
25/09/2025
La mia giornata, come quella di tutti, dura 24 ore.
Oltre a essere pediatra, sono anche padre, marito, figlio, fratello e amico.
Chi mi conosce sa che passo molto tempo in studio, forse anche troppo.
Ma può capitare che qualche giorno non faccia “orario continuato”. Non perché non voglia lavorare, ma perché non è un dovere. Non mi spetta. E ad una “certa” ho anch’io il diritto di disconnettermi e fare altro.
Senza dovermi giustificare.
L’orario di apertura “continuato” – a cui forse ho abituato fin troppo – è stata una mia scelta organizzativa, dettata dal numero di assistiti, dall’età, dalla complessità e dalla morbidità dei casi che seguo.
Magari anche dalla mia “lentezza”.
Ma resta una scelta. Non un obbligo.
Se un giorno ricevo solo la mattina o solo il pomeriggio, non accetto critiche – nemmeno velate – per non essere disponibile ad aprire lo studio fuori orario.
E anche se magari la settimana prima siete venuti quando vi era più comodo…anche se la figlia di vostra cugina è stata visitata ad ora di pranzo perché l’ho aspettata…queste sono eccezioni, non la regola.
Se posso agevolare, lo faccio di cuore. Se non posso agevolare, non devo esser criticato. Punto. Andate altrove.
La disponibilità non deve essere confusa con reperibilità totale.