Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista SECONDO SCIENZA E COSCIENZA
Nutruzione clinica per il microbiota. Ciao a Tutti e benvenuti nella mia pagina! Coautrice de Il Cibo della Gratitudine.

Nutrizione oncologica, per iper colesterolemia, resistenza insulinica, diabete, osteoporosi, disbiosi, steatosi epatica non acolica… Perfezionata in genetica, epigenetica Sono Silvia Petruzzelli, nutrizionista (con approfondimenti in epigenetica e chetogenica), tecnologo alimentare. Sono autrice del libro Grani Antichi e Pasta Madre, dove si parla di salute e Consapevolezza. Ho collaborato alla stesura del libro Medicina da Mangiare di Franco Berrino, curando la parte relativa alla prevenzione e contribuendo con numerose ricette di “Cibo Medicina”. Curo io sito http://www.ilcibodellasalute.com

Gestisco il B&B il Melograno Nano, a Barga (LU). Con l'Associazione Chicco di Riso, organizzo Corsi di cucina naturale, conferenze, fornendo suggerimenti e ricette sull'alimentazione, allo scopo di sensibilizzazione e promuovere la cultura del cibo sano e della sostenibilità ambientale. Ricordando anche l'importanza di nutrire emozioni ed anima,
ritornando alla nostra umanità. Ed acquisendo maggiore consapevolezza. Per costruire un mondo migliore.

16/09/2025

5 gr di b***o al giorno tolgono il medico di torno? In realtà ciò che dobbiamo toglierci di torno sono i fuffa guru che ci rovinano la salute

I grani antichi non hanno nulla di speciale?I grani antichi sono quei grani che non sono stati nanizzati (a mezzo irradi...
16/09/2025

I grani antichi non hanno nulla di speciale?

I grani antichi sono quei grani che non sono stati nanizzati (a mezzo irradiazione con raggi gamma al fine di migliorarne la resa produttiva).

Qual è la differenza rispetto ai grani moderni? La quantità di glutine?
In realtà, la disinformazione nasce anche da questo. Molti pensano che la differenza sia la QUANTITA’ di GLUTINE. In realtà è piuttosto la TIPOLOGIA di GLUTINE che è differente.

Infatti, le vecchie varietà di grano (quelle non nanizzate) hanno un glutine differente. Si va bene, scusate. Il grano non contiene glutine. Sta qui anche la disinformazione.
Il grano contiene le proteine di riserva (gliadina e glutenina). Poi il glutine si forma quando queste proteine si uniscono ad acqua.

Il glutine delle farine derivanti da varietà antiche contiene meno epitopi tossici (particolari frammenti di proteine ricchi in prolina e glutamina), quindi meno sequenze riconosciute dai linfociti delle persone affette da celiachia [1].

Tra le varietà antiche e quelle moderne sono state trovate differenze SIGNIFICATIVE anche in termini di polifenoli (flavonoidi, lignani), carotenoidi, tocoferoli e fibra [2].
Questi composti hanno importanza funzionale: antitumorale, antinfiammatoria, immunosoppressiva, antiossidante e antivirale.

Più studi hanno dimostrato che, rispetto alle varietà moderne, i grani antichi hanno effetti benefici sulla colesterolemia, sullo stato infiammatorio, sui danni ossidativi alle membrane cellulari, sulla funzionalità intestinale [3, 4, 5].

Tali effetti dipendono anche dalla maggiore varietà di polifenoli in essi presenti [6].

Anche per quanto riguarda la sensibilità al glutine non celiaca (NCGS) ci sono dei vantaggi. Si tratta (stranamente) di un fenomeno di recente introduzione nel dizionario medico e individua sintomi simili a quelli riscontrati nella celiachia, ma senza gli elevati livelli di anticorpi e danni intestinali.
Ebbene, in molti casi, si può osservare che la sintomatologia non sussiste con l’assunzione di grani antichi [7].

O perbacco… Quindi, un po’ differenti lo sono. Che dite?

