Studio di osteopatia Dott. Giovanni Abagnale

Studio di osteopatia Dott. Giovanni Abagnale Sono Giovanni Abagnale, Osteopata D.O. e membro ROI. La mia mission: prendermi cura dei miei pazienti

Post muto
15/02/2025

Post muto

12/02/2025

Neurochirurgo che parla con una paziente: signora ha un'ernia ma non c'è bisogno di una operazione.

Paziente: meno male, cosa mi consiglia?

Neurochirurgo: faccia un po' di ginnastica posturale

Paziente: va bene. La Ringrazio

Io che parlo con il Neurochirurgo: Dottore, ma lei crede nell'utilità della ginnastica posturale in pazienti che hanno una ernia?

Risposta del Neurochirurgo: no.

"Ogni giorno ho paura. Oggi sono riuscito a calmarmi, non so se il giorno dopo ci riuscirò.."Chi parla è il numero 10 al...
10/02/2025

"Ogni giorno ho paura. Oggi sono riuscito a calmarmi, non so se il giorno dopo ci riuscirò.."

Chi parla è il numero 10 al mondo..nello sport c'è ancora troppa ignoranza che porta a sottovalutare l'aspetto mentale..

Il tennista russo è tornato a parlare del tema della salute mentale all'Atp 500 di Rotterdam

Molto interessante.. chissà quante volte vi sarà capitato o vi capiterà, a voi e soprattutto ai vostri figli.. Bene aver...
03/02/2025

Molto interessante.. chissà quante volte vi sarà capitato o vi capiterà, a voi e soprattutto ai vostri figli.. Bene averne conoscenza..

Questo video YouTube esplora l'effetto Pigmalione, un fenomeno psicologico in cui aspettative più alte portano a prestazioni più elevate. Attraverso esempi p...

"SCIENZA SERVIZIEVOLE"E" un onore ed una grande emozione avere avuto la fortuna di ascoltare chi incarna ciò a cui crede...
01/02/2025

"SCIENZA SERVIZIEVOLE"
E" un onore ed una grande emozione avere avuto la fortuna di ascoltare chi incarna ciò a cui crede. Condividere questo contenuto per me è un regalo che faccio a chi può ascoltarlo con l'attenzione che merita.

Daniela Lucangeli holds a degree in Philosophy from Padua University and a Ph.D. in Developmental Sciences from Leiden University. She is a tenured professor...

31/12/2024

Per il 2025 il mio augurio è di non limitarci a ciò che è già stato fatto; perseguiamo le nostre idee, lasciamo che la nostra immaginazione prenda il volo.
La vita è un’occasione meravigliosa per immergersi in storie, costruire legami e creare momenti indimenticabili.
Tanti Auguri 🎉🎉🎉

22/12/2024

Ritrae Charles Chaplin, si dice che abbia scritto questo poema, “Quando ho iniziato ad amarmi davvero”, all'età di 70 anni.

QUANDO HO INIZIATO AD AMARMI DAVVERO

"Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho compreso che, in ogni circostanza,
ero nel posto giusto, al momento giusto,
e nell’istante esatto. Così ho potuto rilassarmi.
Oggi so che questo si chiama… Autostima.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho capito che la mia ansia e la mia sofferenza emotiva
non erano altro che segnali
che stavo andando contro le mie verità.
Oggi so che questo si chiama… Autenticità.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho smesso di desiderare che la mia vita fosse diversa
e ho iniziato ad accettare tutto ciò che accadeva,
sapendo che contribuiva alla mia crescita.
Oggi so che questo si chiama… Maturità.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho capito quanto sia offensivo forzare una situazione o una persona
per ottenere ciò che desidero,
anche sapendo che non è il momento giusto
o che la persona non è pronta, nemmeno io.
Oggi so che questo si chiama… Rispetto.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho cominciato a liberarmi di tutto ciò che non fosse sano:
persone, situazioni e qualsiasi cosa
mi trascinasse verso il basso.
All’inizio la mia mente chiamava questo atteggiamento egoismo.
Oggi so che si chiama… Amor proprio.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho smesso di avere paura del tempo libero
e ho rinunciato a fare grandi piani.
Ho abbandonato i mega-progetti per il futuro.
Oggi faccio ciò che ritengo giusto, ciò che mi piace,
quando voglio e al mio ritmo.
Oggi so che questo si chiama… Semplicità.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione
e così ho sbagliato meno spesso.
Oggi ho scoperto che questo si chiama… Umiltà.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho smesso di rivivere il passato
e di preoccuparmi per il futuro.
Ora vivo nel presente,
dove la vita accade. Oggi vivo un giorno alla volta.
E questo si chiama… Pienezza.

