
13/08/2025
MANIFESTO DELLA BELLEZZA BAMBINA
1. Picchiare lo spigolo contro cui si è battuto, commentando “cattivo spigolo”.
2. Giocare a nascondino e nascondere solo la testa.
3. Alitare sulla punta dell’aereo di carta senza sapere esattamente
perché.
4. La nenia che i bambini si cantano da soli, a bocca chiusa, prima di addormentarsi, quando sono molto stanchi. (Tra tutte le cose che ho sentito fare dai miei figli, la ninnananna autogestita mi uccide letteralmente di tenerezza).
5. L’istinto primordiale di inseguire i piccioni.
6. Ti**re sassi in qualsiasi specchio d’acqua di dimensioni comprese fra lo sputo e l’Oceano Pacifico. Saltare in qualsiasi specchio d’acqua putrida di dimensioni comprese tra lo sputo e l’Oceano Pacifico.
7. Non voglio andare a letto. Non sono stanc… ronf.
8. Non gioco più quando si perde. Giochiamo ancora quando si vince.
9. L’impossibilità di star composti, mantenendo tutte e quattro le gambe della sedia a terra. È fisica: la sedia, sotto un c**o bambino, dondola.
10. L’approccio creativo all’altalena. a. tradizionale, su e giù, si fa a chi va più forte. b. seduti sulla sedia, si ruota su se stessi incrociando le catene, più e più volte, con effetto trottola una volta lasciata la presa. c. la trottola umana come sopra ma con la pancia appoggiata al sedile di legno rischiando di falcidiare tutti gli astanti. d. in piedi e in piedi con salto e. ignorando le altalene e usando i tubi d’acciaio come pertiche.
11. La scalata allo scivolo, dalla parte dello scivolo naturalmente.
12. Non mi piace appena visto un piatto nuovo.
13. La voglio in bianco con b***o e parmigiano, come a scuola.
14. La colonna sonora di brrrrr, wruooooom, cshhhhh, che accompagna qualsiasi gioco.
15. La stessa storia allo sfinimento, lo stesso cartone allo sfinimento, la stessa canzoncina allo sfinimento. E dopo lo sfinimento fine. E non se ne parla più.
16. Le maglie che non hanno nessuna funzione degna di nota se non di essere buttate per terra a fare i due pali della porta.
17. Lo specchio che serve solo ed esclusivamente a riflettere boccacce.
18. Fare le facce sul finestrino appannato da dentro, per vedere il mondo fuori dall’abitacolo che sorride.
19. Gli ultimi due gradini della scala non si scendono, si saltano.
20. Il gatto accarezzato rigorosamente contro pelo.
21. Il gioco al rialzo, sui marciapiedi, sui muretti, sui divani, ma soprattutto sui testicoli di papà.
22. Cosa hai fatto a scuola? Niente.
23. La timidezza quando si arriva alla festa. Il pianto quando si va via dalla festa.
24. Il foglio che è sempre troppo piccolo per disegnarci tutto e comunque l’azzurro e il verde sono i primi a scaricarsi.
25. Le E con mille stanghette.
26. Il popcorn che scoppietta in pentola che ha il vero suono della meraviglia.
27. La lava per terra che non ti fa scendere dal letto.
28. Quando il gioco si fa duro i duri urlano “casa”, “rifo”, “non vale”, “fallo”, “tempo” (o arimo in Lombardia).
29. La difficoltà a concepire che un minuto non passa dicendo “uno”, ma è fatto di sessanta volte uno.
30. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Siamo arrivati? No. Devo fare la p**ì.
Enrica Tesio ❤️
Dipinto di Joaquín Sorolla, Corsa lungo la spiaggia, 1908🐬🐬🐬