Ma niente di speciale, tranquilli. Solo qualche vantaggio per la salute umana e quella del pianeta.

Poi è chiaro. All’industria non conviene sostenere queste vecchie varietà di grano (che oltretutto non richiedono neppure diserbanti visto l’alto fusto e fertilizzanti visto l’ampio apparato radicale). Quindi, a rimetterci è l’industria chimica.

Nel mentre, noi possiamo pensare alla nostra salute ed anche a quella del pianeta.

Possiamo fare la differenza.
Ed è una scelta.

E la macinazione a pietra?

Una farina00 si ottiene attraverso mulini a CILINDRI, costituiti da una coppia di cilindri metallici che ruotano in senso opposto. Grazie a questo tipo di tecnologia è possibile asportare gradualmente i tegumenti, lo stato di aleurone e il germe. Ciò porta all’eliminazione di GERME e CRUSCA (la parte più esterna della cariosside), quindi della maggior parte dei nutrienti.

Mentre con la macinazione A PIETRA possiamo ottenere FARINE INTEGRALI, che, dal punto di vista nutrizionale, sono più ricche di polifenoli con attività antiossidante ed antinfiammatoria.
E conservano la crusca, ovvero la FIBRA.

Sappiamo che le raccomandazioni sono di consumare almeno 25-30gr di fibra al giorno (la fibra riduce il rischio di tumori, diabete e malattie cardiovascolari).

Ma del resto, è così. La somma non fa il totale. Una FINTA farina integrale (data dall’unione di una farina00 + crusca ) non sarà la stessa cosa di una VERA farina integrale. Nella somma manca il germe.
Per cui, il totale è un altro.

[1] Van den Broeck et al., Presence of celiac disease epitopes in modern and old hexaploid wheat varieties: wheat breeding may have contributed to increased prevalence of celiac disease, Theor. Appl. Genet., 2010; 121:1527-1539.

[2] Dinelli G., Marotti I., Bosi S., Benedettelli S., Ghiselli L., Cortacero-Ramirez S., Carrasco-Pancorbo A., Segura-Carretero A., Fernandez-Gutierrez A., Lignan profile in seeds of modern and old Italian soft wheat (Triticum aestivum L.) cultivars as revealed by CE-MS analyses, Electrophoresis, 2007; 28: 4212-4219.

[3] Leoncini E. et al., Phytochemical Profile and Nutraceutical Value of Old and Modern Common Wheat Cultivars, PLoS One, 2012; 7(9): e45997.
Sofi F., Characterization of Khorasan wheat (Kamut) and impact of a replacement diet on cardiovascular risk factors: cross-over dietary intervention study, Eur. J. Clin. Nutr., 2013; 67(2): 190–195.

[4] Sereni, A., Cesari, F., Gori, A. M., Maggini, N., Marcucci, R., Casini, A., & Sofi, F. (2017). Cardiovascular benefits from ancient grain bread consumption: findings from a double-blinded randomized crossover intervention trial. International journal of food sciences and nutrition, 68(1), 97–103. https://doi.org/10.1080/09637486.2016.1216528

[5] Giacosa, A., Peroni, G., & Rondanelli, M. (2022). Phytochemical Components and Human Health Effects of Old versus Modern Italian Wheat Varieties: The Case of Durum Wheat Senatore Cappelli. Nutrients, 14(13), 2779. https://doi.org/10.3390/nu14132779

[6] Dinelli G., Profiles of phenolic compounds in modern and old common wheat varieties determi- ned by liquid chromatography coupled with time-of-flight mass spectrometry, J. Chromatogr., 2011; 1218(42):7670-81.

[7] Iarino G. et al., A Durum Wheat Variety-Based Product Is Effective in Reducing Symptoms in Patients with Non-Celiac Gluten Sensitivity, Nutrients, 2019 Mar 27;11(4):712.

