16/08/2025
Come cita Enrico Galiano, la gavetta è indispensabile.
È il tempo in cui impari a stare in una squadra, a reggere la fatica, a sbagliare e rifare, a prendere un no senza prenderlo sul personale. È il tempo dei turni scomodi, delle mansioni meno glamour, del “puoi rifarlo meglio?”. E va bene così: forma, tempra, dà mestiere.
Ma una cosa è la fatica che educa; un’altra è l’abuso che umilia.
Ci sono linee che non si oltrepassano: sicurezza, igiene, alloggi dignitosi, orari umani, riposi garantiti, retribuzioni chiare e tracciate, rispetto. Non sono “pretese da viziati”, sono il minimo per lavorare da persone.
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I ragazzi di oggi non hanno voglia di lavorare!
Non sanno più fare sacrifici!
Io alla loro età!
Dicono.
E io rido.
Rido pensando a quando, per pagarmi l’università, facevo la stagione a Lignano e Bibione.
Anni ’90: dormivamo in 14 in una stanza, ognuno con lo spazio vitale di un bonsai.
Negli scantinati, con l’umidità che ti faceva crescere le branchie e insetti così grossi che ti chiedevi quanto pagassero l'affitto.
Quattro mesi senza un giorno libero, orari così lunghi che arrivavi alla fine con la voglia di minacciare di percosse chiunque entrasse ancora.
Molte ore in nero, mobbing come sport nazionale e datori che ti insultavano o in qualche caso ti mettevano le mani addosso (successo davvero).
Però restavi. Perché alternative non ce n’erano. E soprattutto perché ti avevano insegnato che era normale. Che, anzi, ringrazia che hai un lavoro!
Per questo, quando vedo un ragazzo che oggi si ribella, non penso “non ha voglia di lavorare”.
Penso che ha voglia di non farsi calpestare.
Che vuole quello che dovrebbe essere scontato: un alloggio dignitoso, orari umani, paghe giuste, rispetto.
Se volete che i ragazzi “escano di casa” e smettano di essere quei “bamboccioni” che tanto vi piace nominare, offrite loro condizioni decenti.
Scoprirete che non solo usciranno di casa: lo faranno di corsa.
E lo faranno con la testa alta, e la dignità intatta.
La stessa a cui noi abbiamo rinunciato troppo spesso, perché convinti che quella fosse la normalità.