disturbi del sonno secondari ad altri problemi, come stipsi, coliche, reflusso, problematiche respiratorie ecc. In un bambino che soffre di reflusso, ad esempio, la posizione supina può aggravare la sintomatologia e non consentire un sonno continuativo.
In questi casi, dopo l’esclusione di patologie importanti da parte del pediatra, l’intervento dell’osteopata può essere di grande aiuto. Con tecniche mirate a migliorare la mobilità delle strutture compresse o con dei trattamenti a supporto dei problemi gastroenterici e respiratori, aiuterà il bambino a trovare maggiore armonia, equilibrio, ottenere un migliore adattamento quindi… una notte serena

Articolo a cura di
ℹ️chiamaci per un appuntamento con la nostra equipe di osteopati pediatrici.
3357349372

19/03/2020
Osteopatia e Gravidanza.Fondazione osteopatia pediatrica San Marino
28/02/2020

Osteopatia e Gravidanza.
Fondazione osteopatia pediatrica San Marino

I BENEFICI DELL’OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA

Durante la gravidanza il corpo della futura mamma deve adattarsi a molteplici cambiamenti strutturali in un lasso di tempo relativamente breve. Vi è un aumento del peso corporeo, una diversa distribuzione del carico e delle pressioni toraco-addomino-pelviche, che a loro volta possono influenzare organi e visceri. A rendere tutto ciò possibile è la produzione massiccia di ormoni, progesterone e relaxina, che creando una maggiore lassità di tutte le articolazioni, permettono ad esempio al bacino di raggiungere una maggiore apertura e contribuiscono in genrale a rendere l’ambiente il più confortevole possibile per accogliere il feto in crescita.

Questi adattamenti portano però ad una modificazione significativa della postura e spesso possono provocare dei fastidiosi disturbi alle future mamme, soprattutto a partire dal secondo trimestre.
Disturbi quali mal di schiena, sciatalgia, pubalgia, problemi digestivi, reflusso, costipazione, dolori alle gambe o ritenzione idrica, sono solo alcuni tra quelli che possono trovare giovamento dal trattamento osteopatico,

Tutte le strutture coinvolte da questi cambiamenti infatti possono andare incontro a quella che noi definiamo una “disfunzione osteopatica” ovvero null’altro che un’alterazione della mobilità che può però andare a creare delle perturbazioni nella funzione di un’articolazione, di un muscolo, fascia, viscere ecc...
L’osteopatia attraverso tecniche dolci, assolutamente sicure, aiuta l’organismo ad adattarsi al meglio ai cambiamenti in atto e ad eliminare o alleviare i disturbi sopracitati.

articolo a cura di:
- Luisa Miraglia, Osteopata specializzata in Osteopatia Pediatrica

info e prenotazione trattamenti osteopatici 0549/961429

Osteopatia Pediatrica
29/01/2020

Osteopatia Pediatrica

𝗢𝘀𝘁𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮 𝗲 𝗡𝗲𝗼𝗻𝗮𝘁𝗶:
𝗠𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗿𝗮𝗻𝗶𝗼 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝘁𝗿𝗮𝘃𝗮𝗴𝗹𝗶𝗼, 𝗾𝘂𝗮𝗹 𝗲̀ 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝗿𝗺𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮? 𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗼𝗰𝗮𝗿𝗲? 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲?

Durante il travaglio la testa del bambino è soggetta delle forze compressive molto potenti grazie alle quali viene sottoposta ad un processo di “modellamento”.
Le soffici ossa del cranio si sovrappongono, si piegano, si deformano, permettendo cosi una riduzione del diametro della testa che ne facilita il passaggio attraverso il canale del parto.
Oltre a proseguire la sua discesa, la testa deve poter ruotare e girare al suo passaggio attraverso il bacino nonostante la notevole resistenza offerta dalle strutture materne.
Le forze imposte portano a una distorsione delle ossa craniche, spesso riconoscibile alla nascita, perché la testa assume una forma ovoidale o allungata.
Ma non è solo il cranio che deve ammortizzare le spinte uterine, anche la parte alta del collo e l’osso occipitale (parte posteriore del cranio) sono aree dove le forze di compressione, distorsione e rotazione si manifestano dopo il parto.
Le ossa della volta cranica sono flessibili e hanno la capacità di sovrapporsi e distorcersi molto facilmente, ma bisogna altresì dire che sono capaci di ritornare alla normalità dopo il travaglio altrettanto facilmente. Le dure ossa della base del cranio hanno bisogno di forze compressive maggiori per essere distorte ma il loro ritorno alla normalità è sicuramente più difficile.
Nei primi 10 giorni dopo il parto, si assiste ad una decompressione naturale e graduale del cranio. Durante questo periodo diventano a tal fine “atti terapeutici” la respirazione, le azioni muscolari come il pianto o lo sbadiglio e soprattutto la suzione al seno. Questa infatti ha l’effetto di una potente p***a decompressiva che si attiva durante l’allattamento al seno ecco perché alcuni bebè hanno la necessità di stare attaccati molto tempo (Il facile succhiare dal biberon infatti è molto meno efficace in questo senso…).