Quando ho iniziato ad amarmi davvero,
ho capito che la mia mente può tormentarmi e deludermi.
Ma quando la metto al servizio del mio cuore,
diventa un’alleata preziosa.
E tutto questo è… Saper vivere.

Non dobbiamo avere paura di metterci in discussione.
Del resto, anche i pianeti si scontrano,
e dal caos nascono le stelle più luminose."

Web

07/12/2024

Ridurre l'Osteopatia a dei video ridicoli pubblicati sui social è veramente qualcosa di inqualificabile.

Credo che possiamo veramente iniziare a parlare di una nuova forma patologica: la "sindrome dell'Osteopata scrocchiatore". Un personaggio malato di visibilità, insicuro di quello che fa a tal punto che ha bisogno di un rumore per dimostrare la sua efficacia, che ha completamente frainteso ciò per cui ha studiato per 6 anni.

Il riconoscimento dell'Ostepatia come professione sanitaria è stato molto travagliato, lungo, con molti ostacoli. Ovviamente c'è stato alla base un conflitto di interessi: riconoscere una nuova professione significa togliere potere e soldi a qualcun'altra. Però più passa il tempo e più penso che avevano ragione gli oppositori. Lanciare una nuova professione nel sistema sanitario senza una struttura solida in grado di tutelarla è pericoloso. Mi auguro che chi si occuperà dell'Ostepatia nei prossimi anni sia in grado di contrastare questo scempio: i social sono pieni di video di Osteopati che stanno rovinando, maltrattando l'immagine di una professione nel peggior modo possibile. Hanno creato dei set cinematografici in cui scrocchiano senza senso alla ricerca ossessionata di like e di followers, cercando di vendere il fumo alle persone.

Non mi interessa tanto discutere dell'utilità delle tecniche con scroscio articolare, perché il tutto è proprio sbagliato e ridicolo all'origine: ciò che caratterizza l'Osteopatia è il ragionamento clinico, il rispetto della persona, la visione olistica, non ridurre il tutto ad un trattamento da spettacolarizzazione sui social, ma rispettare la professione ed il paziente, considerando il sintomo l'espressione di un mal funzionamento della persona, di un malessere da andare ad indagare e trattare con rispetto e professionalità, non risolvibile con una scrocchaita da social.

Nel tentativo di compiacere gli altri snaturiamo noi stessi.Crediamo che per poter essere apprezzati e amati dovremmo es...
01/12/2024

Nel tentativo di compiacere gli altri snaturiamo noi stessi.

Crediamo che per poter essere apprezzati e amati dovremmo essere diversi da come siamo. Ed è così che iniziamo ad allontanarci da noi stessi.

Indossiamo una maschera che crediamo socialmente accettabile ma che non ci esprime.

Viviamo nell'eterno conflitto tra ciò che siamo e ciò che crediamo di dover essere.

Spesso diamo un potere enorme agli altri ma siamo proprio sicuri che sia la cosa migliore da fare ?

A tal proposito vi racconto un esperimento sociale che dimostra benissimo come costruire il nostro senso di autoefficacia, la nostra autostima facendo leva su quello che pensano gli altri di noi, è qualcosa che ci porta completamente fuori strada :

Joshua Bell musicista di fama mondiale, durante l’ora di punta del mattino, precisamente alle 7:51, uscì dalla stazione della metropolitana di Washington DC, si fermò in un atrio al coperto in cima alle scale mobili, prese il suo violino dalla custodia, uno dei migliori violini mai realizzati: il suo Stradivari del valore di 3,5 milioni di dollari, (realizzato personalmente da Antonio Stradivari nel 1713, quando il maestro di Cremona aveva ormai 69 anni) e iniziò ad esibirsi come un semplice musicista di strada, vestito in modo del tutto informale: un giovane uomo con indosso jeans, una maglietta a maniche lunghe e una visiera dei Washington Nationals.

Durante i successivi 43 minuti, nei quali eseguì brani classici di altissimo valore, Joshua Bell raccolse un totale di 32.17$ e tra le 1.097 persone che passarono dalla stazione quella mattina, solo una fu in grado di riconoscere il violinista che solo tre giorni prima si era esibito nella maestosa Symphony Hall davanti al suo pubblico. Il 90% delle persone lo ignorava semplicemente, ed immersi nella frenesia della vita quotidiana, non sono riusciti a cogliere la straordinaria performance che avevano di fronte.

Immaginate se Joshua Bell non fosse stato già un un violinista di fama mondiale ma che stesse suonando come artista di strada alla ricerca del consenso degli altri per costruire la sua sua autostima come musicista..

