13/11/2025
Il gioco perdente dei “trombamici”
✒️ Dr. Carlo D’Angelo, Voce delle Soglie”
Viviamo in un tempo che ha fatto del corpo un linguaggio, ma ne ha smarrito il verbo.
Il sesso è diventato espressione di libertà, ma spesso si riduce a una libertà senza incontro.
Il rapporto dei “trombamici” — quello in cui ci si cerca senza scegliersi, in cui si confonde il bisogno con il desiderio e la compagnia con la presenza — è uno dei paradossi più diffusi del nostro tempo affettivo.
All’inizio sembra tutto chiaro: nessun legame, nessuna pretesa, nessuna ferita.
Ma il corpo, anche quando finge leggerezza, custodisce memoria.
E la memoria del corpo è più onesta della mente: ricorda il contatto, l’attesa, la mancanza, il vuoto dopo l’abbraccio.
In questa apparente libertà si gioca, invece, una grande illusione:
quella di poter avere la vicinanza senza il rischio dell’amore, la passione senza la vulnerabilità, il piacere senza la responsabilità.
Ma non si può toccare un corpo senza sfiorare un’anima. E quando due corpi si incontrano senza un cuore che li sostenga,
qualcuno, prima o poi, resta a terra con la sensazione di essere stato usato —
anche se all’inizio aveva detto “tanto lo sapevamo entrambi”.
Il gioco dei “trombamici” è un gioco perdente
perché parte dall’idea che si possa separare l’emozione dal sentimento, la fisicità dal senso, l’intimità dal significato.
Ma l’anima non firma contratti:
entra sempre, anche quando la mente vuole restare fuori.
E allora quello che doveva essere “leggero”
diventa un nodo che stringe, una dipendenza, una nostalgia che non si spiega.
Si finisce col desiderare ciò che non si può nominare, e col sentirsi soli anche mentre si è abbracciati.
Il corpo, senza amore, si stanca.
E il cuore, senza radici, si spegne.
Non si tratta di moralismo, ma di verità antropologica e spirituale:
l’essere umano non è fatto per “sfiorare” —
è fatto per abitare, per incontrare, per essere scelto e scegliere.
Solo così il desiderio torna a essere un linguaggio d’anima
e non un tentativo disperato di riempire il vuoto.
✒️ Dr. Carlo D’Angelo, Voce delle Soglie”