Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta

Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

👉 Liberi di sconfinare, ma non troppo📍 Nelle relazioni di coppia, alcune regole – anche non dette – nascono spontaneamen...
06/08/2025

👉 Liberi di sconfinare, ma non troppo

📍 Nelle relazioni di coppia, alcune regole – anche non dette – nascono spontaneamente come espressione dei valori condivisi. Quando sono poche, chiare e costruite insieme, offrono una base solida che rafforza il legame e sostiene la progettualità comune.

➖ La loro assenza può generare incertezza, rallentare la costruzione di un futuro condiviso ed esporre la coppia a incomprensioni, conflitti e distanze emotive.

➕ Al contrario, un eccesso di regole può soffocare l’individualità, spegnere l’entusiasmo e ridurre la ricchezza della condivisione autentica, fatta anche dell’apporto unico che ciascuno porta nella relazione grazie alla propria esperienza. Troppi vincoli aumentano la paura, irrigidiscono il rapporto e limitano l’emergere delle emozioni positive.

🔥 La libertà, in una coppia, non è assenza di limiti, ma possibilità di essere sé stessi in uno spazio condiviso. Crescere insieme richiede un equilibrio tra autonomia e legame.

✔️ La libertà senza regole diventa anarchia, ma con troppe regole non è più libertà.

👉 Opporsi giusto per opporsi: quando il confronto diventa un pretesto📍 Ci sono momenti in cui, nel tentativo di esprimer...
05/08/2025

👉 Opporsi giusto per opporsi: quando il confronto diventa un pretesto

📍 Ci sono momenti in cui, nel tentativo di esprimere un pensiero moderato e aperto al confronto, ci si imbatte in interlocutori che estremizzano il discorso, portandolo su un piano di contrapposizione.

Spesso il messaggio iniziale avrebbe potuto trovare parziale convergenza con quello dell’altro, ma la risposta viene modellata per creare distanza, come se l’obiettivo non fosse capirsi, ma difendere una posizione.

Escludendo la semplice incomprensione, in molti casi questa dinamica sembra rispondere a un bisogno implicito: rimarcare il proprio valore attraverso l’opposizione, piuttosto che incontrarsi su un terreno comune.

In queste situazioni, entrare nel merito del tema diventa secondario. Il confronto perde la sua funzione evolutiva e rischia di trasformarsi in uno scambio sterile.

🔥 Affrontare il nodo relazionale sottostante potrebbe essere utile, ma non sempre è possibile o conveniente, soprattutto se il confronto nasce già come pretesto e non come desiderio autentico di dialogo.

✔️ Saperlo riconoscere ci aiuta a non cadere nella trappola del conflitto inutile e a scegliere, consapevolmente, se vale la pena continuare a investire o se è più saggio lasciare andare.

👉 Aspettando il meglio… viviamo l’adesso📍 Pensare che il bello arriverà più avanti ci dà forza… ma ci fa anche dimentica...
03/08/2025

👉 Aspettando il meglio… viviamo l’adesso

📍 Pensare che il bello arriverà più avanti ci dà forza… ma ci fa anche dimenticare che possiamo trovare qualcosa di buono anche adesso.

Nella vita quotidiana ritroviamo facilmente difficoltà e ci possiamo sentire stanchi, affaticati, con tanti pensieri. Ma anche lì, nel mezzo del caos, ci sono attimi che possiamo strappare e renderli nostri, rubarli alla confusione.

🔥 Non aspettiamo sempre “tempi migliori”: impariamo a vivere bene anche lì, dove ci sono criticità.
E quando arriveranno la serenità e la felicità, sapremo riconoscerle, accoglierle… e goderne fino in fondo, ma nel frattempo non ci sarà scivolata la vita tra le mani.
✔️...non fermare la tua canzone per ascoltarla solo se c' è il sole ascoltala anche quando piove 🎸

👉 Non possiamo chiedere a tutti le stesse cose.A volte pretendiamo troppo, troppo presto.Chiediamo a un bambino il contr...
01/08/2025

👉 Non possiamo chiedere a tutti le stesse cose.