Nei parti molto lunghi o al contrario nei travagli molto veloci (in cui solitamente il modellamento delle ossa non è però visibile alla nascita…), quando avviene l’utilizzo di manovre ostetriche o ausilii (come la manovra di Kristeller, la ventosa, il forcipe) o durante i cesarei d’urgenza (e non), la capacità di adattamento del cranio viene messa a dura prova.
In questi casi sarà molto più difficoltoso per il bambino rilasciare le tensioni accumulate soprattutto a livello della base cranica, del tratto cervicale ma anche del sacro e della colonna.
La ritenzione di forze compressive a seguito del cosiddetto “trauma da parto”, può causare una svariata quantità di sintomi al bambino.

Gli effetti sono molto individuali, ma i più comuni sono:
Difficoltà nella suzione/Letargia
Irritabilità
Pianto inconsolabile
Disturbi del sonno
Problemi nella digestione/Rigurgiti frequenti/Reflusso/Singhiozzo
Coliche/Stipsi
Plagiocefalia/Torcicollo

L’osteopatia attraverso delicate e dolci tecniche, si occupa di eliminare le forze di compressione accumulate durante il parto (e/o nella vita intrauterina), che il neonato non riesce a risolvere spontaneamente e che influiscono sulla sua capacità di adattamento e sul normale funzionamento dell’organismo.

(approfondimento a cura di Luisa Miraglia DOP - Tutor presso la fondazione di osteopatia pediatrica San Marino,Lenovelune-)

Interessante articolo sul trattamento osteopatico nelle difficoltà di suzione. Grazie a Luisa Miraglia DOP per la condiv...
28/01/2020

Interessante articolo sul trattamento osteopatico nelle difficoltà di suzione.
Grazie a Luisa Miraglia DOP per la condivisione...

L’osteopatia pediatrica e neonatale, grazie ad un approccio fatto di pressioni delicate e non invasive, aiuta il bambino a liberarsi dalle tensioni stimolando la sua capacità di autoregolazione (principio di autoguarigione).

18/12/2019

Craniostenosi e Plagiocefalia posturale... l’approccio terapeutico e il ruolo dell’osteopata in quest’ultima.
Dott. Genitori, ospedale pediatrico Meyer di Firenze

12/12/2019
01/07/2019

...DOPO LA NASCITA:

Il puerperio, i primi 40 giorni di vita con il bambino, è un periodo estremamente delicato e sensibile per l’intera triade.
In particolare per il bambino questo periodo rappresenta l’adattamento alla vita extrauterina: ora infatti il bambino deve fare i conti con la sensazione di fame, avviare una buona ed efficace suzione, attivare la funzionalità gastrica e intestinale, controllare la termoregolazione, sentire il suo corpo in gravità e percepire luci e suoni in modo differente rispetto alla vita endouterina.
Spesso l’attenzione di una donna in gravidanza è concentrata sul momento della nascita, al dolore del travaglio-parto, all’incognita di questo evento tanto atteso e tanto temuto e poco tempo viene rivolto al dopo parto, quando in realtà è proprio da qui che tutto comincia!
Certamente una buona nascita crea le premesse perché tutto avvenga nel migliore dei modi, ma ogni mamma e neonato hanno sempre bisogno di tempo, di sostegno e di cure personalizzate.
Infatti nelle prime settimane dopo il parto, una neo-mamma oltre ad essere impegnata con l’accudimento del proprio bambino (prime poppate, pianto, bisogni, contatto), si trova a fare i conti con il suo corpo senza pancia, con le perdite post-partum, con la stanchezza fisica, con un perineo dolente, con il seno che si prepara all’allattamento, con il senso di responsabilità nei confronti di un piccolo essere umano.
La donna si trova quindi in un momento di passaggio, quello che la porta dall’essere donna all’essere madre: è una fase di transizione soggettiva, ogni donna ha il suo tempo e le sue modalità, ma tutte le donne per poter diventare madri hanno bisogno:

1) di accudire il proprio bambino, di relazionarsi con lui, di rispondere ai suoi bisogni, nonostante tutti i dubbi, le insicurezze, le paure che l’accudimento porta con sé, perché solo ”sperimentando” l’essere madre, solo sbagliando, solo provandoci, si diventa realmente madri.

