Dott. Francesco Greco Specialista Psicoterapia Psicologo Bagheria

Dott. Francesco Greco Specialista Psicoterapia Psicologo Bagheria Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, specialista in psicoterapia Cognitivo Comportamen Benvenuto! Ricevo a Bagheria.

Sono Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolgo attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, crisi, stress, insicurezza, disturbi emotivi. Utilizzo la cbt e le terapie di terza generazione, Mindfulness e tecniche di rilassamento. Sono specializzato nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione attraverso la tecnica della CBT-E, disturbi sessuali e consulenza di coppia, abuso di sostanze.

Molte persone credono che la terapia funzioni quando l’ansia scompare.Ma non è così.Il momento in cui capisco davvero ch...
27/11/2025

Molte persone credono che la terapia funzioni quando l’ansia scompare.
Ma non è così.
Il momento in cui capisco davvero che qualcosa si sta muovendo è un altro: quando una persona fa qualcosa che teme tremando, portandosi dietro la sua ansia, la sua insicurezza, il suo nodo in gola.
Perché il cambiamento non nasce dalla perfezione,
ma dalla scelta coraggiosa di vivere anche se non ti senti pronto.

In studio lo vedo spesso:
una persona che entra con gli occhi bassi e il fiato corto…
e che qualche settimana dopo prova a fare quel passo che ha rimandato per anni.

Non importa quanto piccolo sia.
Importa che non è più l’ansia a decidere.
La terapia non elimina la paura.
Ti restituisce il potere di muoverti anche con lei al tuo fianco.
E quel momento, quel gesto tremante, vale più di mille giornate “senza ansia”.
Perché segna il punto in cui il sintomo non governa più la vita.
E inizia la libertà. ✨


Molte persone entrano in seduta dicendo:“Non so da dove cominciare.”E io non parto mai dal problema.Non ricostruisco la ...
26/11/2025

Molte persone entrano in seduta dicendo:
“Non so da dove cominciare.”

E io non parto mai dal problema.
Non ricostruisco la storia, non cerco subito la causa, non pretendo ordine.
Parto da una domanda semplice, ma potentissima:
👉 “Cosa stai evitando?”

Quella domanda non serve a smascherare la persona, ma a liberarla.
Perché il blocco non è mai mancanza di volontà…
è quasi sempre un modo elegante della mente di proteggersi da ciò che teme.
A volte quello che eviti non è un fatto, ma un’emozione:
una paura, un ricordo che punge, un’identità che non vuoi più indossare.
E finché non lo nomini, il blocco non si muove.

Quando la persona risponde, anche solo con un accenno, la terapia inizia davvero.
Non perché sappiamo tutto,
ma perché abbiamo smesso di scappare.

E ogni volta che accade, vedo la stessa cosa:
uno spiraglio.
Una crepa.
Un primo respiro pieno.
Da lì, tutto comincia. ✨


A volte, in seduta, arriva una frase che non è solo una frase.È una porta che si apre. Una crepa nella corazza. Un “fina...
25/11/2025

A volte, in seduta, arriva una frase che non è solo una frase.
È una porta che si apre. Una crepa nella corazza. Un “finalmente basta” detto sottovoce.

Qualche tempo fa, una paziente mi ha guardato e mi ha detto:
“Io non voglio stare meglio. Voglio solo smettere di combattere.”

Quella frase mi ha colpito più di tante storie dettagliate, più di mille spiegazioni.
Perché spesso le persone non soffrono perché stanno male, ma perché combattono il loro malessere come fosse un nemico da distruggere.

E quando la lotta diventa la vita stessa… si rimane senza respiro.
Senza spazio.
Senza sé.

📍 È in quel momento preciso che inizia il lavoro terapeutico:
non sul “togliere il dolore”, ma sul smettere di fare la guerra alla propria esperienza interna.

Nella mia pratica clinica l’ho visto mille volte:
quando una persona decide di non lottare più contro le emozioni, accade qualcosa di sorprendente.
Il corpo si scioglie.
Il respiro cambia.
La mente smette di rincorrersi.

Non è resa.
È pace.

E la pace, in psicoterapia, è spesso il primo vero passo verso la guarigione.

✨ Perché il miglioramento arriva sempre quando smetti di combattere con te stesso e inizi a stare dalla tua parte.



