15/04/2023
Le nostre abitudini emotive, comprese le inquietudini, lo stress, l’ansia, sono paragonabili a sentieri tracciati in profondità nel terreno.
Sono percorsi abituali della nostra mente, reazioni consolidate alla realtà esterna, che alla lunga possono condizionare negativamente la nostra salute, il nostro equilibrio interiore e la nostra capacità di relazionarci agli altri.
Proprio come l’attuale tecnologia dei computer è costruita sugli schemi e sui sistemi operativi del passato, cosí il cervello pensante - la neocorteccia - si è evoluto a partire dal sistema limbico (cervello antico).
Nonostante questo progresso, resta un piccolo intoppo: nel mondo dei computer il vecchio è rapidamente sorpassato dal nuovo, mentre il nostro cervello antico in realtà è più veloce del cervello pensante.
Quasi sempre, infatti, anche in situazioni “neutre” noi reagiamo con i nostri istinti più primitivi e più inconsci che si rifanno a precedenti esperienze emotive .
Le “abitudini emotive” sono come “sentieri” creatisi nel corso del tempo e dalle quali dipendono quasi tutte le nostre reazioni.
E’ un po’come quando continuiamo a prendere la stessa strada tutti i giorni, giorno dopo giorno, per andare al lavoro o a scuola.
Magari ce ne sarebbe una alternativa, ma siamo così abituati a prendere quella che lo facciamo quasi automaticamente.
Oggi è dimostrato scientificamente come il nostro cervello è in grado di apprendere nuovi percorsi di risposta all’ambiente e che si possono sviluppare capacità che si costruiscono gerarchicamente l’una sull’altra, a cominciare da un fondamentale riconoscimento e dominio delle proprie emozioni, per poi muovere verso capacità di un livello superiore, quali la comprensione e la risoluzione dei conflitti.
Non scoraggiatevi se dopo un po' di tempo vi troverete cambiati di poco: tracciare un nuovo sentiero può essere un duro lavoro, i passi falsi e le ricadute nelle vecchie abitudini sono normali.
Per sviluppare nuovi percorsi neuronali occorre tenacia e, all'inizio, uno sforzo cosciente.
Datevi il tempo e vedrete aprirsi nuovi viali.
Non possiamo piegare la vita alla nostra volontà: essa è come è.
Anche gli altri hanno il loro viaggio, il loro sentiero da percorrere.
A dispetto dei nostri sforzi più grandi, esistono il fallimento, il tradimento, la malattia, la perdita.
Sono in mano nostra solo i passi e le scelte che facciamo.
Quando la marea del destino sale e scende, possiamo reagire con serenità o con amarezza.
La serenità ci fornisce la saggezza di saper distinguere ciò che possiamo da ciò che non possiamo cambiare.
Invece di lasciarci paralizzare dall'ansia, dalla frustrazione o dalla disperazione per cose che sono fuori dalla nostra portata, possiamo imparare ad andare loro incontro con coraggio e amorevolezza.
Quando ci troviamo di fronte a relazioni o circostanze che sfuggono al nostro controllo, può essere consolante meditare con frasi prive di giudizio: questo ci rende liberi di lasciar andare.
Una maggiore serenità ci permette di aprire la mente a nuove possibilità, di prendere in considerazione pensieri come "può darsi", di fronte al fallimento o alla delusione.
La scelta è: o così, o la pazzia.
La vita in salita e quella in discesa sono la stessa e questo è il mistero della via: un cerchio, una spirale, un viaggio infinito da se stessi agli altri per tornare a se stessi e avanti così.
Alla ricerca di una saggezza più profonda e di un amore più grande.
(Thérèse Jacobs-Stewart - da “I sentieri si Tracciano Camminando”)
Immagine: Dipinto di Gustav Klimt - "Il faggeto"