A volte pretendiamo troppo, troppo presto.
Chiediamo a un bambino il controllo di un adulto.
A un adolescente di non sbagliare mai.
A una persona espansiva di diventare fredda.
A una persona riservata di aprirsi subito.
A chi non ama il contatto fisico di diventare improvvisamente "caloroso".

📍 Ma ogni persona ha il suo tempo, il suo carattere, la sua fase di vita.

Quando conosciamo davvero qualcuno — o anche solo quando ci fermiamo a osservare senza giudicare — possiamo renderci conto che certe richieste non sono realistiche.
A volte continuiamo a chiedere a qualcuno di essere ciò che non è.
E quando chiediamo qualcosa di impossibile, spesso è perché ci sentiamo minacciati: abbiamo paura che il comportamento dell’altro possa, in qualche modo, farci del male.

Ma fermiamoci un attimo e chiediamoci:

🔸 Quel danno è reale, o lo percepiamo così per una nostra convinzione disfunzionale?
🔸 Stiamo cercando di aiutare l’altro, entrambi… o solo di calmarci noi?
🔸 Il nostro modo di agire porta davvero beneficio, o solo più controllo?

Anche quando una richiesta ci sembra giusta e utile, serve pazienza e flessibilità. Perché il cambiamento — vero, duraturo — non avviene in un giorno. Chiedere troppo e troppo in fretta crea tensione, frustrazione, distanza.

✔️ Educare, relazionarsi, crescere insieme… richiede tempo, comprensione e realismo.
Chiedere il giusto, nel modo giusto, al momento giusto.

👉 “Se mi comporto bene, mi amerà.”È un’idea tanto diffusa quanto illusoria.📍 L’idea che l’amore si possa ottenere attrav...
29/07/2025

👉 “Se mi comporto bene, mi amerà.”

È un’idea tanto diffusa quanto illusoria.

📍 L’idea che l’amore si possa ottenere attraverso specifici comportamenti ci dà una sensazione di controllo. Ci fa credere che possiamo farcela, se solo troviamo le parole giuste, il tono giusto, i gesti giusti.

E questo, in superficie, è rassicurante.
Perché ci protegge dall’impotenza. Dall’idea che l’altro possa non amarci… anche se facciamo tutto nel modo migliore possibile.

🛑 Ma in realtà è una trappola.

Perché quando l’amore non arriva (o non resta), questa logica si ribalta su di noi.

➤ “Non mi ama perché ho fatto qualcosa di sbagliato.”
➤ “Non sono abbastanza.”
➤ “Forse se cambiassi ancora un po’…”

E così si finisce in una spirale di tentativi, adattamenti, valutazioni e svalutazioni,
che non ha a che fare con la relazione… ma con il tentativo di meritare l’amore.

🔥 Ma l’amore non è una prestazione.
Non è un esame da superare.

Possiamo influenzare una relazione — certo.
Possiamo imparare, crescere, cambiare — assolutamente sì.

✔️ Ricordiamoci però che l’amore "accade" nella libertà. E quando non succede, non è sempre colpa nostra. A volte, semplicemente… non è il nostro posto.

👉 Non sit facen l’ pdocchiusUn detto pugliese semplice e diretto, che significa:  "Non fate i pidocchiosi."Non solo coi ...
27/07/2025

👉 Non sit facen l’ pdocchius

Un detto pugliese semplice e diretto, che significa: "Non fate i pidocchiosi."

Non solo coi soldi.
Ma anche con i gesti...con la vita.

Perché a volte non è questione di necessità, ma di atteggiamento. C’è chi, anche quando può permetterselo, fa attenzione a ogni dettaglio, ogni centesimo, ogni gesto. Tiene tutto sotto controllo.
E non accetta di mollare la presa neanche in compagnia...

