Dott.ssa Francesca Cocciolo - Psicologa Psicoterapeuta -

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Dott.ssa Francesca Cocciolo - Psicologa Psicoterapeuta - - Psicologa Psicoterapeuta
- Psicologia Perinatale
- Psicologia dell'età evolutiva

22/05/2025
18/05/2025

Carissimi amici,
come tutti gli anni vi invitiamo a donarci il 5 per mille.
Abbiamo realizzato il progetto della psicologa in TIN grazie alla vostra disponibilità!!
Mi raccomando anche quest'anno a tenerci presente.
grazie a nome di tutte le famiglie che aiutate!

04/05/2025
Maternal Gatekeeping: cos’è e perché riguarda anche noiIl termine maternal gatekeeping può essere tradotto in italiano c...
14/04/2025

Maternal Gatekeeping: cos’è e perché riguarda anche noi
Il termine maternal gatekeeping può essere tradotto in italiano come "custodia materna" o, più precisamente, "controllo materno dell’accesso alla genitorialità". Si riferisce a quei comportamenti – spesso inconsapevoli – attraverso cui una madre o gli operatori limitano o valorizzano poco il coinvolgimento del padre nella cura dei figli.
In Italia, negli ultimi decenni, i padri sono diventati sempre più presenti fin dalla nascita: li vediamo in sala parto, nei reparti di neonatologia, nelle file alle vaccinazioni, nei consultori. Non a caso dagli anni 80 in poi, i padri passano il 60% di tempo in più per stare con il proprio figlio. Eppure, la cultura collettiva fatica ancora a riconoscerli come co-protagonisti nella cura dei figli (se ci pensate parlare di centri materno infantili...ne è un esempio lampante al pari dei risicati giorni di congedo per i ).
Spesso vengono ancora considerati dei comprimari, quasi “assistenti” della madre, invece che genitori a pieno titolo. Non è raro che, persino nei contesti sanitari o scolastici, il padre venga guardato con stupore quando è da solo con il neonato, come se fosse un’eccezione invece che una norma. Il maternal gatekeeping è spesso anche negli occhi degli operatori e lavorare sul nostro sguardo appare un obiettivo quanto mai importante. Un effetto di questo è pensare il padre solo come colui che deve occuparsi della madre e dei suoi vissuti, svilendo il coinvolgimento individuale nel rapporto con il bambino e le eventuali sofferenze.
È importante sottolineare che il maternal gatekeeping non è una colpa, ma spesso il riflesso di una cultura che continua a rappresentare la madre come caregiver esclusiva, con l'effetto di una eccessiva responsabilizzazione della donna e uno svilimento dei vissuti paterni. Per cambiare questa narrazione, serve che anche le istituzioni – dalla sanità alla scuola – inizino a rivolgersi davvero a entrambi i genitori, e non solo alla madre. NOI OPERATORI dobbiamo e possiamo fare tantissimo, il nostro sguardo inclusivo e attento può avere un effetto enorme, nel coinvolgere, valorizzare e accogliere i padri e la cogenitorialità, che una risorsa centrale nelle famiglie nucleari (con le sole coppie) moderne.
La genitorialità è una danza a due, e solo se entrambi possono danzare senza ostacoli, il bambino potrà crescere con equilibrio.
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C’è un momento in cui il cuore si siedee tutto pesa, anche l’aria.Un momento in cui il silenzio non consolae senti che l...
09/12/2024

C’è un momento in cui il cuore si siede
e tutto pesa, anche l’aria.
Un momento in cui il silenzio non consola
e senti che le parole non bastano più.

Urlalo
quel “non ce la faccio più!”
fallo uscire come una freccia
come un vento che rompe il silenzio.
Non tenerlo dentro
ché il dolore chiuso diventa buio
diventa muro.

Gridalo al mondo:
“sono stanco, mi rompo, mi perdo”.
E non aver paura delle tue cicatrici
che sono mappe
sono vie per far passare il sole.

Lasciale andare
quelle lacrime che fanno mare
lasciale scavare i solchi
che a volte il cuore ha bisogno
di una nuova geografia.

Accetta di essere rotto
Di essere guasto
di avere l’anima graffiata
e sulla pelle lividi che raccontano
una storia.
Lasciale brillare le tue ferite
che sono loro a ricordarti
tutta la strada che hai percorso.

C’è grazia nelle cose rotte
bellezza nei bordi irregolari.
Non temere il dolore
ché è un maestro silenzioso
che ti insegna a vedere meglio
a sentire più forte.

E capirai, alla fine
che ogni lacrima è un dono
che il tuo dolore è un ponte
per arrivare agli altri.
Che essere spezzati
ci rende interi
ci insegna a guardare negli occhi di chi cade
e a dirgli, senza tante parole:
“Io lo so, lo conosco
ti tengo la mano
su questo rumore
si può lavorare”

Grazie Matteo Sinatti, per l’ultimo verso - immenso - di questa poesia.