16/09/2025

“La vitamina D ce l’ho a 40”… non vuol dire nulla se non si aggiunge l’unità di misura… altrimenti è come dire “ce l’ho profumato”

Valori ottimali di vitamina D possono essere pericolosi? Non sempre è chiaro il meccanismo di attivazione della vitamina...
16/09/2025

Valori ottimali di vitamina D possono essere pericolosi?

Non sempre è chiaro il meccanismo di attivazione della vitamina D e l'omeostasi del calcio.

Ho sentito addirittura affermazioni del tipo "La vitamina D ci fa perdere il calcio". Come può una vitamina che, in forma attiva, ci permette di assorbire il calcio, farci perdere calcio?

Intanto, quando integriamo, il principio attivo è il COLECALCIFEROLO, ovvero la stessa molecola che sintetizziamo quando i raggi UVB colpiscono la molecola di colesterolo sulla cute (7-DEIDRO COLESTEROLO).

Poi, il colecalciferolo arriva al fegato dove viene trasformato (idrossilato) e si ha la 25 OH vitamina D, che è la forma prevalentemente circolante, che è poi quella che viene misurata quando facciamo le analisi del sangue. Per fare questa trasformazione serve il magnesio.

La 25 OH vitamina D è in grado di favorire l’assorbimento del calcio a livello intestinale? NO!!!

Per esercitare la sua funzione ormonale (ovvero diffondersi attraverso la membrana cellulare, legarsi al suo recettore VCR e traslocare nel nucleo dove può agire a livello epigenetico), la 25 OH ha bisogno di essere trasformata in calcitriolo, ovvero la forma attiva della vitamina D. E anche per questa trasformazione occorre il magnesio.

Tale attivazione avviene (a livello renale) grazie al paratormone, che viene rilasciato quando ci sono bassi livelli di calcio ematico.

Ricordiamo infatti che il calcio è un minerale che, tra le sue funzioni, ha quella di favorire la contrazione muscolare. Il cuore è un muscolo e ha bisogno di calcio per contrarsi. E nel sangue deve esserci sempre un livello di calcio in un range tra 8,5 e 10,5 mg/dl (omeostasi del calcio).

Se il livello di calcio aumenta, interviene la calcitonina, ormone prodotto dalle cellule parafollicolari (cellule C) della tiroide. Tal ormone ha un’azione opposta a quella del paratormone che invece interviene quando i livelli di calcio nel sangue sono bassi, quindi quando c'è carenza di vitamina D.

Il paratormone, oltre ad attivare la vitamina D a livello renale, preleva il calcio dalle ossa.

Il problema si pone proprio quando i valori ematici della vitamina D (la 25 OH vitamina D) sono bassi (inferiori a 31 ng/ml). Una carenza di vitamina D può aumentare il rischio cardiovascolare.

Laddove ci sia carenza di vitamina D, infatti, aumenta il rilascio di paratormone che sottrae il calcio alle ossa. Questo calcio poi, nel sangue, rischia di depositarsi a livello dei tessuti molli (come ad esempio le pareti arteriose). Ciò può alimentare il processo aterosclerotico, rischiando di contribuire a una stenosi e ostacolare l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco, il che conduce a ischemia del miocardio (infarto).

Oltre ad aumentare il rischio di calcoli renali.

Quindi, non ci si faccia terrorizzare per valori ottimali di vitamina D. Il problema vero e reale (molto diffuso nella popolazione) è la carenza di vitamina D.

E non dimentichiamo anche l’importanza della K2 che riduce il rischio di osteoporosi e il rischio cardiovascolare.

In numerosi studi con coorti di pazienti sani e malati, è stato osservato che la vitamina K2, sotto forma di MK-7, ha un effetto protettivo a lungo termine sullo sviluppo della calcificazione.

La vitamina K2 non aumenta il rischio di trombi. Come da qualche forma di terrorismo dilagante.

Per livelli ottimali di vitamina D si intende 50-70 ng/ml.





