Gian Marco Manzo - Psicoterapeuta & Scrittore

Gian Marco Manzo - Psicoterapeuta & Scrittore Libero menti, catturo bellezza con le parole.
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L'importanza di trovare il senso della propria esistenza. E stic***i, penserete. Oppure, come mi hanno risposto i miei r...
16/06/2025

L'importanza di trovare il senso della propria esistenza.

E stic***i, penserete.
Oppure, come mi hanno risposto i miei ragazzi comunitari "ma Vasco cantava: anche se questa vita un senso non ce l'ha".
E in parte è vero (lo spiegherò dopo), anche se (risposta mia) forse un artista, con tutti i suoi limiti, che ha dedicato la sua vita alla musica, arrivando a quel livello di fama e comunicazione, che è riuscito a venir fuori da un periodo di dipendenza patologica, un senso, credo, l'avrà pure dato, l'avrà pure trovato.

Valori. Valori e azioni che seguano e rispondano quotidianemente a quei valori. Magari, è qui il senso.
Amore, ascolto, altruismo, fede, e chi più ne ha più ne metta, dovrebbero essere questi i motori e le direzioni che guidano la nostra esistenza.

Che ognuno scelga i suoi, certo, ma che scelga: quelli che sente più vestibili e abitabili dentro, e poi li porti fuori, nel mondo, negli altri.
Ma è importante avere direzioni, punti cardinali, non vivere alla giornata, al vento, allo sbando. Conoscere ciò che ci fa trovare un posto, il nostro, posare il viso sul cuscino la sera, e sorridere di noi, della vita.

Anche se questa vita un senso non ce l'ha? Direi: ni. Nel senso che siamo esseri in continuo cambiamento e trasformazione, e ciò che ha direzionato la nostra esistenza fino a quel momento, potrebbe mutare e prendere diverse svolte, diverse volte.

Ma che si scelga, ripeto.
Che si esplori, ci si metta alla prova, ci si comprenda a fondo, e poi si scelga. Per non lasciare che la vita lo faccia al posto nostro, che qualcuno decida per noi.
Per non lasciare che il domani ci piombi all'improvviso addosso, e lo si chiami "destino".

- Gian Marco Manzo

Tutto quello che mi devo. Mi devo due, tre baci all'ora. E chiudere gli occhi per sentirmi al sicuro.Mi devo almeno un "...
27/05/2025

Tutto quello che mi devo.

Mi devo due, tre baci all'ora. E chiudere gli occhi per sentirmi al sicuro.
Mi devo almeno un "come stai?" al giorno. E poi una grandissima voglia d'ascoltarmi.
Mi devo del buon sesso. Di quello non fatto solamente col corpo. Ma con gli sguardi, le carezze, con i sentimenti, con amore, con le domande e le parole.
Mi devo qualche poesia scritta apposta per me. Perché sono un po' stanco di dedicarmi sempre agli altri.
Mi devo una canzone che mi ricordi chi sono; e pure chi sono per te.
Mi devo gli abbracci che diventano casa. E le mani con la domanda di restare.
Mi devo chi non ha paura del temporale. Soprattutto, di quello che mi porto dentro.
Mi devo uno spazio protetto che mi contenga ogni fragilità.
Mi devo la libertà.
Mi devo i miei sogni. E che confluiscano nei tuoi, come due fiumi che arrivano al mare.
Mi devo la fatica smezzata, l'impegno, l'incontro a metà strada, la reciprocità.
Mi devo la sete e la fame. E una tavola da apparecchiare.
Mi devo il vino, la leggerezza di quattro risate.
Mi devo le profondità, e una pesantezza da reggere sulle spalle, senza spostarsi.

Mi devo l'amare.
Mi devo tutto quello che prima non ho saputo darmi.

- Gian Marco Manzo

Spaventano, le profondità. E noi oramai per sopravvivere abbiamo indossato squame di pescee superfici. Ma i pesci in sup...
08/05/2025

Spaventano, le profondità.
E noi oramai per sopravvivere
abbiamo indossato squame di pesce
e superfici.
Ma i pesci in superficie
sono soltanto pesci morti,
e io non m'accontento di questo mare:
continuo ad affondare.

Ci sono momenti in cui vengo preso dallo sconforto. Accade, accade ogni volta che mi guardo intorno, e non mi riconosco.