Togliamo il potere di distruggerci agli altri e prendiamo il controllo della nostra vita.

Guardate il video dell'esperimento, è molto interessante.

Joshua Bell is one of the world's greatest violinists. His instrument of choice is a multimillion-dollar Stradivarius. If he played it for spare change, inco...

30/11/2024

Iniziamo da un esperimento :

mettetevi in una stanza da soli, in piedi, pensate ad una ingiustizia che avete ricevuto , un evento che vi fà nascere pensieri simili a questi : non è giusto che mi hanno fatto questo, come si sono permessi, glie la farò pagare, gli farò vedere io chi sono. Accompagnate a questi pensieri una spinta dei vostri piedi verso il terreno come se vorreste rendere più saldo il vostro appoggio, contraete con forza in flessione le vostre dita dei piedi spingendo ancora più forte verso il terreno, mantenendo le precedenti contrazioni ora contraete i vostri polpacci, le vostre cosce, mantenendo le precedenti contrazioni ora contraete i vostri glutei, il vostro addome, il vostro tronco, il vostro torace, mantenendo le precedenti contrazioni ora contraete le vostre spalle, le vostre braccia, stringete i vostri pugni con il massimo delle vostre forze, contraete la vostra gola come se doveste trattenere un urlo, serrate la mandibola stringendo i denti, chiudete e stringete con forza i vostri occhi, trattenete il vostro respiro in massima inspirazione...mantenendo tutte le precedenti contrazioni ora provate a muovervi, provate a camminare, provate a compiere delle azioni motorie..difficile muoversi..vero ? Avete appena simulato come agisce una armatura psico neuro muscolare. Ovviamente l'esempio rappresenta una amplificazione ma rende molto bene l'idea.

Il primo a parlare di Corazza Caratteriale e Corazza Muscolare fù Wilhelm Reich :

“Nel conflitto tra istinto e principi morali, tra ego e mondo esterno, l’organismo è costretto a «corazzarsi» tanto contro l’istinto quanto contro il mondo circostante; è una rigida corazza che si risolve inevitabilmente in una limitazione delle facoltà vitali e di cui soffre la maggioranza degli uomini: è come se tra loro e la vita si innalzasse un muro. È in questa corazza che risiede la ragione chiave della solitudine di tanti uomini in seno alla collettività.”

Ogni contrazione è una contro azione, ovvero un impedimento all'azione.

Fin da piccoli impariamo a bloccare alcune parti di noi, quelle parti che non sono accettate dagli altri, e che ci espongono alla possibilità di essere attaccati o danneggiato, fisicamente e sopratutto emotivamente.

Questa modalità difensiva messa in atto per proteggierci è costruita a livello fisico dalle rigidità corporee (corazza muscolare) ed al livello psicologico dagli atteggiamenti caratteriali e dalla mancanza di contatto emozionale (corazza caratteriale).

Con lo scorrere degli anni, l’uomo diventa prigioniero di una “corazza” muscolare e caratteriale formata da tutti quegli atteggiamenti sviluppati per bloccare il corso delle emozioni e proteggiere la nostra vulnerabilità.

Con il tempo, questa corazza si rivela un impedimento al raggiungimento della propria identità e di una vera creatività.

Si formano così modelli ricorrenti di tensioni e posture abituali, sostenute da blocchi muscolari cronici che, a loro volta, mantengono queste caratteristiche psichiche.

Fondamentale da tener in considerazione è il concetto di unità funzionale mente-corpo : se ho una tensione nel corpo ho una tensione nella mente e viceversa.

La corazza è uno scudo fisico e psichico utilizzato dall’individuo per nascondersi e proteggersi, una difesa dell’Io che tende a cristallizzarsi nel tempo intrappolando il soggetto stesso impedendogli di liberarsene.

Perché abbiamo bisogno di una armatura? per difendersi dall'esterno ma anche dai propri impulsi interni.

La ragione per cui una persona frena i suoi impulsi e reprime i ricordi dolorosi, è in primo luogo, per evitare di mostrarsi vulnerabile : "Non voglio aprirmi per non essere ferito di nuovo".

Alexander Lowen, paziente ed allievo di Reich, coniò il termine di "bioenergia", ed allargò gli scopi del lavoro sul corpo.

Lowen fece osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell'energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l'onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l'apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni.

A proposito delle emozioni Lowen fece notare che quando guardiamo un bambino che piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa, tutto il corpo partecipa in modo armonioso, ma che appena cominciamo a crescere, di solito facciamo esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l'umiliazione, la punizione, impariamo presto, perciò, a controllare le nostre emozioni, e questo ha delle conseguenze. Blocchiamo permanentemente i muscoli coinvolti in queste espressioni mediante tensioni croniche, che sono inconsce.