Ti sei mai chiesto come ti parli dentro la tua mente?Molti di noi non se ne accorgono, ma passano la giornata a giudicar...
11/11/2025

Ti sei mai chiesto come ti parli dentro la tua mente?
Molti di noi non se ne accorgono, ma passano la giornata a giudicarsi, a criticarsi, a ripetersi che non sono abbastanza.

Eppure, nessuno cresce davvero sotto il peso del giudizio.
Si cresce quando impariamo a guardare a noi stessi con la stessa gentilezza che riserviamo a chi amiamo.

Essere gentili con sé stessi non significa giustificare tutto, ma riconoscere che anche gli errori fanno parte del percorso.
Ogni errore insegna, ogni inciampo ci mostra qualcosa che non avevamo ancora capito.

💡 Nella mia esperienza clinica, ho visto che le persone cambiano davvero quando smettono di chiedersi:

“Perché ho sbagliato di nuovo?”
e iniziano a chiedersi:
“Cosa posso imparare da questo?”

La gentilezza verso se stessi è una forma di cura psicologica potente: riduce l’autocritica, calma la mente, riattiva la motivazione autentica.
Significa permettersi di sbagliare, imparare e lasciar andare.

🌿 Non serve essere perfetti per meritare amore.
Serve solo essere disposti a perdonarsi — e a ricominciare.


Molte persone arrivano in terapia con una richiesta chiara: “Voglio liberarmi dell’ansia.”E io lo capisco. Quando il cuo...
10/11/2025

Molte persone arrivano in terapia con una richiesta chiara: “Voglio liberarmi dell’ansia.”
E io lo capisco. Quando il cuore accelera, il respiro si blocca, la testa gira, sembra che il corpo stia tradendo la mente.

Ma con il tempo, e dopo aver accompagnato tante persone in questo percorso, ho imparato che l’ansia non è il vero problema:
è la spia luminosa di un sistema che sta cercando di avvisarci di qualcosa di più profondo.

👉 Il circolo vizioso dell’ansia nasce così:
1️⃣ Avverti una sensazione fisica o un pensiero minaccioso.
2️⃣ Ti spaventi di quella sensazione.
3️⃣ Il corpo risponde amplificando la paura.
4️⃣ E ogni volta che accade, impari a temere sempre di più la paura stessa.

Si chiama ansia dell’ansia, e qui si blocca la libertà.

Nel mio lavoro, ciò che funziona davvero non è “spegnere” l’ansia, ma imparare a restare presenti mentre accade.
A volte, non è il corpo a essere in pericolo, ma la mente che è stanca di trattenere tutto da sola.

💡 I miei consigli pratici, dalla mia esperienza clinica:
• Smetti di chiederti “perché sto così?” e inizia a chiederti “di cosa ho bisogno, adesso?”
• Non combattere le sensazioni fisiche: osserva, descrivi, respira. La resistenza alimenta il panico.
• Allenati a non cercare subito rassicurazioni esterne. La sicurezza più stabile nasce dentro di te.
• Accogli l’ansia come un’onda: se non ti opponi, passa prima.
• E soprattutto: non definire te stesso attraverso i tuoi momenti peggiori.
L’ansia è un episodio, non la tua identità.

Spesso, quando impariamo a fare spazio dentro di noi, l’ansia smette di bussare con tanta forza.

🌱 Non serve eliminarla per vivere bene. Serve capirla per tornare liberi.

Spesso si parla di amore per se stessi come di qualcosa di separato dall’amore per gli altri.Come se volersi bene signif...
06/11/2025

Spesso si parla di amore per se stessi come di qualcosa di separato dall’amore per gli altri.
Come se volersi bene significasse pensare solo a sé, mettere distanza, costruire confini rigidi.
In realtà, nella mia esperienza clinica, ho visto che accade l’esatto contrario: più impariamo a volerci bene, più diventiamo capaci di amare in modo sano.

Amarsi non è egoismo, è radicamento.
È la capacità di riconoscere i propri limiti, i propri bisogni, e di rispettarli senza colpa.
Chi non riesce a volersi bene, spesso cerca nell’altro una conferma continua di valore, una compensazione che diventa presto fragilità, dipendenza o paura di perdere.
E così l’amore smette di essere incontro, e diventa tentativo di riempire un vuoto.

Quando invece iniziamo un lavoro di autocompassione, cambia tutto.
Essere compassionevoli verso noi stessi significa accogliere anche le parti imperfette, quelle che ci fanno vergognare o che vorremmo nascondere.
E proprio da questa accoglienza nasce un’energia nuova: la capacità di guardare anche gli altri con più comprensione e meno giudizio.