23/11/2024
18/11/2024
07/11/2024
20/10/2024

Anche quest'anno celebriamo il 17 novembre, la nostra festa!!
Siate numerosi, vi aspettiamo con gioia💜

Ai fini di una migliore organizzazione, se avete intenzione di partecipare scrivetecelo nei commenti! Grazie 😊

Il lutto perinatale coinvolge magnetismi, cervello e cuore, ma non solo per licenza poetica. Ora vi spiego. La perdita d...
19/10/2024

Il lutto perinatale coinvolge magnetismi, cervello e cuore, ma non solo per licenza poetica. Ora vi spiego. La perdita di un bambino è molto di più di un progetto fallito. Il pensiero di quel bambino fa cambiare inesorabilmente i cervelli dei genitori. Gli studi scientifici lo dicono, i genitori lo raccontano. Ma non solo. Pensiamo al cuore, che è tra i primi organi a funzionare nel bambino in divenire (in utero). Lui batte ancor prima che il cervello si formi. Non so se lo sapevate, ma il cuore, secondo gli studi di J. Andrew Armour, possiede circa 40.000 neuriti sensoriali nel cuore. Una vera e propria rete neurale indipendente in grado di sentire, ricordare e comunicare al cervello informazioni principalmente emotive o sensoriali. Il cuore, i cuori ricordano. E poi non dobbiamo scordarci che il cuore emana un campo elettromagnetico molto più potente di quello del cervello, percepibile fino a 2.5 metri di distanza. Quel cuore di quel bambino, che interagisce con il campo magnetico del cuore della mamma, si connettono e si sentono. Lo sente la mamma, ma anche il papà, spesso collocato a molto meno di 2 metri e mezzo.
E poi c’è il microchimerismo è lo scambio bidirezionale tra cellule della madre e del bambino. A partire dalla 7ma settimana di gravidanza, una piccola quantità di cellule staminali fetali migrano nel corpo della madre, circolando negli organi (principalmente i polmoni, ma anche cuore, cervello, ecc.) anche per tutta la vita. Se ci pensate queste cellule potrebbero migrare nei corpi dei fratelli e le sorelle concepite in seguito.

Ecco, alla luce di tutto ciò. Questa è materia fetale o è un bambino? Come possiamo negare che quel bambino ci sia stato? come possiamo negare ci sia stata un’interazione con i suoi genitori? ..E’ un’energia, sono cellule, e’ scritto nel cuore.

ale

Il lutto perinatale coinvolge magnetismi, cervello e cuore, ma non solo per licenza poetica. Ora vi spiego. La perdita di un bambino è molto di più di un progetto fallito. Il pensiero di quel bambino fa cambiare inesorabilmente i cervelli dei genitori. Gli studi scientifici lo dicono, i genitori lo raccontano. Ma non solo. Pensiamo al cuore, che è tra i primi organi a funzionare nel bambino in divenire (in utero). Lui batte ancor prima che il cervello si formi. Non so se lo sapevate, ma il cuore, secondo gli studi di J. Andrew Armour, possiede circa 40.000 neuriti sensoriali nel cuore. Una vera e propria rete neurale indipendente in grado di sentire, ricordare e comunicare al cervello informazioni principalmente emotive o sensoriali. Il cuore, i cuori ricordano. E poi non dobbiamo scordarci che il cuore emana un campo elettromagnetico molto più potente di quello del cervello, percepibile fino a 2.5 metri di distanza. Quel cuore di quel bambino, che interagisce con il campo magnetico del cuore della mamma, si connettono e si sentono. Lo sente la mamma, ma anche il papà, spesso collocato a molto meno di 2 metri e mezzo.
E poi c’è il microchimerismo è lo scambio bidirezionale tra cellule della madre e del bambino. A partire dalla 7ma settimana di gravidanza, una piccola quantità di cellule staminali fetali migrano nel corpo della madre, circolando negli organi (principalmente i polmoni, ma anche cuore, cervello, ecc.) anche per tutta la vita. Se ci pensate queste cellule potrebbero migrare nei corpi dei fratelli e le sorelle concepite in seguito.

Ecco, alla luce di tutto ciò. Questa è materia fetale o è un bambino? Come possiamo negare che quel bambino ci sia stato? come possiamo negare ci sia stata un’interazione con i suoi genitori? ..E’ un’energia, sono cellule, e’ scritto nel cuore.

Oggi, 15 ottobre, è la giornata mondiale del lutto perinatale.

Indirizzo

Via G. Salvemini 16/A
Bari

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
15:00 - 21:00
Martedì 10:00 - 12:00
14:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 12:00
14:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 13:00

Telefono

+393293905417

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Dott.ssa Francesca Cocciolo

Questa pagina è dedicata a tutte le Donne e persone che si confrontano, per la prima volta o meno, con il misterioso mondo della Maternità. Maternità vissuta o idealizzata, maternità come esperienza positiva o come esperienza dolorosa.

In un clima di condivisione empatico privo di giudizio o etichette e, nel rispetto delle soggettività delle esperienze, si trasmetteranno contenuti relativi al periodo perinatale (periodo che parte dall’idea di avere un figlio al periodo successivo al parto, fino ad arrivare e i primi anni di vita del bambino).

Una condivisione di vissuti che abbraccia tanto l”Universo Donna” quanto “l’Universo Coppia e Neo-genitori “, includendo il “magico mondo infantile.”