E questo modo di vivere — sempre attento, preciso, calcolatore — alla lunga toglie spazio alla leggerezza. Alla gioia. Alla spontaneità.

📍 Nelle relazioni, questa mentalità si traduce in conti emotivi:

“Io ho fatto, lui no”
“Se do, cosa mi torna?”
“Nessuno gli ha chiesto niente, quindi non farò proprio niente.”
Dare meno è una garanzia per non trovarsi spiazzati.

🧠 In ambito psicologico si parla di bisogno di controllo, ma spesso dietro c’è paura di esporsi, di essere sminuiti, di essere “fregati” — e quindi di fidarsi.

Eppure...

🔥 Stare con gli altri, a volte, serve proprio a ritrovare un po’ di spensieratezza.
Non a complicarsi la vita con mille ragionamenti. Mostrare controllo può appesantire chi ci sta intorno e farci perdere momenti di libertà e condivisione.

💬 Quindi, se puoi — se non ti mette in difficoltà, se non ti costa troppo — concediti un gesto in più, una parola in meno, una risata più leggera.

✔️ Perché non essere pdocchius, a volte,
ci può permettere di respirare, apprezzare il momento, vivere meglio e vivere meglio con gli altri.

Lavorare in piena estate è una Red Flag 🚩
25/07/2025

Lavorare in piena estate è una Red Flag 🚩

👉 Quando il senso di colpa non aiutaC’è un equivoco molto diffuso: credere che provare senso di colpa aiuti a cambiare.I...
23/07/2025

👉 Quando il senso di colpa non aiuta

C’è un equivoco molto diffuso: credere che provare senso di colpa aiuti a cambiare.
In realtà, spesso accade il contrario.
Il senso di colpa può diventare una prigione emotiva: ci si sente sbagliati, giudicati, isolati.
E invece di attivare comportamenti riparativi, può generare:

🔸blocco,
🔸rabbia,
🔸auto-svalutazione.

📍 Rileggere il passato con più comprensione

Quando il senso di colpa è ricorrente, è importante ricordare una cosa: provare senso di colpa non significa essere colpevoli.

Spesso ci attribuiamo colpe che non ci appartengono, perché siamo cresciuti sentendoci giudicati in modo ingiusto da figure di riferimento. Col tempo, questi giudizi si trasformano in voci interiori critiche, che ci fanno sentire in difetto per ciò che siamo o per come abbiamo cercato di difenderci.

Il racconto che facciamo del nostro passato può essere distorto, ad esempio perché:

🔸dimentichiamo il contesto in cui abbiamo agito,
🔸non consideriamo le risorse limitate che avevamo,
🔸ignoriamo che molti nostri comportamenti avevano una funzione adattiva e difensiva.

🔥 Dalla colpa alla responsabilità

La psicoterapia può aiutare a esplorare il significato nascosto dietro quel senso di colpa e a spostare il focus dal giudizio su di sé alla comprensione di ciò che si è vissuto.

Spesso si prova senso di colpa anche quando non si è fatto nulla di male. È un’emozione che a volte nasce da meccanismi automatici interiorizzati, facendoci sentire sbagliati come persone, anche solo per aver detto no, essersi protetti o scelto diversamente.

📍 Quando l’emozione si sposta dal comportamento alla persona, non produce consapevolezza, ma blocco, vergogna e svalutazione.

La psicoterapia aiuta a riconoscere questa distorsione:

🔸a distinguere un comportamento da chi si è,
🔸a contestualizzare le proprie scelte,
🔸a sganciare l’identità personale dal giudizio.

Da lì, si apre la possibilità di chiedersi con lucidità: quel comportamento rispecchia ciò che desidero oggi? Posso accettarlo o voglio modificarlo? Danneggia la mia salute?
Solo dopo questa separazione tra persona e comportamento può emergere una domanda davvero utile:

❓ "Cosa posso fare oggi?"