2) Di essere sostenute, accompagnate, incoraggiate in varie modalità.
Sostegno pratico qualcuno che faccia per lei spesa, che cucini, pulisca, perché una donna nei primi 40 giorni non può e non deve fare tutto questo.

Sostegno affettivo da parte del compagno, dei nonni, degli amici.
Una donna che sente intorno a lei riconoscimento del suo impegno, della sua fatica, del suo ruolo, si rafforza, aumenta la sua autostima e la sua capacità di accudimento.

Sostegno dell’ostetrica, quando l’avvio dell’allattamento ha qualche difficoltà o quando la neo-mamma sente di aver bisogno di avere un riferimento nelle incertezze di accudimento.

Sostegno psicologico, quando, in alcuni casi, alla normale labilità emotiva (chiamata baby blues) frequente nei primi 10-15 giorni dal parto e caratterizzata da pianto facile, stanchezza psicofisica e malinconia, si somma e si prolunga nel tempo uno stato di depressione, di incapacità di prendersi cura del bambino con uno stato d’ansia perenne e destabilizzante.
In questo caso, occorre tempestivamente chiedere l’aiuto appropriato con fiducia e senza vergogna.

3) Di avere una rete di mamme con cui condividere gioie e fatiche dei primi mesi con il bambino.
I gruppi dopo parto rappresentano una grande risorsa e opportunità per tutte le neo-mamme, perché offrono l’occasione di uscire dall’isolamento domestico, di confrontarsi con altre mamme nella stessa situazione, di fare amicizie, di riappropriarsi dei propri spazi e tempi, di dedicare del tempo per sé e per il bambino in un contesto protetto e stimolante, di ritornare gradualmente in società.
Anche il neo-papà si trova ad affrontare un grande cambiamento e anche in questo caso i tempi sono soggettivi, ma ciò che può aiutarlo è stare insieme alla propria compagna e al proprio figlio almeno nei primi 10 giorni dopo il parto: non solo la sua presenza rasserena la compagna, ma permette alla coppia di “fare famiglia”, gli facilita la conoscenza del proprio bambino, gli permette di entrare nel suo ruolo di padre e protettore di mamma e bambino.
Concludo riportando il DECALOGO DELLA SOPRAVVIVENZA NEL PUERPERIO, scritto dalla nostra collega Ostetrica MARTA CAMPIOTTI e che ritrovate nel suo libro L’ARMONIA DELLA NASCITA:

1) Il bambino ha bisogno di te e del tuo tempo, tutto il resto può aspettare.
2) Più ti riposi e ti occupi solo del bambino, più ti sarà facile allattare.
3) All’inizio ci può essere qualche difficoltà, dopo sarà più semplice.
4) Fidati delle tue intuizioni e impara ad ascoltare il tuo bambino.
5) Non chiedere troppi consigli, non ascoltare chiunque, l’ostetrica ti aiuterà nei primi giorni se lo desideri.
6) Per la prima settimana evita le visite di amici e parenti, cerca la massima intimità con il bambino e con il tuo partner, poi accetta solo chi sa essere discreto e di aiuto..
7) Cerca di riposarti o dormire per una mezz’ora almeno di mattina e una di pomeriggio, organizzandoti per non essere disturbata.
😎 Farsi aiutare significa lasciare che altri si occupino della spesa, della cucina, della lavatrice.
9) Fatti preparare cibi nutrienti e semplici, piccoli spuntini golosi (ma sani!) e qualche bevanda energetica.
10) Anche tu hai bisogno di sostegno e coccole, riesci a chiedere aiuto al tuo compagno?

Tutti quanti, compagni, nonni, zii, amici, professionisti, dovremmo ricordarci che una donna accudita nel dopo parto, è in grado di accudire il proprio bambino al meglio e ciò crea benessere e salute in primis al bambino, poi a tutta la famiglia e poi all’intera comunità.

Articolo a cura dell’Ostetrica Francesca Gotti

Ph:

12/03/2018

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