È troppo superficiale a volte questo mondo. Spesso, in verità. Troppe persone che (soprav)vivono, come schegge impazzite sulle creste dell'acqua: tocchi veloci, salti lunghissimi, a tratti violenti, corse, finché non si scompare, lontano dagli occhi, lontane dai sentimenti. Sì, ma poi l'oltre, il fondo?

Mi ricorda quando bambino giocavo a far saltare pietre piatte sulla superficie del mare. Le lanciavo distanti e le guardavo scomparire. Lì sorridevo, ero felice. Solo che adesso non sono più quel bambino, e so osservare, e comprendo, assimilo, rifletto, e allora soffro.

Sarebbe bello oggi tenerle ancora un po' strette quelle pietre. Aspettare che nel tocco diventino mani. Ma adesso sembra così difficile l'attesa, la pazienza, la carezza, la cura. Lo sguardo che non si ferma solo alla pelle.
E mentre dentro sale ancora il desiderio di giocare, basta un attimo di distrazione a guardare il sole, l'acqua, il cuore, e si è già in un altro luogo, in un altro mare, è già il vuoto dentro i nostri palmi.

- Gian Marco Manzo

Qualche utile domanda da porsi prima di intraprendere una relazione:- mi trovo in uno stato duraturo e alquanto stabile ...
04/05/2025

Qualche utile domanda da porsi prima di intraprendere una relazione:

- mi trovo in uno stato duraturo e alquanto stabile di serenità personale tale da non demandare la stessa a un'altra persona?
- sono capace di prendermi cura di me stesso ai vari livelli della mia esistenza (emotivo, fisico, economico, ecc.)?
- mi sento in pace rispetto ai miei vissuti passati: le vecchie storie, le ferite, i miei traumi?
- sono capace di prendermi cura di un'altra persona (comunicare, essere disponibile, contenere, ecc.)?
- sono disposto a mettere in discussione i miei equilibri, a trovare il tempo, i modi, lo spazio per accogliere l'altra?
- amo me e la mia vita?

È facile dirsi di desiderare una relazione. Più complesse, invece, sono tutte quelle dinamiche che contiene l'amore.

Innamorarsi è per molti un gioco, una miscela d'entusiasmo e chimica che principia e diverte, che eccita e rapisce. Ma amare, poi, è qualcosa di estremamente serio.

Ci sono i sentimenti, ci sono l'emozioni, ci sono i desideri e le ragioni, il passato e i progetti. Ma, soprattutto, ci sono le persone. E quando ci sono le persone si entra in un campo di una complessità enorme. C'è l'incontro e lo scontro con la realtà, la diversità e il compromesso, c'è il rispetto, il confine, c'è il dove finisco io e inizi tu, dove esiste il noi, c'è l'egoismo sano e la difesa, c'è la quotidianità, la pazienza, la rabbia, il pianto, c'è il conflitto.
Ci sono mondi immensi e straordinari dietro le persone.

Jean-Paul Sartre affermava: lo sai, mettersi ad amare qualcuno è un'impresa. Bisogna avere un'energia, una generosità, un accecamento. C'è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa.

Personalmente, sulla prima parte almeno un po' ci rifletterei.

- Gian Marco Manzo

S'arriva nelle vite degli altriper rinnovarsi:un punto di vista,diversi sorrisi, qualche passione, una canzone, un bacio...
20/04/2025

S'arriva nelle vite degli altri
per rinnovarsi:
un punto di vista,
diversi sorrisi, qualche passione, una canzone,
un bacio mai dato,
una nuova maniera d'amarsi.

- Gian Marco Manzo

Negli ultimi periodi esiste una tendenza generale nelle persone: una fortissima ritrosia a manifestare il proprio deside...
16/04/2025

Negli ultimi periodi esiste una tendenza generale nelle persone: una fortissima ritrosia a manifestare il proprio desiderio d'amore, d'innamorarsi, di amare, di creare e stare in relazione.
Praticamente, in qualche anno siamo passati dalla f***e ricerca dell'accoppiamento, alla voglia di coppia come un tabù, come un peccato originale, un segreto inconfessabile da tenere per sé (non che sia scontato in tutti e tutte un desiderio del genere).

