16/11/2024
Kekko Silvestre, il frontman dei Modà, non ha avuto paura di esporsi e di raccontare la sua esperienza con la depressione.
Il suo coraggio, però, non è stato apprezzato e compreso da tutti. Al contrario, non sono mancate le critiche e commenti che non certo gli auguravano una pronta guarigione.
Il luogo comune è questo: «sei famoso, sei un cantante, sei ricco, non puoi essere depresso, se stai male, sei un buono a nulla, ce lo vuoi tu». Già, come se alcune malattie fossero “scelte”.
Ci battiamo molto per azzerare la distanza tra salute fisica e salute mentale perché la salute è unica e soprattutto perché non esistono malattie "che si scelgono". La depressione, da un punto di vista psicobiologico rappresenta il “balckout” del corpo. I nostri sistemi neurocognitivi sono così sovraccarichi che al contempo si verificano due risposte di stress: una acuta e una cronica. Quando predomina la risposta acuta (il sistema nervoso simpatico ci tiene in uno stato di allerta), riusciamo ad andare avanti ma il nostro organismo è in uno stato di “arausal disfunzionale” (si definisce così! Siamo sovraccarichi!). È in costante attivazione. Dopodiché lo stress cronico prende il sopravvento, le risorse che l’organismo riesce a dedicare al sostentamento di organi e apparati vanno incontro a un forte disequilibrio. Il sistema nervoso parasimpatico (quello coinvolto con lo stress cronico) manda segnali in totale contrasto con quelli “simpatici” e alla lunga, la muscolatura sia liscia che striata ne risentono. Ciò significa che tutto il nostro corpo ne risente, la stanchezza prende il sopravvento. Se ci sono vulnerabilità fisiche, si manifestano. E fidatevi, questo nessuno “se lo cerca” o “lo sceglie”. Non è una cosa che “capita ai deboli” e nessuno “se lo merita”.
Vorremmo anche riflettere con voi sui personaggi dello spettacolo che sono da un lato “amati e odiati” dal pubblico ma dall’altro, sono considerati un “prodotto” dalle case discografiche e dai produttori. Sentirsi “un prodotto” è orribile. Lo sappiamo bene perché ne conosciamo alcuni molto da vicino. Quindi vi invitiamo a essere “supporter” e mai “hater” anche perché, come spesso vi spieghiamo, l’odio danneggia i nostri tessuti prima ancora di ferire l’altro.
Promemoria: l’affettività è una funzione biologica, pertanto è nel nostro corpo prima ancora di diventare parola, prima ancora di affiorare come pensiero nella nostra mente. Maneggiamola con cura e rispettiamoci così da poter mostrare rispetto anche agli altri. ❤️