16/09/2025

L’integrazione di vitamina D si è rivelata un intervento efficace per i pazienti con colite ulcerosa. Una meta analisi di RCT 👇

Tantissime persone assumono cardioaspirina (che ha funzione di antiaggregante piastrinico), con l'obiettivo di ridurre i...
15/09/2025

Tantissime persone assumono cardioaspirina (che ha funzione di antiaggregante piastrinico), con l'obiettivo di ridurre il rischio cardiovascolare.

Peccato che le malattie cardiovascolari continuino a essere la principale causa di morbilità e decesso in Europa ed in Italia.

COSA C'E' CHE NON VA?

Fondamentalmente non possiamo affidarci alla pillolina senza rivedere la nostra alimentazione.

Glicemia alta... e danno la metformina....
Colesterolo alto... e danno la statina...
Ma entrambe le condizioni sono correlata a insulinemia alta... Ops... non c'è la pillolina per tenere sotto controllo l'insulina. E l’insulina è anche un fattore di crescita, ovvero favorisce la proliferazione cellulare.

Oltretutto insulinemia alta è correlata a uno stato infiammatorio cronico... che deriva da stress ossidativo... ovvero troppi radicali liberi che favoriscono l'ossidazione delle LDL: sono le LDL ossidate a essere pericolose e favorire la formazione di placche ateromasiche, aumentando quindi il rischio cardiovascolare.

MECCANISMO DI AZIONE DELLA CARDIOASPIRINA

Il principio attivo della cardio aspirina è quello dei FANS: l’acido acetilsalicilico.

I FANS esercitano il loro effetto farmacologico attraverso l’inibizione della cicloossigenasi (COX), un enzima che catalizza la trasformazione dell’acido arachidonico in prostaglandine (PG), sostanze coinvolte nel controllo di numerosi processi fisiopatologici.

La COX ha due isoforme: COX-1 e COX-2; la prima regola la sintesi delle PG in condizioni fisiologiche, la seconda è prodotta nelle sedi di flogosi (ovvero di infiammazione). Da cui la loro azione antinfiammatoria.

L’inibizione dell’attività dell’enzima cicloossigenasi-1 (COX-1) blocca la sintesi del trombossano A2 (una molecola che favorisce l'aggregazione delle piastrine e quindi la formazione dei trombi). Ecco come la cardioaspirina riesce a svolgere la sua azione antiaggregante piastrinica.

EFFETTI COLLATERALI DELLA CARDIOASPRINA

L'enzima COX-1 però catalizza anche la trasformazione di acido arachidonico in prostaglandine (PG), sostanze deputate al controllo di numerosi processi fisiopatologici. In particolare, viene meno la sintesi di prostaglandine gastriche che hanno funzione protettiva sulla mucosa gastrointestinale. Si riduce quindi la produzione e secrezione di muco che permette di proteggere le cellule epiteliali dell’ambiente acido dello stomaco. E si riduce anche la secrezione di bicarbonato che permette di tamponare l’acidità dello stomaco.

A livello gastrico, infatti, andando ad alterare la barriera gastrica, ci potrà essere danno cellulare, quindi micro e macro lesioni con conseguente possibile sanguinamento.
Non è un caso, come confermato da diverse meta-analisi, che un uso protratto di questi farmaci può aumentare il rischio di emorragia gastrica.

GESTIRE DEGLI EFFETTI COLLATERALI E INTRODURNE ALTRI

Generalmente l’assunzione di cardioaspirina viene associata agli inibitori di p***a protonica (IPP), ovvero i cosiddetti gastro protettori che di fatto vanno a rimuovere la nostra barriera di protezione: il pH acido dello stomaco, che dovrebbe essere particolarmente basso (circa 1,5-2).

Infatti, lo stomaco svolge un'importante funzione di barriera contro l'arrivo dei patogeni nel tratto gastrointestinale.
Andando ad alterare il pH acido, l’organismo sarà più esposto a infezioni gastro intestinali, come quelle causate da Helicobacter Pylori (HP) o Clostridium Difficile, che possono portare alla comparsa di tumori allo stomaco o all’intestino [1, 2].