Poiché abbiamo permanentemente bloccato alcune inaccettabili autoespressioni non potremo mai fare l'esperienza di essere accettati per quello che siamo.

Per quanto riguarda la nostra persona c'è un mondo interno ed un mondo esterno. Noi controlliamo l'immagine di noi stessi da offrire al mondo esterno, e quali sentimenti e impulsi possono essere espressi. La muscolatura volontaria è lo strumento tramite cui possiamo esprimere o inibire noi stessi. Quando l'espressione di un sentimento non è accettata nel mondo esterno, questo è costretto ad inibire l'emozione mediante, ad esempio, la contrazione dei muscoli atti all'espressione dell'emozione stessa.

Importante tenere in considerazione che quando tale inibizione è lungamente protratta nel tempo il sistema nervoso centrale non registra più le tensioni croniche ed il controllo dell'impulso diventa inconscio e il muscolo rimane in questo caso contratto.

Nel post precedente abbiamo parlato della Vulnerabilità e della sua importanza evolutiva. Abbiamo visto la differenza tra un individuo Fragile, Reseliente e Anti Fragile e come la risposta dell’individuo ANTI-FRAGILE utilizza la propria vulnerabilità perché sa che questa caratteristica è una strada da percorrere per il miglioramento continuo. Abbiamo visto come essere fragile, oppure cercare di essere onnipotente o ancora resiliente chiude l’opportunità di essere Vulnerabile, e come invece senza vulnerabilità non c’è la possibilità di essere anti-fragili.
In questo post abbiamo parlato della Corazza caratteriale e della Corazza Muscolare. Uniamo i due concetti terminando questo post con una domanda :
Come è possibile esprimerci al massimo delle nostre potenzialità, mostrare la migliore versione di noi stessi, nello sport, nel lavoro, e nella vita, se a causa delle nostre paure, timori, ansie, per la paura di essere feriti e di provare sofferenza, paura della sconfitta e del fallimento, abbiamo costruito ed indossiamo una Corazza Caratteriale e Muscolare, che ci protegge dalla nostra Vulnerabilità, ma ci limita nell' espressione delle nostre potenzialità e nel nostro processo evolutivo?








27/11/2024

La Vulnerabilità nello sport e nella vita

Chi è cresciuto per la strada come me lo sà bene che lì non è consentito essere vulnerabile, poichè esserlo sarebbe significato essere esposto alla possibilità di essere attaccato o danneggiato, fisicamente e sopratutto emotivamente.

Sin da piccolini ci insegnano a non mostare la nostra vulnerabilità, ci fanno credere che la vulnerabilità è una debolezza : non piangere..devi essere forte...sei troppo sensibile..ecc.

Tutto ciò non fà altro che inibire sin da piccolini l'esposizione della nostra vulnerabilità, ma se è vero che la vulnerabilità è incertezza, rischio, esposizione fisica ed emotiva, è altrettando vero che la vulnerabilità è anche il luogo di nascita del coraggio, della creatività e del cambiamento.

E' di fondamentale importanza iniziare a considerare il valore potenziale della vulnerabilità.

Nel mondo dello sport, la vulnerabilità è spesso vista come una debolezza. Atleti e allenatori lavorano incessantemente per costruire un'immagine di forza, resistenza e invincibilità. Tuttavia, esplorare e abbracciare la vulnerabilità può rivelarsi una delle leve più potenti per il miglioramento personale e collettivo. Questo concetto, lontano dall'essere un segno di fragilità, può diventare una risorsa inestimabile, capace di trasformare non solo le performance individuali, ma anche la cultura sportiva nel suo complesso.

Bisogna iniziare a comprendere la Vulnerabilità.

La vulnerabilità, in un contesto sportivo, si manifesta in vari modi: dalla paura di fallire all’ansia da prestazione, fino all'espressione delle emozioni durante e dopo le competizioni. Quando gli atleti ammettono e decidono di mostrare la propria vulnerabilità, non solo sperimentano una forma di liberazione personale, ma aprono anche la porta al miglioramento ed a una comunicazione più autentica, sia con se stessi che con gli altri.

Alcuni grandi campioni, come Michael Phelps e Serena Williams, hanno condiviso pubblicamente la loro vulnerabilità, dimostrando che anche le persone più forti ne sono cratterizzati. Questi esempi non solo normalizzano la vulnerabilità, ma incoraggiano anche altri atleti a non sentirsi soli nel loro percorso.