I continui messaggi sull'importanza della propria individualità, della nostra indipendenza (sacrosanta) stanno inevitabilmente avendo un certo contrappeso.
Oggi è come se la gente avesse quasi vergogna di mostrarsi da questo punto di vista per il timore di essere giudicata meno felice. Come se desiderare partner diventi un'ammissione della propria incompletezza. E allora ci si nasconde ogni giorno dietro frasi fatte come: sto bene da solo/a.

Ma anche questo estremo non è proprio funzionale, soprattutto quando diviene una menzogna per se stessi e l'altra.
Credo che si possa stare stupendamente da soli, bastarsi, avere una vita straordinariamente soddisfacente, eppure convivere con quel desiderio di condividerla con una persona speciale. Anche perché si sa che la bellezza della condivisione è un moltiplicatore della gioia.

È meraviglioso scegliere consapevolmente la singletudine, ed è meraviglioso anche scegliere consapevolmente la solitudine. Questi sì che li trovo entrambi segni di una buona indipendenza.
Ma reprimere un desiderio, mostrarsi per quel che non si è, vergognarsi per ciò che si vorrebbe, lo trovo ingiusto, prima di tutto per sé stessi.

Possiamo ancora dircelo che desidereremmo innamorarci. Possiamo pure dirci che da persone indipendenti avremmo anche il piacere e la voglia di vivere un amore: di quelli sani, maturi, liberi, belli.
Di quegli amori dove ci si prende cura dell'altro senza per questo dimenticare se stessi.

- Gian Marco Manzo

Ho capito che ho bisogno di circondarmi di persone che mi aiutino a credere, a credere ogni giorno, e a ricredere nel mo...
12/04/2025

Ho capito che ho bisogno di circondarmi di persone che mi aiutino a credere, a credere ogni giorno, e a ricredere nel mondo.
Di chi non si limita al pianto, al lamento, all'indignazione (troppo facile, e di questi tempi se ne spreca), ma che combatta quotidianamente per portare un cambiamento.

Ho capito che davanti al dolore la disperazione è il primo passo, poi il secondo è la speranza, quella luce e quella fiamma che illumina e che scalda. Ma nemmeno questo basta, no: serve pure regalarla.

Ho capito che chi tratta gli esseri viventi secondo una piramide, una classificazione, dove lui è sulla cima e il resto viene dopo a catena, non ha compreso d'essere soltanto ospite di questo pianeta, e che da ospite ha il dovere del rispetto, per tutti coloro che su questo pianeta ci hanno accolto.

Ho capito che non voglio più accanto chi risponde alla corsa del più forte, alla gara del potente, ma solamente alla camminata dei più buoni. Dove ognuno impara dall'altra non a essere superiore, ma soltanto a essere migliore.

Ho capito forse oggi più a fondo la complessità enorme della vita. E che per la complessità si ha bisogno di domande, non di istinti, risposte facili e immediate. Servono tempi lunghi, pazienza, ricerca, riflessione.

Ma una cosa grande l'ho sicuramente capita, ed è quella più importante: la risposta giusta nella vita sarà sempre l'amore.

- Gian Marco Manzo

Mi sporgo esaustoa questo bordo e osservo solo troppo ego.Un eco, che instancabile ripete:io, io, io, io,io;per non lasc...
09/04/2025

Mi sporgo esausto
a questo bordo e osservo solo troppo ego.
Un eco, che instancabile ripete:
io, io, io, io,
io;
per non lasciare spazio al tu.

Io voglio, io sono, io faccio, io tengo;
mentre ogni giorno s'ammazza il verbo dare,
donare.
Esiste il dire senz'ascoltare,
l'affermazione personale,
e mai il domandare.

Io esisto, sì,
ma nel momento in cui ti sono specchio,
poi smetto.
Se ti applaudo, noti solo allora
un mio movimento.

Scompaio
oltre l'arido stagno del tuo cuore:
narciso troppo bello,
troppo impegnato a odiarsi
per conoscere l'amore.

- Gian Marco Manzo

Illustrazione: Caravaggio

- Ma se poi perdo lei/lui, io perdo tutto!- Guarda bene, allarga lo sguardo. Cosa vedi nel tuo presente?- Vedo un lavoro...
05/04/2025

- Ma se poi perdo lei/lui, io perdo tutto!
- Guarda bene, allarga lo sguardo. Cosa vedi nel tuo presente?
- Vedo un lavoro.
- Bene. Poi?
- Vedo i miei amici e le mie amiche. Vedo la mia famiglia.
- Vai avanti.
- Vedo le mie passioni, vedo la mia casa, vedo i miei desideri. Vedo la mia vita.
- E...
- E adesso vedo me stesso/a.
- Ecco. Allora, se perdi lei/lui, tu non perdi tutto.