A lungo termine possono anche causare scarso assorbimento e conseguente carenza di vitamina B12, magnesio, calcio, ferro [3]. In soggetti a rischio, come chi soffre di osteoporosi, possono aumentare il rischio di fratture [4].

Gli IPP alterano il nostro microbiota, alla base della nostra salute [5].

Come conseguenza degli effetti collaterali dei gastroprotettoeri si dovrà ricorrere ad altri farmaci. Ad esempio antibiotici per gestire la SIBO o l'infezione da HP. E così via.

E SE FACESSIMO PREVENZIONE (PRIMARIA)?

Piuttosto che ricorrere sempre alla pillolina, non sarebbe più saggio fare prevenzione (possibilmente primaria) rivedendo la propria dieta?

E non sarebbe il caso di valutare parametri ematici come l'omocisteina (ricordiamo che una buona parte della popolazione ha il deficit genetico MTHFR)?
Visto che valori alti di omocisteina alta favorisce aggregazione piastrinica e dunque trombi, non sarebbe forse il caso di controllare questo valore e cercare di mantenerlo sotto il 10?

A proposito, EPA/DHA (la forma attiva degli acidi grassi omega-3) hanno anche funzione antiaggregante piastrinica.

Silvia Petruzzelli ©

BIBLIOGRAFIA

[1] Jaynes M, Kumar AB. The risks of long-term use of proton pump inhibitors: a critical review. Ther Adv Drug Saf. 2018;10:2042098618809927. Published 2018 Nov 19.

[2] Gao H, Li L, Geng K, et al. Use of proton pump inhibitors for the risk of gastric cancer. Medicine (Baltimore). 2022;101(49):e32228.

[3] Koyyada A. Long-term use of proton pump inhibitors as a risk factor for various adverse manifestations. Therapie. 2021;76(1):13-21.

[4] Hussain S, Siddiqui AN, Habib A, Hussain MS, Najmi AK. Proton pump inhibitors' use and risk of hip fracture: a systematic review and meta-analysis. Rheumatol Int. 2018;38(11):1999-2014.

[5] Macke L, Schulz C, Koletzko L, Malfertheiner P. Systematic review: the effects of proton pump inhibitors on the microbiome of the digestive tract-evidence from next-generation sequencing studies. Aliment Pharmacol Ther. 2020;51(5):505-526.



Mercoledì 17 settembre ore 20:15. Nel ciclo di Webinar "Tutto è collegato" ospiteremo Giulia Pieri e ci parlerà del "Mon...
15/09/2025

Mercoledì 17 settembre ore 20:15.

Nel ciclo di Webinar "Tutto è collegato" ospiteremo Giulia Pieri e ci parlerà del "Mondo dei Cibi Fermentati: tra benefici, sicurezza e creatività in cucina”

Giulia Pieri da oltre dieci anni si dedica alla fermentazione degli alimenti, che considera un autentico strumento di cura e benessere.

Ha creato una piccola attività artigianale di produzione di verdure fermentate e insaporitori non pastorizzati, continuando al tempo stesso a sperimentare e fare ricerca.

Propone corsi sulle tecniche di fermentazione e sulla cucina probiotica, per diffondere un approccio più consapevole, vivo e nutriente alla cucina, dove salute e gusto si incontrano in modo naturale.

Qui per iscriversi: https://register.gotowebinar.com/register/8113780536262783327

L'evento è gratuito.
In collaborazione con Salvia e Fondazione Est Ovest

Può la stessa Dieta Mediterranea offrire benefici diversi a seconda che sia biologica o convenzionale? 🌱 È la domanda a ...
15/09/2025

Può la stessa Dieta Mediterranea offrire benefici diversi a seconda che sia biologica o convenzionale?
🌱 È la domanda a cui ha risposto la ricerca Il Bio dentro di Noi, che ha confrontato in modo diretto i due modelli alimentari.