Abbracciare la vulnerabilità è fondamentale per la e crescita personale. Il fallimento è parte integrante di qualsiasi attività sportiva; nessun atleta raggiunge il successo senza affrontare ostacoli lungo il cammino. Riconoscere e affrontare queste esperienze di vulnerabilità consente agli sportivi di imparare da esse piuttosto che nasconderle. Questo processo di accettazione è essenziale per sviluppare una mentalità di crescita.

Le esperienze di dolore, perdita e fallimento possono sembrare insormontabili, ma attraverso la vulnerabilità, gli atleti possono elaborarle e trasformarle in opportunità di apprendimento. Ogni sconfitta diventa, quindi, una lezione preziosa, ogni errore un passo verso il miglioramento.

La vulnerabilità è una componente chiave del percorso verso l'eccellenza e bisogna iniziare a vederla come una risorsa e non come una debolezza. In fondo, sono proprio le nostre vulnerabilità a definirci e a renderci straordinari.

È davvero possibile trasformare un LIMITE in un’OPPORTUNITÀ?

Lungo il percorso della nostra vita possiamo decidere di mollare di fronte ad un ostacolo, oppure possiamo decidere di impegnarci a tutti i costi per superarlo. Esiste una terza possibilità : utlizzare l'ostacolo come spinta propulsiva per diventare una persona migliore.

La differrenza sostanziale tra le tre possibilità è nel rapporto con l'ostacolo, chi molla o chi lotta per superarlo eviterebbe volentieri di incontrare lungo il suo percorso di vita un ostacolo, chi lo utlizza come spinta propulsiva per migliorarsi va alla ricerca di ostacoli poichè è consapevole che sono una risorsa fondamentale per il suo processo di miglioramento continuo.

Stiamo parlando della differenza tra una persona Fragile, che molla davanti ad un ostacolo, una persona Reseliente, che lotta con tutte le sue risorse per superare un ostacolo, e di una persona AntiFragile, che utilizza l'ostaolo come spinta propulsiva per migliorarsi.

Ma come si diventa una persona AntiFragile ? Grazie alla Vulnerabilità. Quando molliamo davanti ad un ostacolo e siamo Fragili, non vogliamo mostare la nostra vulnerabilà, quando lottiamo con tutte le nostre forza per superare un ostacolo e siamo Reselienti, non vogliamo essere vulnerabili, quando andiamo alla ricerca di ostacoli perchè sappiamo che li utlizzeremo come spinta proprulsiva per migliorarci e siamo una persona AntiFragile, mostriamo la nostra Vulnerabilità e la utilizziamo come risorsa, come strumento, come strada da percorrere.

Il primo studioso a parlare di AntiFragilità è stato Nassim Nicolas Taleb :
“Certe cose traggono vantaggio dagli scossoni; prosperano e crescono quando sono esposte alla volatilità, al caso, al disordine e ai fattori di stress, e amano l’avventura, il rischio, l’incertezza. Eppure non esiste una parola che descriva l’esatto opposto di fragile.Chiamiamolo allora “anti-fragile”.

Il Professore Giuseppe Vercelli ed il suo team hanno sviluppato questo costrutto in Italia e nel mondo, ed io ho avuto la fortuna di conoscerlo ed impararlo da loro.

Ma come si diventa una persona AntiFragile? Ci si nasce o ci si diventa? E' misurabile? E'allenabile?

La cosa meravigliosa è che il costrutto Anti-fragile non identifica una questione di nascita, genetica poiché corrisponde a una caratteristica, misurabile e allenabile.

Nei prossimi post vi parlerò di come è possibile allenare l'Antifragilità, e vi farò alcuni esempi raccontandovi delle storie di sportivi e persone che seguo e che grazie a questo percorso hanno compreso che il rischio più grande… è quello di NON rischiare!






22/11/2024

Luca è tornato ba sorridere in campo.

Riequilibrando il fattore di prestazione Sincronia, Luca scende in campo e la sua mente rimane connessa con il suo corpo, nel momento presente, evitando l'instaurarsi della reazione ansiogena di inizio match che tanto lo stava condizionando in negativo.

Sembrerebbe tutto risolto, ma in realtà non è così: Luca continua a ripresentare episodi di ansia durante alcuni match.

Parlando con Luca mi rendo conto che i suoi obiettivi in relazione all'attività sportiva non erano chiari, fantasticava troppo e non viveva la propria passione, ciò stava generando insoddisfazione. Spesso rimaneva solo nella dimensione del "desiderio" senza compiere azioni concrete relative alla propria passione, vivendo lontano dalla realtà.

In relazione all'ansia da prestazione, anche il confronto con i propri valori e obiettivi è fondamentale. Spesso ci perdiamo nel labirinto delle aspettative esterne, dimenticandosi perché abbiamo iniziato a praticare uno sport.

