18/04/2025
Questa è stata la settimana del: ma io mangio poco, non capisco perché ingrasso. Oppure del: ma quello mangia più di me, come fa a essere così magro?
Posto che non ha senso fare paragoni tra noi e altri, cerchiamo di capire quanto questo può essere vero.
Mettersi a tavola con un piatto quasi vuoto non significa per forza mangiare poco.
E nemmeno saltare la colazione o il pranzo.
E poi, mangiare poco, cosa significa di preciso?
Posso mangiare poco ai pasti, magari solo un'insalata con poco niente dentro, o un piatto di pasta al pomodoro, ma se poi mi viene da piluccare tutto il pomeriggio, sto veramente mangiando così poco?
Posso mangiare poco, nel senso che il piatto è mezzo vuoto, ma se scelgo alimenti con un'alta densità calorica, non starò mangiando poi così poco. Volumetricamente poco non è per forza anche poche calorie. Per estremizzare, una tavoletta di cioccolato è molto di più di una ciotola di insalata, anche se nessuno dei due può essere definito un pasto vero.
Posso mangiare poco, nel senso di concentrare la mia alimentazione in 1-2 pasti, ma non è detto che questi pasti siano adatti a soddisfare il mio fabbisogno. Magari vado oltre, perché dopo una giornata super intensa al lavoro, arrivo famelico e oltre a finire in un secondo il mio piatto, cerco anche altro cibo che c'è in tavola e che forse non mi servirebbe, ma cavolo, ho fame (o meglio, ho mangiato così velocemente che il mio stomaco sta ancora comunicando al cervello il mio avvenuto pasto, e lui non ha ancora emesso il verdetto di sazietà).
Posso mangiare poco, nel senso che mi faccio come spuntino un pacchettino di biscotti, ma non sto mangiando meno di chi, ad esempio, si sta mangiando uno yogurt con della frutta.
Sono solo esempi, ma da qui possiamo capire come le piccole scelte di ogni giorno possano fare veramente la differenza.
Fermiamoci a pensare, quando crediamo di mangiare poco, se effettivamente stiamo mangiando così poco. E in caso correggiamo qualcosina, basta poco alla volta.