I nuovi risultati, che verranno presentati domani 16 settembre, ci aiutano a capire come il biologico possa incidere sulla salute e potenziare gli effetti già noti del modello mediterraneo. Un appuntamento che mette la scienza al centro delle nostre scelte.
📌 Biologico e dieta mediterranea: insieme fanno bene alla salute e al pianeta
Convegno di presentazione dei risultati finali della ricerca IMOD.

📅 DOMANI 16 settembre – ore 10:30
📍 Libreria Spazio Sette, via dei Barbieri 7 - Roma

FederBio
Gli studi li trovate su PubMed e sono stati condotti dall'università di Tor vergata.

No! La vitamina D non è una moda!Nonostante le numerosissime evidenze scientifiche c’è ancora chi afferma che sia una mo...
15/09/2025

No! La vitamina D non è una moda!

Nonostante le numerosissime evidenze scientifiche c’è ancora chi afferma che sia una moda. Decisamente vergognoso!

Che poi, fateci caso, coloro che urlano che la vitamina D è una moda sono gli stessi che vorrebbero farci credere che i grani antichi sono una bufala. Del resto quando non conviene che si diffonda salute, accade anche questo.

Un tempo si pensava che fosse importante per le ossa. Oggi sappiamo che ha effetti pleiotropici: essendo un ormone regola l’espressione del 3-4% del genoma umano.

Ad esempio, come abbiamo visto, blocca l’attivazione di NF-kB, un fattore di trascrizione che induce l’espressione di geni che codificano per citochine proinfiammatorie. NF-kB inoltre inibisce l’apoptosi e favorisce la proliferazione cellulare e l’angiogenesi.

Bloccando NF-KB, la vitamina D spegne TNFα-indotto dall’attivazione di NF-κB ed ha azione antitumorale ed anti proliferativa.

Favorisce l’apoptosi, quindi la morte delle cellule che hanno subito danno al DNA e che si suicidano per evitare che il danni si propaghi alle cellule figlie.

Ha azione anti-angiogenetica: riduce la possibilità che la cellula tumorale venga irrorata attraverso lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni.

Ha effetti sulle beta-cellule del pancreas, aumentando la a sintesi e la secrezione dell’insulina.

Aumenta l’espressione dei recettori dell’insulina, migliorando la sensibilità all’insulina.

Fermo restando che la base è ovviamente alimentazione sana e corretti stili di vita.

Avere valori ottimali di vitamina D (50-70 ng/ml) è importante per la nostra salute!

Deficit di vitamina D rappresentano un problema di salute globale che affligge oltre un miliardo di bambini e adulti in tutto il mondo.

Le conseguenze della carenza di vitamina D non possono essere sottovalutate.

Stanchezza cronica? Potrebbe esserci una carenza di vitamina D!

Debolezza e predisposizione ad Infezioni? Potrebbe esserci una carenza di vitamina D!

È stata riscontrata un’associazione tra la carenza di vitamina D e una miriade di malattie acute e croniche, tra cui preeclampsia, carie dentale infantile, parodontite, malattie autoimmuni, malattie infettive, malattie cardiovascolari, tumori mortali, diabete di tipo 2 e disturbi neurologici (1).

Valori inferiori a 31 ng/ml e il paratormone generalmente sale. Ciò vuol dire mobilizzare il calcio dalle ossa al sangue, aumentando il rischio di osteoporosi e di calcificazioni dei tessuti molli (con rischio cardiovascolare).

Ovviamente, quando non è possibile sintetizzarla, l’integrazione della vitamina D3 deve essere giornaliera. Dosi settimanali o addirittura mensili sono decisamente fuori luogo (2, 3).

A proposito, si tratta di una vitamina liposolubile. Quindi, si assume ai pasti. A favorirne l’assorbimento non sono le proteine, ma i grassi.

Se si assume per via sublinguale, si bypassa l’assorbimento intestinale.

Se, nonostante l’integrazione di D3, i valori ematici di vitamina D non salgono (tali valori corrispondono alla D3 idrossilata a livello epatico), sarebbe opportuno verificare i livelli di magnesio.