Tornare alle nostre motivazioni originali, il piacere del gioco, la voglia di migliorarsi, l’amore per la competizione, può rinforzare la nostra determinazione a superare la paura e a godere dell’esperienza.

In questo caso stiamo parlando dell'importanza di definire in maniera corretta l'obiettivo, e quindi del fattore di prestazione Attivazione, il motore motivazionale, la massima espressione della passione che permette di superare i propri limiti, e coincide con la condizione fisica e mentale che l'atleta vive nel momento in cui si sente pronto per la prestazione.

Da tenere in considerazione che l'Attivazione genera la Sincronia, poiché alimenta la voglia di essere nel tempo presente considerando che quello che stai facendo ti piace molto .

Per aiutare Luca a riequilibrare il fattore di prestazione Attivazione, è stato necessario allenare la sua capacità di attivarsi e promuovere costantemente azioni e comportamenti in linea con l'obiettivo rispetto al quale si è appassionati.

Grazie ad una esercitazione di connessione mente corpo ho insegnato a Luca a riconnettersi con gli elementi concreti e reali collegati alla passione che si desidera vivere, definendo azioni concrete quotidiane.

L'obiettivo è stato quello di creare un bilanciamento tra la dimensioni immaginaria e quella concreta quotidiana legata al fattore Attivazione, e quindi motivazionale.

Raggiunto questo equilibrio, Luca è riuscito finalmente ad esprimere il suo meglio nello sport che ama, esprimendo la sua passione ed il sio talento.

L'Attivazione gli ha permesso di rimanere in Sincronia in campo, e la Sincronia gli ha permesso di esprimere i suoi Punti di Forza:, poiché è possibile riconoscere ed utilizzare le proprie qualità solo se si è perfettamente consapevoli e capaci di vivere la connessione mente -corpo- nel momento presente in relazione a quello che si sta facendo.

Potenziando la sua connessione mente corpo, Luca non si consegna più all'avversario perdendo il senso di autoeffcacia, non si focalizza sui problemi e sul possibile fallimento, ma scende in campo portando ed esprimendo i suoi punti di forza, sicuro delle proprie potenzialità, concentrato e motivato, consapevole del suo obiettivo, esprimendo e trasmettendo la sua passione e la sua felicità

Luca è tornato a sorridere in campo.









Sinner ed il suo coach Darren Cahill prima della Nippol ATP finale 2024/2025.Cosa pensate che stanno facendo? Un semplic...
18/11/2024

Sinner ed il suo coach Darren Cahill prima della Nippol ATP finale 2024/2025.

Cosa pensate che stanno facendo? Un semplice riscaldamento in ciclet?

Osservate il linguaggio del loro corpo, la loro postura, la loro espressione.

In questa foto c'è tutto. Sincronia, Consapevolezza dei propri Punti di Forza, Regolazione dell'Energia, Gestione e Controllo del Ritmo, Attivazione.

Sinner ed il suo coach sono connessi, vogliono condividere tutto, scenderanno in campo insieme.

Non si diventa numero 1 al mondo a caso.Sinner è un campione che lavora da anni sulla sua tecnica, sul suo fisico e soprattutto sulla sua mente. Sceglie con cura il suo team, e non pensa di poter fare tutto da solo. Riconosce il valore inestimabile di quello che i professionisti intorno a lui gli possono trasmettere, ed è sempre alla ricerca del miglioramento continuo.

17/11/2024

L'ansia è una nostra costruzione.

Possiamo fare una distinzione tra l'Ansia di Stato, che rappresenta l'esperienza ansiosa di un arco di tempo limitato, in reazione a circostanze, stimoli contingenti, ed Ansia di Tratto, che rappresenta la tendenza costante ad affrontare ogni situazione di vita con ansia eccessiva.

Nel nostro caso stiamo parlando di Ansia di Stato, contestualizzata alla prestazione sportiva. È l'evento sportivo che la scatena.

L'ansia può essere considerata una etichetta, ovvero il nome che viene dato ad una serie di reazioni psico corporee.

L'etichetta Ansia contiene i nostri pensieri, le nostre credenze, la nostra elaborazione ed interpretazione delle informazioni che provengono dall'interno e dall'esterno del nostro corpo, le nostre emozioni, le nostre reazioni corporee.

All'interno del nostro corpo abbiamo dei sistemi di comunicazione che ci permettomo di essere connessi nella nostra totalità interiore e con l'ambiente esterno.

Analizzando cosa succede da un punto di vista neurobiologico ci aiuta a comprende meglio la connessione corpo, mente ed ambiente durante l'ansia da prestazione sportiva.

