Centro Nutrizione Irpinia

Centro Nutrizione Irpinia Dott.

Gianpaolo Fusco
Il Centro Nutrizione Irpinia è uno studio specializzato nella cura e nel benessere della persona in grado di offrire un piano dietetico personalizzato.

ALLA SCOPERTA DEI FAGIOLINI: PROPRIETA’ E BENEFICIConosciuti anche come ‘tegoline’ o ‘cornetti’, a seconda delle sfumatu...
30/08/2025

ALLA SCOPERTA DEI FAGIOLINI: PROPRIETA’ E BENEFICI

Conosciuti anche come ‘tegoline’ o ‘cornetti’, a seconda delle sfumature dialettali, i fagiolini sono i baccelli non ancora maturi del comune fagiolo (Phaseolus vulgaris) ed appartengono, dunque, alla famiglia delle Leguminose. Sottili, lisci al tatto e dal colorito verde intenso, vengono raccolti e consumati senza separare l’involucro dal seme interno.

Molto più simili alle verdure che ai legumi, i fagiolini sono, infatti, poveri di proteine, carboidrati e lipidi. Tra i macronutrienti, spiccano il retinolo, ma anche le vitamine del gruppo A e C. I fagiolini, inoltre, sono ricchi di carotenoidi, quali la luteina e la zeaxantina, e di flavonoidi, tra cui la quercetina e le procianidine. Nel complesso, tali sostanze, proteggono la funzione visiva dalla degenerazione maculare e dalle radiazioni ultraviolette. Contenendo anche una buona fonte di fibra vegetale, i fagiolini possono risultare una valida scelta nella gestione alimentare del diabete di tipo 2.

Quello che non sapevi: i fagiolini hanno una storia affascinante che affonda le radici nelle antiche civiltà del Centro e Sud America. Furono tra i primi alimenti ad essere coltivati dalle popolazioni precolombiane, come i Maya e gli Aztechi, che ne apprezzavano la versatilità in cucina (abitualmente consumati dopo essiccatura) e l’elevato valore nutrizionale. Il loro arrivo in Europa si deve ai viaggi di Cristoforo Colombo ( il secondo) nel XVI secolo. Inizialmente, i fagiolini furono coltivati come piante ornamentali per i loro fiori bianchi o violacei. Solo successivamente, grazie alla scoperta delle loro proprietà, divennero parte integrante della dieta mediterranea. Alcune tradizioni popolari italiane associano i fagiolini alla prosperità: si dice che piantarne ai margini dell’orto porti abbondanza.

02/08/2025
LE PROPRIETA’ NUTRITIVE DEGLI EMADAME, PREZIOSI FAGIOLI DI SOIANon è una nuova varietà di soia introdotta di recente, ma...
31/03/2025

LE PROPRIETA’ NUTRITIVE DEGLI EMADAME, PREZIOSI FAGIOLI DI SOIA

Non è una nuova varietà di soia introdotta di recente, ma si tratta di un alimento di origini antiche, molto diffuso in Cina e in Giappone. La soia Emadame (il suo nome deriva dai termini giapponesi ‘eda’, che significa ‘rami, e ‘mame’, che significa ‘chicchi’, un tempo, infatti, i baccelli erano venduti ancora sul ramo appena tagliato), è una varietà caratterizzata dalla forma allungata e dal colore verde brillante, dovuto al particolare grado di maturazione. Viene raccolta, infatti, quando il baccello è ancora ‘in erba’ ed i fagioli sono verdissimi e delicati.

I fagioli di soia vengono utilizzati anche per la produzione della bevanda di soia, e, quindi, dei derivati della soia, come il tofu e il tempeh. Amici dell’intestino, gli emadame sono una ricca fonte di proteine e contengono la lecitina, una sostanza emulsionante che funge da regolatore del colesterolo sanguigno, abbassa i livelli totali, mantenendo inalterato il valore di quello buono. I fagioli di soia, inoltre, sono in grado di contrastare l’osteoporosi e di alleviare i disturbi della menopausa, grazie alla presenza degli isoflavoni, atti a reintegrare parte degli estrogeni non più prodotti dalle ovaie.

Quello che non sapevi: originari del Giappone, gli emadame sono, tuttavia, coltivati anche in Europa e negli Usa fin dal XVII secolo. E’ stato negli anni Ottanta, però, che la cucina nipponica è salita alla ribalta e, con lei, anche uno degli ‘snack’ preferiti dai giapponesi, gli emadame appunto. Nei bar giapponesi, i fagioli di soia vengono spesso serviti come accompagnamento alla birra. Forse non tutti sanno che esiste una vera e propria tecnica per mangiare gli emadame ed è anche un anti-stress. In Giappone si fa così: il baccello si porta alla bocca e poi ogni fagiolo viene sgranato fuori con la spinta del polpastrelli. In patria questo movimento è diventato addirittura una sorta di gioco, si chiama Bandai.