Una domanda che guarda al presente, con il fine di prendersi cura di sé.

✔️Questo è il passaggio chiave:
trasformare il senso di colpa in cura e amore verso se stessi, per poi osservare la nostra responsabilità nell'agire e da lì, finalmente, in libertà di scegliere.

👉 Tra compiacenza e strategia: il bisogno di apparire leader senza esserlo📍In molti gruppi — familiari, lavorativi, soci...
21/07/2025

👉 Tra compiacenza e strategia: il bisogno di apparire leader senza esserlo

📍In molti gruppi — familiari, lavorativi, sociali — può emergere una figura ambigua: chi cerca approvazione non per costruire, ma per essere visto.

Queste persone si muovono tra compiacenza e critica velata, tra ammirazione apparente e suggerimenti “più saggi” dispensati al momento giusto. Sembrano sostenere chi ha un ruolo riconosciuto, ma nel tempo propongono visioni alternative, non sempre per il bene del gruppo, ma per far emergere se stessi.

🎯 È una strategia relazionale efficace nel breve: attira consensi, crea alleanze implicite, stimola fiducia. Ma alla lunga rivela il suo limite: non porta con sé azioni concrete, responsabilità condivise o visione costruttiva.

Chi cerca solo gli onori della leadership evita gli oneri, e quando arriva il momento di sostenere davvero il gruppo, fare scelte difficili o esporsi in modo diretto, spesso vacilla.
Perché la leadership non si fonda su manovre indirette, ma su coerenza, esplicitazione e coraggio.

🦁 Ecco perché, alla fine, il leone resta leone. E la iena resta iena.

✔️Chi guida davvero lo fa anche quando nessuno applaude. Chi cerca solo consenso, spesso si smarrisce quando il consenso finisce o quando è necessario esporsi in modo diretto e rischiare.

👉 Gli scopi ambivalenti: quando i comportamenti “troppo” non cambiano, anche se generano distanzaA volte il partner che ...
20/07/2025

👉 Gli scopi ambivalenti: quando i comportamenti “troppo” non cambiano, anche se generano distanza
A volte il partner che riceve comportamenti relazionali esagerati – scuse eccessive, spiegazioni interminabili, trasparenze e condivisioni eccessive – prova a spiegare che questi atteggiamenti non aiutano, anzi, creano distanza. Ma nonostante questo, i comportamenti non cambiano.
❓ Perché?
Ci sono almeno due possibilità:
1️⃣ È uno schema relazionale antico, interiorizzato nel tempo. Una modalità appresa, forse protettiva in passato, che oggi si ripete in automatico anche quando non funziona più. Cambiarla richiede consapevolezza e tempo.
2️⃣ Ha una funzione ambivalente. Da una parte, la persona vuole mantenere la relazione, apparire corretta, evitare il conflitto. Dall’altra, sente il bisogno di distanza: non riesce a stare davvero nella vicinanza, fatica a tollerare i bisogni dell’altro, ha bisogno di spazio. Così, inconsapevolmente o no, continua a mettere in atto quei comportamenti sapendo che porteranno a tensioni, discussioni, malintesi. E proprio quelle tensioni diventano il pretesto per prendere distanza.
🎢 Si entra allora in un circolo paradossale: La relazione viene apparentemente “curata”, ma in realtà alimentata su un piano conflittuale, che consente di ottenere – per vie traverse – quella separazione emotiva desiderata.
✔️ Questa dinamica richiama i modelli di attaccamento ambivalente, in cui si desidera l’altro ma non si riesce a stare nella relazione in modo stabile, rispettando i reciproci bisogni e limiti. Il legame diventa così un terreno oscillante, fatto di avvicinamenti e ritirate, chiarezze e tensioni, scuse e litigi.