Qui citiamo solo alcuni dei numerosi studi in letteratura.

(1) Holick MF. The vitamin D deficiency pandemic: Approaches for diagnosis, treatment and prevention. Rev Endocr Metab Disord. 2017 Jun;18(2):153-165. doi: 10.1007/s11154-017-9424-1. PMID: 28516265.

(2) Fassio, A., Adami, G., Rossini, M., Giollo, A., Caimmi, C., Bixio, R., Viapiana, O., Milleri, S., Gatti, M., & Gatti, D. (2020). Pharmacokinetics of Oral Cholecalciferol in Healthy Subjects with Vitamin D Deficiency: A Randomized Open-Label Study. Nutrients, 12(6), 1553.

(3) Ketha, H., Thacher, T. D., Oberhelman, S. S., Fischer, P. R., Singh, R. J., & Kumar, R. (2018). Comparison of the effect of daily versus bolus dose maternal vitamin D3 supplementation on the 24,25-dihydroxyvitamin D3 to 25-hydroxyvitamin D3 ratio. Bone, 110, 321–325.

14/09/2025

Nel mio prossimo libro sfateremo tanti falsi miti sul !
Stay tuned 💪

Lo sai che il sugo di pomodoro contiene licopene (maggiormente bio disponibile perché il pomodoro è cotto) che ha propri...
14/09/2025

Lo sai che il sugo di pomodoro contiene licopene (maggiormente bio disponibile perché il pomodoro è cotto) che ha proprietà antiossidanti.
E può agire anche a livello epigenetico riducendo l’espressione del gene che codifica per la proteina PCSK9 contribuendo a ridurre i livelli di colesterolo sierico.

Può aiutare a ridurre lo stress ossidativo indotto da LPS, componenti batterici che, traslocando nel torrente ematico a causa di permeabilità intestinale, favoriscono infiammazione e danno endoteliale.

Ovviamente la pentola (o meglio casseruola) la preferiamo in acciaio inox e non in alluminio e il pane con grani antichi e pasta madre!


14/09/2025

“Se non l’hai fatto a quarant’anni, fallo a sessanta.
L’unica cosa che conta…
è farlo!"

Me lo diceva sempre mia nonna, vissuta fino a 97 anni:
"La vita migliora con il tempo."

Ora, finalmente, capisco cosa intendeva.

Viviamo in un mondo che ci impone scadenze:
Sposati entro una certa età,
fai carriera entro un’altra,
poi vai in pensione e basta.

E se salti una tappa?
Ti fanno credere che il treno sia perso.

Ma sai una cosa?
È una bugia.

Se i tuoi vent’anni erano pieni di dubbi,
rendi i quaranta folli.

Se i quaranta ti hanno schiacciato di responsabilità,
balla a sessant’anni.

Se non hai brillato prima,
accenditi adesso.

La gioia non ha scadenza.
I sogni non hanno età.

E non è mai troppo tardi per ricominciare.

Quindi osa.
Indossa colori forti.
Prenota quel volo.
Impara quella lingua.

Ricomincia.

Perché tardi…
è sempre meglio di mai.

Tilda Swinton

Indirizzo

Viale Posta 25
Barga
55051

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare

Our Story

Ciao a Tutti e benvenuti nella mia pagina! Sono Silvia Petruzzelli e sono Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia, proseguendo i miei studi in nutrizione umana.

Dopo una pluriennale esperienza in aziende multinazionali, decido di cambiare vita per ritrovare me stessa. Lascio la carriera per tornare alla natura, ad una vita semplice. Intraprendo quindi gli studi di Naturopatia.

Affascinata dalla Medicina Tradizionale Cinese, proseguo con il percorso di Shiatsu, approfondendo successivamente i principi energetici del cibo attraverso lo studio e la pratica dell’Alimentazione Naturale Macrobiotica, in Italia e all'estero.

Per migliorare le tecniche di cucina, seguo i corsi di Alta Cucina Naturale presso il Joia Academy, fondata dal maestro Pietro Leemann.