Le neuroscienze e la mindfulness ce lo confermano: gli atteggiamenti compassionevoli, verso sé e verso gli altri, attivano le stesse aree cerebrali legate al benessere, alla connessione e alla sicurezza emotiva.
Essere gentili, dentro e fuori, fa bene al cuore — in senso psicologico e letterale.

💬 Volersi bene e volere bene sono due movimenti dello stesso respiro.
Il primo ci ancora, il secondo ci apre.
E insieme creano un equilibrio fatto di autenticità, empatia e presenza.

Amare se stessi non significa escludere il mondo.
Significa portarci dentro al mondo in modo più integro, più vero e più libero.

Saper comunicare non significa solo parlare bene.Significa connettersi in modo autentico, anche nei momenti difficili.La...
03/11/2025

Saper comunicare non significa solo parlare bene.
Significa connettersi in modo autentico, anche nei momenti difficili.

La comunicazione assertiva è una delle competenze più potenti che si possano sviluppare in terapia e nella vita quotidiana: ci insegna a rispettare noi stessi senza ferire l’altro.

💬 Ecco i 4 livelli su cui si costruisce:

1️⃣ Ascolto attivo
È la base. Non pensare a cosa rispondere, ma prova a comprendere cosa l’altro sta davvero cercando di dirti.

2️⃣ Espressione dei propri bisogni
Parlare in prima persona (“Io sento”, “Io ho bisogno”) permette di comunicare senza accusare o difendersi.

3️⃣ Riconoscimento dell’altro
Anche quando non condividi il suo punto di vista, puoi riconoscere la sua emozione.
👉 Dire “capisco che per te sia importante” non significa essere d’accordo, ma rispettarlo.

4️⃣ Negoziazione serena
Non è una gara per avere ragione, ma un incontro.
Cercare insieme una via che rispetti entrambi.

🌿 Essere assertivi non è naturale per tutti, ma si può imparare.
E quando lo fai, scopri che la comunicazione non serve più a vincere, ma a creare.

Nei primi cinque minuti di un colloquio, la maggior parte delle persone pensa di “raccontarmi” la propria storia.In real...
29/10/2025

Nei primi cinque minuti di un colloquio, la maggior parte delle persone pensa di “raccontarmi” la propria storia.
In realtà, in quei minuti io sto già leggendo molto di più.
Non mi concentro solo su cosa mi dicono, ma sul ritmo con cui lo dicono.
Se una persona corre, è probabile che voglia allontanarsi da qualcosa.
Se parla lentamente, forse sta cercando di restare in controllo.
Se usa troppi dettagli, spesso cerca di non sentire l’emozione.
Capisco dove si colloca il dolore: nella gola, nelle spalle, nelle pause.
Capisco se la persona si è già raccontata molte volte, oppure se sta dicendo certe cose per la prima volta.
Non sto cercando diagnosi, ma presenze: la paura che cerca di nascondersi, la vergogna che si infila tra una parola e l’altra, la parte di sé che vuole farsi ascoltare e quella che non ci riesce ancora.

Cinque minuti bastano per intravedere la direzione del lavoro terapeutico:
non cosa dobbiamo “correggere”, ma da dove possiamo cominciare a incontrarci davvero.

Perché la verità è che, in terapia, le parole arrivano dopo.
Il corpo parla prima.

👉 E io, nei primi cinque minuti, ascolto proprio quello: la parte che non ha ancora trovato le parole.

🧘‍♀️ Meditazione: Essere compassionevoli verso se stessiChiudi gli occhi. Porta una mano sul cuore e senti il respiro ch...
29/10/2025

🧘‍♀️ Meditazione: Essere compassionevoli verso se stessi

Chiudi gli occhi. Porta una mano sul cuore e senti il respiro che entra e che esce.
Nota come ti senti in questo momento — senza giudizio, senza cercare di cambiare nulla.

Ripeti dentro di te, lentamente:

“Posso essere gentile con me stesso.”
“Merito la stessa comprensione che offro agli altri.”
“Va bene non essere perfetto.”

Ogni volta che la mente critica si fa sentire, prova solo a riconoscerla e torna a questo gesto semplice: una mano sul cuore, un respiro consapevole, una frase gentile.

💫 L’auto-compassione non è debolezza, ma forza silenziosa.
È imparare a stare accanto a se stessi, anche quando le cose non vanno come vorremmo.