Ad esempio, l'Ansia da un punto di vista neurobiologico si manifesta attraverso una rete biologica di reazioni chimiche, dove troviamo neurotrasmettitori, sostanze chimiche che permettono la comunicazione tra neuroni (le cellule del sistema nervoso). I principali sono il GABA (acido gamma-amminobutirrico), il glutammato, la serotonina e la noradrenalina.

Questi neurotrasmettitori hanno una funzione di attivazione o inibizione del sistema nervoso centrale. Ad esempio il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale, ed il Glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio. Livelli bassi di GABA sono associati a un'aumentata attività neuronale che può sfociare in ansia, il Glutammato in eccesso può aggravare le reazioni ansiose.

La serotonina, spesso associata alla regolazione dell'umore, ha anche un ruolo importante nella modulazione dell'ansia. Bassi livelli di serotonina sono collegati a una maggiore predisposizione all'ansia, il che spiega perché molti trattamenti anti-ansia mirano ad aumentarne i livelli.

La noradrenalina, coinvolta nelle risposte di "lotta o fuga", regola l'attenzione e l'arousal; un suo squilibrio può pertanto contribuire a disturbi d'ansia.

Oltre i neurotrasmettitori, abbiamo degli ormoni che svolgono un ruolo cruciale nell'ansia. Uno dei principali è il Cortisolo, rilasciato in condizioni di stress. Il Cortisolo mobilita le risorse energetiche dell'organismo durante i periodi di stress, questo fornisce energia immediata disponibile al cervello e ai muscoli preparando il corpo a una risposta rapida e efficace a potenziali minaccie. Tuttavia, livelli cronici elevati di cortisolo possono indebolire il sistema immunitario, aumentando la vulnerabilità a infezioni e malattie, e ciò può spiegare la maggiore vulnerabilità organica tipica della somatizzazione in chi soffre di ansia. Livelli alti di Cortisolo sono spesso associati con ansia e disturbi correlati. Quando il cortisolo rimane elevato troppo a lungo , può contribuire ad uno stato di ansia cronica, con conseguente disturbo d'ansia generalizza o altri disturbi correlati allo stress.

Infine elevati livello di cortisolo altera alcune aree cerebrali significative. Il Cortisolo porta ad una eccessiva sensibilità dell'lAmigdala, area del cervello centrale nella valutazione delle minacce e nella generazione della risposta di paura, che può correlarsi a frequenti stato di allerta, ed all'Ippocampo, area del cervello implicata nella formazione della memoria, inclusi i ricordi legati alle esperienze ansiogene.

Comprendere i meccanismi biochimici dell'ansia è fondamentale per capirne il meccanismo di formazione, e lo sviluppo di trattamenti efficaci.

Stiamo parlando di neurotrasmettitori ed ormoni che danno origine all'ansia, che noi stessi produciamo all'interno del nostro corpo, in relazione agli stimoli che noi stessi ci creiamo, o che ci arrivano dall'ambiente esterno.

Tornando alla storia di Luca, per aiutarlo a risolvere il suo problema di ansia da prestazione sportiva, ho utilizzo una strategia con due tipologie di tecniche:
Possiamo suddividerle in tecniche Top Down, dove lavoriamo sulla mente per agire anche sul corpo, e tecniche Bottom Up, dove lavoriamo sul corpo per avere effetti anche sulla mente.

Il primo fattore che ho equilibrato è stata la Sincronia. Ho effettuato una tecnica corporea ed una esercitazione mentale. Lo scopo è stato quello di aiutare Luca ad essere completamente presente e concentrato su ciò che stava facendo nel momento della prestazione, nel qui ed ora. Il problema che scatenava l'ansia di Luca all'entrata nel campo era data dal fatto che si focalizzava esclusivamente sull'immaginario, perdendo il contatto con il proprio corpo, perdendo la dimensione del qui ed ora, proiettandosi con la sua mente nel futuro, pensando a cosa sarebbe successo nel caso avesse fallito. Ciò non faceva altro che stimolare la sua neurobiologia innescante il suo stato di ansia.

Tecnica Bottom Up: Il trattamento manuale corporeo è un'ottima tecnica per migliorare la capacità della persona che la riceve di focalizzarsi sul presente.

Rimanendo concentrati nel qui ed ora, prestando la massima attenzione alle sensazioni che ci arrivano dal nostro corpo passiamo allenare la connessione mente corpo.
Invito Luca a posizionarsi sul lettino, gli chiedo di concentrarsi solo ed esclusivamente sulle mie mani, effettuo un trattamento manuale con l'obiettivo di allenare la mente di Luca ad essere concentrato sul suo corpo , sulle informazioni che il suo corpo stava ricevendo, nel presente, concentrato, consapevole, potenziando la sua connessione mente corpo.