La cura alla paura dell'abbandono non è la difesa dai legami, né tantomeno la possessività. La cura all'abbandono è l'indipendenza.

- Gian Marco Manzo

Non ho bisogno di strettoie,no, io ho bisogno d'espansioni. Di conquistare i territori del mio essereancora inesplorati,...
25/03/2025

Non ho bisogno di strettoie,
no, io ho bisogno d'espansioni.
Di conquistare i territori del mio essere
ancora inesplorati, non battuti,
quella mia terra che non sa donare frutti,
ma che pure sento fertile.

Io ho bisogno degli occhi audaci
delle persone attente.
Sguardi che non siano di giudizi, di controllo,
non ferite, ma feritoie,
punti di vista sui miei mondi,
spazi di vita e di scoperta
dove si gioca sempre a crescere.

Io ho bisogno della gente che non s'accontenta,
ma ch'è contenta con poco.
Di chi vede limiti, e s'impegna per superarli,
per superarsi.
Di coloro che trasformano
gli ostacoli in slanci, le cadute in volo,
i muri negli orizzonti.

Io ho bisogno di un abbraccio, certo.
Ma di quelli che non chiudono, ma schiudono,
che non mantengono, ma contengono,
che non legano, ma tessono legami:
trame di vento che aprono
finestre di luce
contro il buio del tempo.

- Gian Marco Manzo

Tutto quello che oggi so sull'amore l'ho imparato a mie spese, e purtroppo a volte a spese anche degli altri.Non mi sono...
05/03/2025

Tutto quello che oggi so sull'amore l'ho imparato a mie spese, e purtroppo a volte a spese anche degli altri.

Non mi sono mai risparmiato? Non posso dirlo. C'è stato un tempo in cui ho avuto molta paura, probabilmente troppa, e in quei momenti purtroppo non ho dato alle persone la possibilità di amarmi. Ho lasciato vincere i ricordi, le mie ferite, ho permesso che sanguinassero sulla pelle degli altri. Errore d'ingenuità che m'ha insegnato il bisogno di crescere, di lavorare su me stesso, di tentare di risolvermi il passato prima di entrare nella vita della gente.

Ho smesso di averne? No, non posso dire nemmeno questo. Ma sicuramente adesso ho imparato ad accoglierla meglio, a viverla, a parlarne e provare con l'altro ad averne cura, a renderla parte di una relazione, non solo roba mia, a condividermi, e a non trasformarla in un muro, in fuga, in incapacità di vivermi qualcosa di bello.

Però una cosa posso dirla: io non ho mai smesso di provarci. Non ho mai smesso di muovermi ancora e collezionare errori, sbagliare e poi mettermi nuovamente in piedi, in discussione per conquistare un'altra consapevolezza, anche se faceva male. Per fare un altro passo, un passo diverso verso lo stesso desiderio.

Ho avuto paura di amare, certo, ma non ho mai avuto paura di provare ad amare. E continuare a credere che, nonostante tutto, amare e lasciarsi amare siano gli atti di coraggio e di vita più meravigliosi di questa nostra intensa esistenza.
E questo è tutto quello che io oggi so sull'amore.

- Gian Marco Manzo

Illustrazione: Charles Blackman

Diventare adulti indipendenti vuol dire imparare a saper prendersi cura autonomamente delle proprie emozioni.Non vedere ...
01/03/2025

Diventare adulti indipendenti vuol dire imparare a saper prendersi cura autonomamente delle proprie emozioni.
Non vedere nelle altre persone un costante sostegno, l’appoggio che evita la caduta, il contenitore e la destinazione di ogni proprio stato d'animo che disturba, il filtro quotidiano che ripulisce le turbolenze.

Diventare adulti indipendenti significa resistere agli istinti, alle reazioni d'impulso.
Sviluppare risorse come la pazienza, l'attesa, la capacità di darsi tempo e riflettere. È fidarsi di sé stessi, degli strumenti in possesso capaci, col tempo, di rasserenarsi, di trovare pace, di fare ordine.

Diventare adulti indipendenti vuol dire anche chiedere aiuto quando comprendiamo in fondo di non poter farcela da soli.

- Gian Marco Manzo

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