Spesso una persona arriva in studio dicendo: “Ho gli attacchi di panico, voglio farli sparire.”Ma il mio compito, come t...
27/10/2025

Spesso una persona arriva in studio dicendo: “Ho gli attacchi di panico, voglio farli sparire.”
Ma il mio compito, come terapeuta, non è solo farli sparire, è capire cosa stanno cercando di dire.

Dietro un attacco d’ansia si nasconde quasi sempre qualcosa di più profondo:
• un conflitto interiore non espresso,
• un bisogno ignorato per troppo tempo,
• o uno schema antico, nato da esperienze in cui abbiamo imparato che “non era sicuro essere se stessi”.

L’ansia è come un campanello che suona quando il corpo e la mente non riescono più a sostenere un equilibrio precario.
E il processo terapeutico serve proprio a riconoscere ciò che c’è sotto, a restituire senso e voce a parti di sé che non venivano più ascoltate.

💡 L’attacco d’ansia è la superficie, ma la guarigione arriva quando andiamo in profondità.

Non esiste una durata standard: dipende da quanto tempo hai passato a “sopravvivere” invece che a vivere.
Ma ogni passo nel percorso è già un atto di liberazione.

Quando Giulia è arrivata da me, la frase che ripeteva più spesso era:“Non ce la farò mai.”Non era solo un pensiero. Era ...
25/10/2025

Quando Giulia è arrivata da me, la frase che ripeteva più spesso era:

“Non ce la farò mai.”

Non era solo un pensiero. Era un modo di respirare, di camminare, di vivere. Ogni volta che provava a fare qualcosa di nuovo, la voce interiore la fermava prima ancora di iniziare.

In casi come questo, non serve convincere la persona che “ce la farà”.
Serve farle fare esperienza diretta del contrario.

Così, con Giulia abbiamo iniziato da micro-esperimenti: piccole azioni quotidiane in cui la sfida era non eliminare la paura, ma agire insieme alla paura.
Ogni volta che la mente diceva “non ce la farò”, la invitavo a rispondere con un gesto, non con un pensiero.

Il vero cambiamento è avvenuto quando ha capito che non doveva sentirsi pronta per iniziare.
Da quel momento, la fiducia non è più stata una condizione da raggiungere, ma una conseguenza dell’azione.

Oggi, Giulia non ripete più “non ce la farò mai”.
Non perché non ha più paura, ma perché ha imparato a non credere a tutto ciò che la sua mente racconta.

👉 A volte, il segreto non è spingere le persone a pensare positivo, ma insegnare loro a muoversi anche quando la mente urla il contrario.

Cosa succede nei primi cinque minuti di quel momento?Non offro subito soluzioni. Non cerco parole giuste.Ascolto.Perché ...
25/10/2025

Cosa succede nei primi cinque minuti di quel momento?
Non offro subito soluzioni. Non cerco parole giuste.
Ascolto.
Perché dietro quella frase c’è un mondo di dolore, di resistenza, di tentativi andati a vuoto.

In quei primi minuti, il mio compito non è “tirarlo su”, ma stare accanto a lui nel punto più basso.
È il momento in cui l’essere umano, prima che il terapeuta, si fa presenza.
Uno spazio silenzioso, ma pieno di accoglienza.

Poi, lentamente, si inizia a respirare.
Si cerca un appiglio — anche minuscolo — da cui ripartire.
A volte è una persona, un valore, una piccola speranza che non si è ancora spenta.

💡 Il lavoro non comincia nel momento in cui si parla del “come fare”,
ma nel momento in cui qualcuno, per la prima volta, non scappa dal tuo dolore.

Indirizzo

Via G. Lo Bue 63
Bagheria
90011

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

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Un po’ su di me e su come lavoro

Benvenuto! Sono Francesco Greco, uno psicologo e psicoterapeuta, specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale.

Il nostro BENESSERE nasce dalla capacità di essere flessibili, di accettare i cambiamenti, di adattarsi a una situazione con consapevolezza, apertura e di intraprendere una azione guidata dai nostri valori.

Il mio lavoro consiste quindi nel MIGLIORARE IL TUO ATTEGGIAMENTO MENTALE (mindset).

Utilizzo con successo la mia “valigetta degli attrezzi” per superare disturbi d'ansia, attacchi di panico, depressione, crisi, stress, insicurezza, disturbi emotivi, problemi di coppia.