👉 C’è una gelosia che nasce dalla paura e dal bisogno, e una che nasce dal timore e dall’amore.1️⃣ La prima vuole tratte...
18/07/2025

👉 C’è una gelosia che nasce dalla paura e dal bisogno, e una che nasce dal timore e dall’amore.

1️⃣ La prima vuole trattenere.
È insicura, possessiva, spesso attraversata da controllo e sfiducia.
Nasce dalla paura di essere lasciati, messi da parte, dimenticati.
È legata all’idea di non valere abbastanza, di non farcela da soli.

2️⃣ La seconda, pur temendo l’allontanamento, vuole custodire.
È sottile, viva, rispettosa.
Non nasce da una svalutazione di sé, ma dalla volontà di proteggere ciò che si sta costruendo.
Non impone, ma comunica.
Non chiude, ma apre.

📍 In sintesi:

La gelosia che trattiene chiude, limita, crea distanza.

La gelosia che custodisce crea intimità, presenza, dialogo.

🔥Amare è anche proteggere l’amore.
È saper riconoscere la differenza tra paura e timore, tra bisogno e cura.

🛑 A volte, però, può succedere che — pur amando e volendo custodire — i timori si facciano sentire più intensamente.
È umano.

✔️Ma la capacità di riconoscerli, e di fermare i nostri comportamenti quando sentiamo che sono mossi dalla paura, è un segno di rispetto: per sé, per l’altro, per la relazione. Non elimina nell’immediato ciò che ci spaventa, ma ci restituisce un senso di efficacia. E ci mostra quanto possiamo crescere internamente, e per questo amare in modo più libero e genuino.

👉Non si può tornare nel passato, ma si può curare il passato nel presenteDopo aver compreso cosa ci ha fatto soffrire ne...
15/07/2025

👉Non si può tornare nel passato, ma si può curare il passato nel presente

Dopo aver compreso cosa ci ha fatto soffrire nell’infanzia e perché oggi agiamo in certi modi, è fondamentale ricordare che ora siamo adulti. Non possiamo ottenere esattamente ciò che avremmo desiderato allora, ma possiamo accogliere una forma nuova di risposta ai nostri bisogni, più coerente con chi siamo oggi e con ciò che ci circonda.

Cercare di riprodurre il passato modificandone gli esiti in modo perfetto è spesso un tentativo intriso di rabbia.
Può rappresentare una fase del percorso, ma non può esserne la conclusione.
Quando quel bisogno si esprime in modo esasperato, rischiamo di restare intrappolati in dinamiche infantili, cercando soluzioni impossibili a ferite che appartengono a un tempo che non c’è più.

📍 Un esempio:
Una persona che oggi sa bene qual è il suo nodo. Ha capito che, da bambina, si è sentita poco amata, invisibile, sempre in attesa di conferme. Lo ha riconosciuto, lo ha portato in terapia, lo sa.

Eppure, oggi, da adulta, pretende che chi le è vicino colmi esattamente quel vuoto:
chiede continue rassicurazioni, si arrabbia se non viene capita al volo, se l’altro non risponde come sperava. Come se bastasse "ricevere finalmente ciò che è mancato" per guarire.

🔺 Ma così rischia di tornare a chiedere con la voce del bambino, senza attingere davvero alle risorse dell’adulto.

✔️ Il bambino del passato che è in noi va aiutato con l’adulto di oggi,
con la sua capacità di contenere, comprendere, rielaborare. Non assecondando ciecamente ogni sua richiesta, ma accompagnandolo con cura verso ciò che oggi è possibile vivere, costruire e trasformare.

Indirizzo

Via Devitofrancesco N. 2/i/12
Bari
70124

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 17:00
Martedì 09:30 - 20:30
Mercoledì 09:30 - 20:30
Giovedì 09:30 - 20:30
Venerdì 09:30 - 15:00

Telefono

+393402469943

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta:

Condividi

Digitare