Tra le tecniche corporee che ho utilizzato con Luca , ho inserito una tecnica sulla respirazione.
Posizione supina, chiedo a Luca di chiudere i suoi occhi e di concentrarsi esclusivamente sulla sua respirazione. Posiziono le mie mani sul torace di Luca e mi sintonizzo con il ritmo della sua respirazione. Chiedo a Luca di continuare a respirare, di rimanere concentrato sulla sua respirazione, sul movimento del suo torace e della sua pancia, contemporaneamente effettuo una tecnica manuale di amplificazione della respirazione di Luca, facilitando la connessione della mente di Luca con il suo corpo.

L'immagine che voglio consigliarvi per comprendere l'utilità di questo lavoro di connessione corpo-mente su Luca è quella di un sentiero che collega la vostra mente al vostro corpo, un sentiero specifico per l'azione che decidete di compiere in un determinato momento, questo sentiero all'inizio non è ben definito, ma continuando a percorrerlo avanti e dietro, calpestandolo, diventerà sempre più evidente, definito, e facile da percorrere nel momento del bisogno, in modo che quando vi occorrerà potrete sfruttare al massimo queste mappe già presenti..

Tecnica Top Down: Per affrontare l’ansia da prestazione una delle tecniche più efficaci è la visualizzazione. Il metodo che ho utilizzato con Luca consiste nell’immaginarsi mentre si eseguono correttamente le azioni richieste, rivivendo mentalmente l'esperienza sportiva ideale. È una esercitazione di immaginazione motoria che allena Luca a tenere la sua mente connessa con il suo corpo, migliorando la sua capacità di concentrazione. In questo tipo di tecnica abbiamo la massima Sincronia, ovvero mente e corpo sono perfettamete connessi. Tramite l'immaginazione dell'azione motoria si crea una connessione, un sentiero già tracciato che potrà essere riproposto nel momento presente della prestazione.

La scienza tramite gli studi di Motor Imagery ha dimostrato ampiamente che l'immaginazione di un movimento provoca una attivazione involontaria dei muscoli coinvolti, gli stessi che si attiverebbero se facessi realmente quel movimento, e che non c’è una grossa differenza nell’attivazione delle aree cerebrali tra quando immaginiamo un gesto motorio e quando lo eseguiamo realmente. La ripetizione di azioni motorie attraverso la pratica fisica e mentale può indurre cambiamenti cerebrali di tipo plastico. Gli allenamenti basati sull’immaginazione hanno effetti simili all’allenamento motorio vero e proprio.

Ancora più interessante quando si associa il trattamento manuale corporeo alla tecnica di immaginazione. Proprio perchè in una tecnica di immaginazione c'è una attivazione muscolare come se effettuassimo realmente l'atto motorio, avremo un feedback ovvero una risposta muscolare data dalle condizioni e quindi dallo stato di salute muscoloscheletrico. Disfunzioni muscolo scheletriche possono creare una connessione mente corpo meno funzionale per la prestazione. Ovvero, sto eseguendo la tecnica di immaginazione del gesto tecnico, ho presente in me una disfunzione articolare che comporta una mancanza di elasticità a livello muscolare, quando durante l'esecuzione della tecnica di immaginazione del gesto tecnico si ha l'attivazione della muscolatura che serve per l'esecuzione di quel determinato gesto tecnico, avremo una risposta di ritorno della non elasticità muscolare che si ripercuoterà negativamente sulla formazione della connessione mente corpo più funzionale per l'esecuzione futura di quel determinato gesto tecnico che si sta formando.

Una tecnica molto interessante che ho eseguito per aiutare Luca è stata quella di associare la tecnica di Motor Imagery, ovvero l'allenamento dell'immaginazione motoria, sfruttando l'effetto ideo motorio, ovvero il collegamento tra l'immagine mentale del movimento e la muscolatura che serve per eseguilrlo, ed il trattamento muscolo scheletrico, con tecniche manuali per rimuovere ogni tensione muscolare e limitazione di mobilità articolare necessarie per quel determinato gesto tecnico.
Lo scopo è stato quello di rendere più funzionale possibile la connessione psico corporea del gesto tecnico.

Grazie a queste tecniche, quando ora Luca entra in campo riesce a rimanere Sincronizzato, la sua mente rimane connessa con il suo corpo, nel momento presente e non si scatena più la reazione di ansia.

Sembrerebbe tutto risolto, ma in realtà non è così. Cosa c'è che ancora da migliorare?





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Martedì 14:00 - 20:00
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