13/05/2025
UNA 'POSTA' SPECIALE
La scatola del bisogno, così i bambini si confessano a scuola con le maestre: "Curiosità sul sesso ed episodi di bullismo"
Un metodo molto diffuso, da nord a sud, per permettere agli alunni di chiedere aiuto. Un'arma contro il bullismo, ma anche un termometro sulle loro esigenze
Roberta Marchetti
Giornalista
12 maggio 2025
Una 'posta' a cui affidare problemi, preoccupazioni e confidenze di ogni genere. Mentre ancora si discute e ci si infiamma - dopo anni - sull'urgenza di introdurre nelle scuole italiane l'educazione sessuale e affettiva, molte maestre sono già avanti anni luce sul tema.
Sul profilo Facebook "Psicomaestra Cercasi", pagina social di una psicologa e insegnante di ruolo alla scuola primaria da 29 anni - la maestra Sabrina D. - ci imbattiamo in un post sulla "scatola del bisogno", un metodo per permettere agli alunni di chiedere aiuto.
Gli studenti scrivono le loro necessità su un biglietto e lo lasciano nella scatola, che poi viene aperta ciclicamente per condividere il contenuto. "La prima settimana, due ragazzi mi hanno segnalato una situazione di bullismo. L'abbiamo affrontata e risolta" si legge, e ancora: "Alcuni chiedono materiali specifici, altri un cambio di posto, alcuni desiderano strette di mano speciali all'ingresso in classe, aiuto dopo la scuola e persino richieste di abbracci".
Casi di violenza e bullismo
Un'iniziativa singola nel mondo scolastico e confinata nelle quattro mura di una tra le centinaia di migliaia di classi italiane? Niente affatto. Tra i commenti, infatti, decine di maestre parlano della loro esperienza, come Elisa Rita: "Io la propongo da anni. I bambini a volte si firmano, altre volte lasciano biglietti anonimi. Una volta un bimbo mi scrisse di casi di violenza che ha subìto in famiglia, è uno strumento davvero importante, da non sottovalutare. Gli alunni non avendo un volto davanti si sentono più liberi di esprimere le proprie emozioni - si legge - siano esse belle o brutte. Mezzora a fine settimana la dedico alla lettura dei loro stati d'animo e dei loro pensieri, cercando di dargli consigli".
Qualcuno fa notare gli ostacoli 'in casa' a cui fare attenzione: "Utilissima per valutare le dinamiche di bullismo in classe e tentare di creare un clima più sereno.
Peccato che dopo un mese - scrive un'altra maestra - una collega ha fatto casino dicendo che gli insegnanti non sono autorizzati e anche quest'altra opportunità è stata archiviata. Fanno passare la voglia di fare qualunque cosa".
I bisogni più diffusi dei bambini
Contattata da Today.it, la maestra Sabrina D. - che è solita introdurre in classe diverse strategie ludodidattiche per incentivare relazioni positive - ha spiegato quali sono i bisogni più diffusi che i bambini si trovano a condividere, e molti riguardano l'accordo tra compagni.
La ricerca di armonia è al primo posto: "Capita che si affrontino disagi, anche riguardanti i dispetti di qualche compagno di classe".
Da parte dei genitori quasi nessuna resistenza:
"La maggior parte di loro ha sempre apprezzato le mie iniziative.
Una minoranza, invece, è stata infastidita più dalla presenza di un'insegnante psicologa in classe".
Sullo sviluppo sessuale-affettivo dei ragazzi, invece, inutile nascondere la testa sotto la sabbia:
"Bambini e ragazzi avrebbero bisogno di una didattica attenta al loro sviluppo affettivo, oltre che a quello cognitivo - ha sottolineato l'insegnante - D'altra parte si sa che ognuno di noi è un'unità psicofisica unica e irripetibile.
Ogni alunno va valorizzato anche e soprattutto fortificando le relazioni emotive-affettive all'interno delle quali si trova a vivere.
La scuola dovrebbe trovare le modalità migliori per collaborare con la famiglia e con le altre agenzie del territorio per favorire l'educazione e la formazione a 360 gradi dei bambini e dei ragazzi. Credo che già a partire dalla scuola secondaria dovrebbero partire i corsi di educazione sessuale, svolti però da personale qualificato in merito".
"Ho scoperto Youporn da alunni di quarta elementare"
La sessualità è un tema che emerge spesso in questi momenti di confronto tramite 'posta segreta'.
Daniela Abbiatico, che alla scuola primaria di Sirmione - dove ha insegnato italiano per 41 anni - tutti chiamano maestra Denni, ha utilizzato la "scatola del bisogno" per molti anni, fino alla pensione, lo scorso settembre. "Dedicavo un'ora a settimana a questa attività, era un appuntamento sempre molto atteso" ci ha spiegato, raccontando nel dettaglio ciò che avveniva: "Non c'erano solo i problemi, ma anche proposte e proteste, pensieri che non condividevano con l'insegnante. Apriva sempre a bei momenti di dialogo con la classe, davvero tempo prezioso.
I biglietti potevano essere indirizzati a tutti, oppure privatamente a qualcuno dei compagni o singolarmente a me.
Se fuori c'era scritto 'privato' era indicato anche per chi, io ovviamente leggevo sempre tutto prima di consegnare. Erano vietati commenti dispregiativi. C'erano inviti a studiare insieme, oppure dichiarazioni di affetto e amicizia che non avevano il coraggio di dire, ma anche conflitti interni e problematiche legate ai rapporti tra loro".
E così venivano fuori anche episodi di bullismo: "È successo più volte - ha raccontato la maestra Denni -. Ci vuole grande delicatezza, ma questo mi dava la possibilità di prendere in forma privata i bambini coinvolti e farli parlare. Mi dava anche la misura di quello che era il clima nella classe e su quali argomenti era importante in quel momento lavorare".
Tra questi, appunto, anche la sessualità: "A quell'età, verso i 7/8 anni, inizia a porsi la questione - ha spiegato ancora l'insegnante -. È fondamentale occuparsi di queste cose, al di là di quelle che sono le direttive che il Ministero suggerisce. I bambini sono molto attenti al tema. Alle loro orecchie e ai loro occhi arriva una visione della sessualità assolutamente distorta e questo crea turbamento, confusione. Anni fa ho scoperto dell'esistenza di Youporn da alunni di quarta, ma ne escono tantissime di queste cose".
Per la maestra Denni, dunque, "bisogna avere il coraggio di regalare momenti in cui si può parlare liberamente di sessualità, perché ne hanno un bisogno estremo, proprio per mettere ordine alle cose e riuscire a dare un nome a quello che gli arriva e che non riescono a collocare né a definire, anche nell'ambito dei sentimenti".
Lei lo ha fatto: "Anni fa ho proposto un progetto extracurriculare sulla prevenzione all'abuso. È stata una delle cose più importanti e significative che ho fatto con i bambini, parlargli del rispetto del sé, della consapevolezza del proprio corpo. Ovviamente con il consenso dei genitori e la presenza in aula di un altro insegnante".
Per il momento, però, tutto continua a essere affidato alla sensibilità del singolo e alla sua disponibilità di mettersi in gioco, facendo attenzione al 'fuoco amico'. E dove manca un disegno di legge, una scatola è già qualcosa.
Da:
https://www.today.it/scuola/scatola-del-bisogno-scuola-biglietti-bambini.html
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