24/08/2024
ANEURISMI E PSEUDOANEURISMI DEGLI ARTI
Per aneurisma si intende una dilatazione stabile del segmento di un vaso saguigno di oltre il 50% rispetto al suo diametro normale.
Le arterie degli arti superiori, ma soprattutto quelle che irrorano gli arti inferiori, possono essere coinvolte da tali dilatazioni. Spesso si tratta di manifestazioni dell'aterosclerosi ed infatti in un paziente un aneurisma degli arti può coesistere con aneurismi in altre sedi come a livello dell'aorta addominale o delle arterie dell'altro arto: gli aneurismi dell'arteria poplitea ad esempio si presentano da entrambi i lati dal 45% al 68% dei casi, ed in circa il 40% dei casi il paziente con aneurisma popliteo ha anche un aneurisma dell'aorta addominale; le persone con aneurisma aortico addominale, per contro, hanno quasi il 60% di possibilità di avere anche un aneurisma popliteo.
A differenza degli aneurismi aortici, tutttavia, gli aneurismi degli arti non hanno nella rottura il loro rischio maggiore, ma nell'ischemia (mancanza i sangue) dell'arto a causa della facilità con cui possono diventare un ricettacolo di materiale aterotrombotico (un insieme di cristalli di colesterolo e cellule dell'infiammazione - come nelle placche aterosclerotiche - frammisto a sangue coagulato) che può finire per occludere il l'arteria dilatata (trombosi dell'aneurisma) oppure essere trascinato dal torrente ematico in molteplici e piccoli frammenti che andranno ad occludere le piccole arterie a valle (embolia).
Quando invece si parla di pseudoaneurisma, o falso aneurisma, ci si riferisce ad un'entità patologica completamente differente.
In questo caso le pareti dell'arteria nella porzione pseudoaneurismatica non sono diverse da quelle a monte o a valle, ma è presente una breccia - un buco anche piccolo - a livello di una di esse e la tumefazione che si nota clinciamente non è che un ematoma attorno o davanti all'arteria che continua a crescere e a pulsare a causa della pressione arteriosa che riversa ad ogni sitole un po' di sangue nei tessuti attorno al vaso. Non si tratta tuttavia di un sanguinamento perché per definizione lo pseudoaneurisma si forma venendo progressivamente "contenuto" da una "pseudocapsula", cioè una falsa guaina generata dalla fibrosi conseguete all'infiammazione dei tessuti circostanti.
Spesso questo fenomeno è il risultato di una puntura arteriosa per procedure mediche o endovascolari (un prelievo di sangue arterioso, una coronarografia, un trattamento endovascolare, etc.) complicata da una difficile chiusura della breccia arteriosa provocata dalla puntura a causa di fattori predisponenti del paziente o della metodica stessa (varianti anatomiche o malattie delle arterie che rendono piú difficile ottenere la corretta occlusione del piccolo foro con le metodiche convenzionali, terapie antiaggreganti e\o anticoagulanti, etc.).
È facile capire, qundi, come siano diversi i trattamenti per questi tipi differenti di problematica.
Nel caso di un aneurisma è necessario escludere dalla circolazione (con un'endoprotesi o un bypass) o sostituire il segmento di vaso malato, eventualmente dopo aver ripristinato l'afflusso di sangue nel caso il paziente sia stato vittima di trombosi o embolia, mentre nel secondo caso è sufficiente riuscire a chiudere la breccia arteriosa trasformando lo pseudoaneurisma in un ematoma non piú rifornito.
In base alle caratteristiche dello pseudoaneurisma e del vaso coinvolto, cio si può ottenere con una prolungata compressione (preferibilmente sotto guida ecografica), con l'iniezione di colla biocompatibile iniettata sotto guida ecorafica attraverso la pelle oppure suturado la breccia dopo aver eseguito un accesso cirurgico pre raggiungere l'arteria danneggiata.
EMC 2024;29:2