02/07/2025
Oftalmologia & Fotografia :
La Agnosia Visiva e la Fotografia di Mario Cresci.
La Agnosia Visiva è un disturbo neuroftalmologico che si manifesta come l’incapacità di riconoscere e identificare oggetti, persone o luoghi attraverso la vista, nonostante la funzione visiva sia intatta e non vi sono problemi di memoria o di linguaggio che possano spiegare l’incapacità di riconoscimento; in pratica, il paziente vede un oggetto/soggetto ma non riesce a dargli un significato o a riconoscerlo.
Questo disturbo è causato da un danno alle aree del cervello responsabili dell’elaborazione delle informazioni visive di alto livello, in particolare alle vie visive associative, che si trovano principalmente nella regione occipitale, temporale e parietale.
L’agnosia visiva può manifestarsi in diverse forme a seconda della specifica area cerebrale danneggiata e del tipo di informazione visiva che non riesce ad essere elaborata correttamente; avremo pertanto una agnosia appercettiva (un paziente che ha difficoltà a percepire la struttura degli oggetti e non riesce a disegnarli, copiarli, catalogarli) e una agnosia associativa (un paziente che riesce a percepire e a descrivere le caratteristiche di un oggetto, ma non riesce a riconoscerlo o ad associarlo ad un nome).
Esiste inoltre anche una forma più specifica di agnosia visiva, ovvero la Prosopagnosia: l’incapacità di riconoscere i volti delle persone, anche quelli di familiari stretti o il proprio riflesso.
Traumi cranici, stroke, malattie neurodegenerative, infezioni o condizioni protratte di ipossia sono tutte cause comuni di lesioni in queste aree coinvolte nel processo di elaborazione visiva, dove tuttavia l’apparato oculare risulta integro nella maggior parte dei casi.
Mario Cresci è uno dei grandi maestri della fotografia italiana, di origine ligure ma adottato dalla terra lucana dagli anni ’70 dove iniziò a sperimentare nuove tecniche di composizione e di espressione artistica contemporanee.
Famoso per la composizione nei suoi paesaggi, si dedicò per molto tempo parallelamente ai ritratti in bianco e nero del popolo lucano immortalando le comunità rurali tipiche del Mezzogiorno.
Molti suoi scatti erano contraddistinti dalla particolare tecnica del mosso sui volti, ovvero faceva posare i suoi soggetti in un contesto generalmente chiuso, come l’ambiente domestico, chiedendo poi loro di muovere esclusivamente la testa mentre aumentava i tempi di esposizione per fare scomparire i volti, rendendoli irriconoscibili dopo lo sviluppo della pellicola.
Mario Cresci, insieme ad altri importanti esponenti della fotografia italiana come Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Vittore Fossati, Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, nel 1984 ha realizzato a Bari una delle più famose mostre sulla fotografia di paesaggio: “Viaggio in Italia”, grazie alla lungimiranza della allora direttrice della Pinacoteca Provinciale: Pina Belli D’Elia che ha voluto riunirli in una esposizione ancora oggi punto di riferimento per tutti gli appassionati di fotografia.
Recentemente, nel mese di Maggio scorso a distanza di circa 40 anni dalla mostra “Viaggio in Italia”, è stata presentata nello stesso contesto da Mario Cresci, Gianni Leone e Adele Ghirri, riuniti ed incontrati con piacere nuovamente a Bari, la ristampa del catalogo dell’epoca con gli scatti più particolari degli autori.
In fin dei conti i nostri occhi sono una macchina fotografica in continuo scatto sulla realtà che ci circonda.