Alcalinizzare il corpo. Mantiene giovani e allunga la vita.

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Alcalinizzare il corpo. Mantiene giovani e allunga la vita. Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Alcalinizzare il corpo. Mantiene giovani e allunga la vita., Loc Policiano 95B, Arezzo.

29/08/2021
20/10/2018

Gli Hunza, la popolazione più longeva del mondo.
Il popolo degli “Hunza” è considerato il più longevo al mondo. Non solo vivono in media 130-140 anni, ma non conoscono neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, le malattie del sistema nervoso, ecc. Vivono al confine nord del Pakistan, all’interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione, in assoluto, più longeva della Terra.
Popolo HunzaLa nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza medica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni. Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità, paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti per necessità ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno ter**eutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale, che non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza, per tutto l’arco dell’anno.

Coltivano orzo, frumento, miglio, grano saraceno e verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, r**e, piselli e hanno numerosi alberi di noci, albicocche, ciliegie, pesche, pere, melograni e anche cespugli di more. Per aspettare che l’orzo maturi, nel mese di marzo, digiunano anche per intere settimane (fino anche a due mesi in semi digiuno), razionando i pochi viveri rimasti, in attesa del primo raccolto nuovo.

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Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, debilitazione e morte, al contrario nel corso degli anni, ha prodotto in questa popolazione straordinarie capacità di vigore fisico. Un Hunza può andare a camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito, senza mai fermarsi. Le loro forti doti di resistenza, infatti, sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni sulle catene montuose Himalayane, sono assoldati spesso come portatori.

Il digiuno nel mondo animale
Il digiuno è una cosa normale anche per molti animali, una questione di sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più, al fine di accumulare grasso per l’inverno, quando il cibo, alle altitudine alle quali vivono, tende a scarseggiare. Il bello è che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro, per l’accoppiamento e la successiva fecondazione, avvengono proprio in pieno inverno, quando sono praticamente a digiuno. Questo fattore tuttavia non compromette affatto le loro energie, anzi sembra addirittura enfatizzarle. Anche gli uccelli migratori mangiano a fine estate in abbondanza, più del loro naturale fabbisogno, arrivando a pesare il doppio del normale. Ma quando poi intraprendono la migrazione, che può arrivare a coprire anche 5000 km, non si fermano mai, e a fine corsa il loro peso è ritornato normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrere grandi distanze, per procacciarsi altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo. Cosa, che del resto, fanno quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che durante la famosa risalita del fiume non ingerisce nulla. E non lo fa nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza quindi, il digiuno è una condizione che non è nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni, e che sembra apportare molti benefici.

Acqua alcalina
Un altro elemento fondamentale per la forza e la longevità del popolo Hunza, è la composizione dell’acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva un elevato pH (acqua alcalina), quindi con un notevole potere antiossidante ed un elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente, devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato, viene infatti in questo modo compensata, ed il pH rimane più stabile.

Oggi purtroppo il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta”, ed anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con questi le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici, aspetti che l’Occidente evoluto conosce molto bene. In pochi, purtroppo, sono riusciti a scampare a questo inquinamento “evolutivo”, evitando ogni forma di contagio.

Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci allora se hanno davvero senso le classiche “chiacchiere da bar”, che sentiamo usualmente in giro:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera”…

Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo? o sono forse gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette? E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile, ecc…? E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative o del sistema nervoso?

Ciò che è normale in una società malata, potrebbe essere contro natura e del tutto senza senso per un popolo maggiormente consapevole.

Articolo di Andrea Conti

Gli Hunza, la popolazione più longeva del mondo.Visto su http://www.stampalibera.com/?p=51153 – tratto da http://contian...
20/10/2018

Gli Hunza, la popolazione più longeva del mondo.
Visto su http://www.stampalibera.com/?p=51153 – tratto da http://contiandrea.wordpress.com/

Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno ter**eutico, nutrimento per l’anima”.
Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.
E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..
Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.
Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali
Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno ter**eutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, r**e, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.

Il digiuno nel mondo animale
Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

Acqua alcalina
L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….

Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?
Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

Andrea Conti
Dottore in Fisioterapia
Università degli Studi di Roma

Fonte: Gli Hunza, la popolazione più longeva al mondo | Collettivo Exit http://www.magozine.it/gli-huntza-la-popolazione-piu-longeva-al-mondo

stampa libera, quello che la stampa di regime non dice

Hunza: i segreti del popolo più longevo del pianetaGli Hunza, che vivono nel Pakistan del Nord, sono il popolo più longe...
20/10/2018

Hunza: i segreti del popolo più longevo del pianeta
Gli Hunza, che vivono nel Pakistan del Nord, sono il popolo più longevo del pianeta. Ecco i loro segreti

Siamo in Pakistan del Nord, ai piedi della catena dell’Himalaya. E’ qui che si trovano gli Hunza, ritenuti da più fonti la popolazione più longeva al mondo. Quali sono i loro segreti? Sono in tanti a chiedersi cosa li faccia vivere così a lungo (pare che alcuni individui raggiungano i 150 anni e che le donne siano fertili sino a 90 anni, partorendo figli a 65) . Si sa che consumano moltissime albicocche, fresche o essiccate, nelle zuppe, sotto forma di succo mescolato con ghiaccio o neve per ricavare una specie di gelato. Molto della loro misteriosa sopravvivenza è racchiuso nella loro alimentazione semplice e salutare. Niente alimenti industriali, processati, inscatolati o confezionati, niente additivi chimici. Gli Hunza, al contrario, consumato tè, tisane, l’erba tumuro (timo selvatico) oltre a noci, cereali, in particolare grano saraceno, miglio e orzo, legumi, uova, raramente formaggio e latte di capra locale.

image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2017/09/HUNZA-1-300x200.jpg

Si sa che fanno il bagno in acqua fredda, non adottano spuntini fuori orario, sono molto misurati nel cibarsi, non mangiano nulla durante la cd “Primavera di fame”, per circa 2-4 mesi, nutrendosi solo con succo di albicocca secca. Questo popolo vive dei frutti stagionsli della natura, di un lungo periodo di carestia nei mesi invernali, adotta un forzoso digiuno ter**eutico, percorre chilometri a chilometri a piedi durante il giorno, è prevamentemente vegetariano, non conosce l’inquinamento atmosferico, ambientale ed elettromagnetico, né lo stress della civiltà evoluta o l’uso della tecnologia.

image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2017/09/HUNZA-2-300x199.jpg

Ma basta il suo stile di vita semplice e sano ad apportar tutta questa longevità? Fu il dottor Henri Coanda, padre della dinamica dei fluidi, il primo ad analizzare, negli anni 50, le proprietà benefiche dell’acqua che gli Hunza bevevano, scoprendo che essa possiede un elevato livello di ph, quindi si tratta di un’acqua alcalina, una straordinaria quantità di idrogeno attivo, un notevole potenziale antiossidante e un elevato contenuto di minerali colloidali. E un’acqua anomala, ossia le sue proprietà cambiano a seconda dei luoghi. Nella regione degli Hunza si congela a una temperatura differente rispetto ai valori dell’acqua della città. Differenti rsono anche la viscosità, la tensione superficiale e l’indice di rifrazione. E’ nascosto forse in quest’acqua così particolare il segreto della longevità degli Hunza?

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Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2017/09/hunza-segreti-del-popolo-piu-longevo-del-pianeta/975034/ .99

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