Psicoterapeuta Dott.ssa Morena Leone Bari

Psicoterapeuta Dott.ssa Morena Leone Bari Consulenza psicologica, psicoterapia individuale e in gruppo, psicodramma freudiano, training autogeno

02/04/2025
11/07/2024
30/05/2024

30/05/2024

A 40 anni Franz Kafka (1883-1924), che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita. Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarlo lì il giorno dopo e loro sarebbero tornati a cercarla.

Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla bambina una lettera "scritta" dalla bambola che diceva: "per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure."

Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka.

Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili.
Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.

"Non assomiglia affatto alla mia bambola", disse la bambina.
Kafka le consegnò un'altra lettera in cui la bambola scriveva: "i miei viaggi, mi hanno cambiato". La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.

Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola. Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:

"tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo."
Dal libro Kafka e la bambola viaggiatrice, Jordi Sierra I Fabra

18/05/2024

L’uomo di desiderio è un uomo di fede e l’uomo di fede è un uomo di desiderio. È il punto cardine della mia lettura di Gesù. Ma, di fatto, è anche il centro dell’esperienza psicoanalitica: lo psicoanalista agisce tenendo conto di quello che c’è nel soggetto – del suo “resto”, della sua poca roba – per estrarre da esso la forza del suo desiderio bloccata nelle sue identificazioni, nelle sue inibizioni e nei tornaconti primari e secondari dei suoi sintomi. Non si tratta affatto di rafforzare l’Io contro il desiderio inconscio, ma di stabilire con questo desiderio una nuova alleanza. È quello che Freud aveva evidenziato con precisione: il metodo psicoanalitico non è una cura tra le altre perché la sua finalità non è la guarigione medica dei sintomi, ma la liberazione del desiderio che si trova incastrato in essi.

https://www.massimorecalcati.it/images/Il_vero_miracolo_si_chiama_desiderio_-_La_Repubblica_2024.pdf

Al link, "Il vero miracolo si chiama desiderio": l'articolo di Massimo Recalcati su La Repubblica di ieri.

Buona lettura!
SC

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