I supermercati Coop e Iper hanno comunicato il richiamo precauzionale di alcuni lotti di formaggio a latte crudo Morbier...
04/02/2025

I supermercati Coop e Iper hanno comunicato il richiamo precauzionale di alcuni lotti di formaggio a latte crudo Morbier Dop, stagionato 45 giorni, con il marchio Jean Perrin.

L’allerta alimentare è legata ad una possibile presenza di Escherichia coli STEC. Il prodotto, di origine francese, è venduto in fette sottovuoto da 125 grammi, con numeri di lotto e date di scadenza comprese tra il 08/01/2025 ed il 18/02/2025. Il latticino in questione è prodotto dalla formaggeria SA Perrin-Vermot, situata a Cléron, in Francia. Secondo un comunicato del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare francese, il richiamo in questione è stato avviato a seguito di 11 casi di sindrome emolitico-uremica, rilevati dalle autorità sanitarie locali, in adulti. Le analisi epidemiologiche hanno associato questi casi al consumo di formaggi Morbier, che si sospetta siano stati contaminati da Escherichia coli, produttore di tossina Shiga (STEC), in grado di causare diarrea, spesso ematica che può evolvere in sindrome uremico emolitica, patologia grave che può colpire i reni ed il sistema nervoso centrale.

Sebbene i controlli siano ancora in corso, la società ha già provveduto a ritirare e richiamare numerosi lotti di formaggio Morbier, sia interi che porzionati. La distribuzione riguarda, oltre a Francia ed Italia, anche altri Paesi come Canada, Cile, Danimarca, Irlanda, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera ed Ucraina.

Grazie all’utilizzo di sofisticate tecniche laser, un team di ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona ha quan...
08/01/2025

Grazie all’utilizzo di sofisticate tecniche laser, un team di ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona ha quantificato l’enorme numero di micro e nanoparticelle di plastica rilasciate da ogni singola bustina di tè durante l’infusione. I risultati sembrerebbero allarmanti: miliardi di frammenti invisibili si mescolano silenziosamente nel tè, sollevando numerosi interrogativi sui potenziali effetti di questa contaminazione sulla salute umana.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Chemosphere ( rivista scientifica internazionale che si occupa di inquinanti organici persistenti, chimica ambientale, tossicologia ambientale e valutazione dei rischi), ha analizzato tre diverse tipologie di bustine di tè comunemente reperibili in commercio. Quelle composte principalmente da poliprolipene hanno rilasciato circa 1,2 miliardi di particelle per millilitro, con una dimensione media di 136,7 nanometri. Le bustine da tè in cellulosa hanno rilasciato in media 135 milioni di particelle per millilitro, di circa 244 nanometri. Infine, le bustine di tè in nylon-6 hanno rilasciano 8,18 milioni di particelle per millilitro, con una media di 138,4 nanometri.

I ricercatori hanno anche testato come le particelle di microplastiche e nanoplastiche interagiscono con le cellule intestinali umane, scoprendo che nelle cellule produttrici di muco i livelli di assorbimento sono risultati sufficienti a far raggiungere alle plastiche perfino il nucleo cellulare. Questo, chiaramente, potrebbe catalizzare il rischio di danni genetici ed innescare malattie come il cancro. Alla luce di queste evidenze, il team di ricerca invoca un maggiore impegno per standardizzare l’uso della plastica nel confezionamento alimentare, al fine di salvaguardare la salute pubblica.

Ci rivedremo il 7 Gennaio !
23/12/2024

Ci rivedremo il 7 Gennaio !

Le allergie alimentari nei bambini aumentano in tutto il mondo ed anche in Italia. Secondo i risultati dello studio Epif...
21/12/2024

Le allergie alimentari nei bambini aumentano in tutto il mondo ed anche in Italia. Secondo i risultati dello studio Epifa (Epidemiology of Paediatric Italian Food Allergy), negli ultimi dieci anni c’è stato un incremento del 34%, a livello mondiale. La fascia più colpita sembrerebbe essere quella compresa tra i 0 ed i 4 anni, con una variazione del 120%.

