
12/12/2024
I dati ci dicono che negli ultimi 10-15 anni c’è stato un aumento esponenziale dei casi di disturbo mentale nei bambini e giovani «perché il contesto sociale li favorisce — ha spiegato Stefano Vicari - Neuropsichiatra —. Non è una novità per la storia dell’umanità. Nei periodi caratterizzati da forte stress sociale, come quello che stiamo vivendo, dove si sente parlare di guerre vicine, si vive in contesti sempre più poveri, senza prospettive, in cui si fa fatica a vedere e immaginare il futuro, le malattie mentali aumentano. A questi motivi si aggiungono tutte le problematiche legate alle dipendenze, sia quelle “vecchie” (come l’abuso di sostanze), sia quelle nuove caratterizzate dall’ingresso preponderante, e senza limiti, degli smartphone e dei social che hanno avuto un impatto soprattutto sui più giovani perché hanno amplificato il loro malessere e la loro sofferenza».
Si è parlato del ruolo dei media digitali, che alterano la maturazione cerebrale, sottraggono tempo ad altre attività relative allo sviluppo della creatività, riducono drasticamente le ore di sonno, quando la carenza di sonno è il primo fattore di rischio per i disturbi mentali.
Di fronte a questo scenario che cosa possiamo fare? Quali sono le azioni di prevenzione che le famiglie possono mettere in campo? «Innanzitutto i genitori devono recuperare il loro ruolo da educatori — ha osservato Vicari —. Spesso si preferisce essere “amici” dei figli e non si pongono i limiti che sono preziosi. Il rapporto adulti-figli è basato sulla trasgressione, se non possono trasgredire, i figli “alzano il tiro”. Altro elemento fondamentale dell’educazione, più che il divieto, è l’esempio. I bambini scimmiottano il nostro comportamento fin da subito».
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