25/01/2020
Vorrei pubblicare alcune mie riflessioni e chiarimenti che riguardano la vicenda dell’ictus che ha colpito il giornalista Vianello in seguito a una manipolazione cervicale eseguita nei giorni precedenti da un sedicente osteopata e/o chiropratico:
1) Se è vero quanto riportato nelle pagine del libro del signor Vianello, mi DISSOCIO nella maniera più categorica dal modus operandi del terapista in questione che non può definirsi né da osteopata né da chiropratico e che quindi fatico a definire collega. Non è assolutamente previsto dal razionale osteopatico che un paziente si sottoponga a sedute di trattamento così ravvicinate perché non ha assolutamente nessun tipo di logica terapeutica e può essere altresì dannoso (nel migliore dei casi si va incontro a una sindrome da overtreatment, ovvero da “eccesso di trattamento”).
2) La manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA) cervicale se eseguita da un professionista competente e preparato (non si impara una manovra di questo tipo in un giorno o in un weekend ma con mesi e mesi di pratica), non è in grado di interrompere il flusso dell’arteria vertebrale e causare quindi un ictus (Symons et al., 2002) e in ogni caso non ci sono studi scientifici che dimostrino la correlazione diretta fra manipolazione cervicale (in ogni caso le manipolazioni studiate sono sempre di natura chiropratica e non osteopatica) e ictus (Chung et al., 2015). Ci sono però delle linee guida su segni e sintomi che dovrebbero indicare i possibili rischi di dissecazione arteriosa (Kerry et al., 2008), probabilmente in questo specifico caso non sono stati presi in considerazione.
3) Stiamo tornando al medioevo quando in piazza si stabiliva la vita o la morte delle persone in base alle urla accusatorie della gente, oggi nella gogna mediatica dei social le urla sono diventate i likes, più silenziosi, ma non meno potenti. Alcune persone, dall’alto della loro ignoranza riguardo agli argomenti di cui vorrebbero essere esperti, esprimono giudizi e condanne, vorrei ricordare a loro che a fare giustizia ci pensano i magistrati non i giornalisti, i politici, gli influencer, i leader di partito o altri fenomeni da baraccone.
Purtroppo il signor Vianello in questa faccenda non si è comportato da giornalista, ma preso dalla, seppur comprensibile rabbia per quanto gli è accaduto, ha perso la lucidità necessaria per fare informazione e si è unito alla pletora dei giudici della corte social. Non si è informato studiando la letteratura scientifica o parlando con le associazioni che rappresentano osteopati e chiropratici.
Ce ne è già uno (basta e avanza) che scende in strada a suonare i campanelli della gente per accusarla in base a dicerie o che si scaglia contro una categoria di lavoratori senza averne le competenze giuridiche e culturali per farlo (vedi caso riguardo ai negozi di cannabis legale), non lo emuli per favore, non è un buon esempio. Bensì si scusi con tutta la categoria degli osteopati e trasformi questa sua battaglia contro l’osteopatia in una battaglia per il riconoscimento dell’osteopatia e degli osteopati competenti perché fatti del genere con accadano più.
Folla e commozione alla prima presentazione di “Ogni parola che sapevo”, il libro con cu