Secondo gli esperti, le cause possono essere molteplici: da un’eccessiva prescrizione di antibiotici e farmaci inibitori dell’acidità gastrica, all’uso di disinfettanti e di antisettici. Ma un ruolo di rilievo nel favorire la comparsa delle allergie alimentari è sicuramente riconducibile all’aumento continuo ed inarrestabile del consumo di alimenti ultra-processati in età pediatrica, già a partire dal primo anno di vita. Il cosiddetto ‘cibo spazzatura’, infatti, è in grado di alterare il sistema immunitario e di scatenare la comparsa di eventuali sintomi allergici.

I quadri clinici più gravi e maggiormente frequenti sono causati da allergia primaria (allergia alimentare riferibile solo ai cibi) a crostacei e molluschi, cereali, uova ed alimenti vegetali quali sesamo, spinaci, avocado, arachidi e semi.

UVA SULTANINA: TRA ORIGINI E CURIOSITA’L’uva sultanina, conosciuta anche come ‘uva passa’ o ‘uvetta’, si ottiene per ess...
19/12/2024

UVA SULTANINA: TRA ORIGINI E CURIOSITA’

L’uva sultanina, conosciuta anche come ‘uva passa’ o ‘uvetta’, si ottiene per essiccatura dei chicchi di uva di una varietà originaria delle terre turche, iraniane o greche. In Turchia, precisamente nella zona di Izmir, cresce una delle varietà più pregiate. Questa varietà di uva presenta acini piccoli di forma ellittica, di colore giallo dorato e con un sapore dolce. Una volta essiccata assume sfumature ambrate e la polpa rimane soda, con una sottile buccia facile da masticare.

L’uva sultanina è ricca di sali minerali, tra cui il potassio, in grado di regolare la pressione sanguigna, la contrazione dei muscoli e i processi di trasmissione dell’impulso nervoso. La presenza di fibre, inoltre, agevola il corretto funzionamento del transito intestinale. Nell’uva sultanina troviamo anche altre componenti bromatologiche, quali l’arginina, che aiutando la naturale dilatazione dei vasi sanguigni, protegge il sistema cardiocircolatorio ed i polifenoli che hanno, invece, un’azione antiossidante, in quanto contrastano l’invecchiamento cellulare.

Quello che non sapevi: la leggenda vuole che il nome ‘sultanina’ derivi dal termine sultano, cioè dall’antico sovrano dell’Impero Ottomano. Un aneddoto narra, infatti, che la nascita dell’uvetta sultanina ebbe inizio quando il sultano ottomano, per sfuggire ad una tigre, abbandonò la vendemmia. Lasciò, così, l’uva al sole per molti giorni. Al suo ritorno, però, ebbe una grande sorpresa: si accorse, infatti, che l’uva non era andata a male. Anzi, all’assaggio, i chicchi risultavano particolarmente gustosi. Un’altra versione, più verosimile, vede l’uva sultanina prendere il nome dalla città di Sultania, situata nella pen*sola di Crimea.

Circa il 30% della popolazione mondiale soffre di dolore cronico, in particolare le donne e le persone in eccesso ponder...
17/12/2024

Circa il 30% della popolazione mondiale soffre di dolore cronico, in particolare le donne e le persone in eccesso ponderale risultano più colpite da questa patologia. Molti pazienti, inoltre, non riescono a trarre giovamento dalle terapie a disposizione. A tal proposito, un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Australian National University, analizzando le associazioni tra grasso corporeo, alimentazione e dolore in 654 adulti australiani, ha evidenziato come un maggior consumo di alimenti presenti nelle linee guida dietetiche consigliate sia direttamente associato a livelli inferiori di dolore percepito. E questo fenomeno sembrerebbe verificarsi in particolare tra le donne.

Dall’analisi è emerso che il consumo di verdura, frutta, cereali e carni magre, in quantità maggiori rispetto ad altri alimenti, è correlato ad un dolore minore, indipendentemente dal peso corporeo. Una correlazione di estrema importanza, giacché le condizioni di sovrappeso e di obesità sono noti fattori di rischio per il dolore cronico.

È ben noto che un’alimentazione sana fa bene alla salute ed aumenta il benessere psicofisico, ma sapere che semplici cambiamenti nella propria dieta quotidiana aiutano a gestire il dolore cronico potrebbe cambiare significativamente la vita di chi ne soffre. Questo studio, dunque, si concentra sul benessere indotto dal regime alimentare nel suo insieme più che sul singolo alimento funzionale, come spesso ci è capitato di osservare in numerose altre indagini. Tutte hanno comunque in comune quanto l’alimentazione possa essere antinfiammatoria.

Da giovedì 28 novembre la Regione Campania dispone di una legge sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Un v...
12/12/2024

Da giovedì 28 novembre la Regione Campania dispone di una legge sui Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Un vero e proprio passo in avanti, considerando che la Campania, con 600 nuovi casi l’anno, è tra le regioni con il maggior numero di diagnosi.

La legge prevede l’attivazione presso i pronto soccorso della regione del ‘Percorso Lilla’, sulla base di un documento elaborato nel 2018 dal Ministero della Salute, per promuovere ulteriori interventi finalizzati al riconoscimento e alla presa in carico precoce dei soggetti affetti da questi disturbi. Per il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, i livelli di assistenza sono cinque: si parte da quello ambulatoriale a quello residenziale. Su quest’ultimo, la rete regionale non è attualmente omogenea. Il livello residenziale di cura è quello più intenso ed è presente, per ora, solo a Salerno, con 10 posti letto. Andrà potenziato con ulteriori posti letto e si dovranno aggiungere altri poli sul territorio regionale. I disturbi derivanti da una nutrizione sbagliata ed inadeguata sono la seconda causa di morte tra i giovani. Da questi disturbi si può guarire, però la prognosi migliora di molto quando il problema viene intercettato in tempo. Attualmente, purtroppo, questi disturbi vengono intercettati quando sono già gravi e, quindi, la prevenzione è un tema dettato dalla necessità di anticiparne la gravità.



‘Make America Healthy Again’: è questo l’ambizioso progetto del futuro Ministro della Salute Robert F. Kennedy, il cui p...
10/12/2024

‘Make America Healthy Again’: è questo l’ambizioso progetto del futuro Ministro della Salute Robert F. Kennedy, il cui programma alimentare promette di rivoluzionare il piatto americano, raccogliendo sostegni ma anche critiche. La necessità di cambiare la dieta americana è indubbia. Gli americani, infatti, hanno la più bassa aspettativa di vita tra i paesi ad alto reddito. La FDA sta adottando una serie di misure per aiutare le persone negli Usa a modificare le proprie abitudini alimentari. Tra le diverse iniziative, il programma alimentare di Kennedy sosterrebbe con fermezza l’utilizzo del latte crudo, anche se diversi pareri medici ed evidenze scientifiche ne confutano l’utilità ma anzi ne sottolineano la pericolosità. Secondo Kennedy, inoltre, i cibi ultra-processati sono all’origine dell’epidemia di obesità infantile.

Nel suo nuovo piano, Kennedy vorrebbe eliminare completamente gli oli di semi, per ritornare a friggere nel sego (grasso animale di ovini e bovini) che sembrerebbe non aumentare il colesterolo quanto gli altri oli grassi. Per il nuovo Ministro della Salute, è acclarato come i coloranti alimentari contribuiscano allo sviluppo di tumori e di disturbi da deficit di attenzione ed iperattività nei bambini. Kennedy, infine, chiede regole più severe nella filiera alimentare. Mentre in Europa ci sono norme più stringenti, negli Usa un vero e proprio vuoto legislativo consente alle industrie di stabilire autonomamente se un additivo nuovo è GRAS (generally recognized as safe - generalmente riconosciuto come sicuro, una designazione data dalla FDA statunitense alle sostanze che possono essere utilizzate come conservanti negli alimenti senza comportare rischi per la salute). I progetti di Kennedy, però, sembrerebbero non essere in sintonia con quelli di Donald Trump. A quanto pare, infatti, il cibo in campagna elettorale non è stato gradito da Kennedy che, inoltre, ha definito quello dato sull’aereo come vero e proprio ‘veleno’. Il tipico menu trampiano comprenderebbe, infatti, McDonald’s Big Mac, Filet-o-Fish, patatine e milkshake alla vaniglia.

Indirizzo

Via Antonio Annarumma, 35
Avellino
83100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:30 - 19:30
Martedì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:30
Mercoledì 09:00 - 12:30
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Giovedì 09:00 - 12:30
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Il Centro Nutrizione Irpinia è uno studio specializzato nella cura della persona. Grazie alla competenza del Dott. Gianpaolo Fusco e all’utilizzo di attrezzature tecnologiche d’avanguardia il CNI è in grado di offrire un’analisi clinica puntuale mirata alla valutazione del fabbisogno nutrizionale e procedere all’elaborazione di un piano dietetico personalizzato. #CentroNutrizioneIrpinia #DottGianpaoloFusco #Avellino #AlimentazioneConsapevole