16/02/2025
Un bambino di 15 mesi è stato sbranato e ucciso da due pitbull. La cosa mi ha colpito, e ancora di più mi ha colpito che due razze canine sono responsabile dell'80% delle uccisioni di uomini da parte di cani. Non essendo il mio campo, ho chiesto di parlarne all'amico e collega Biagio D'Aniello, ordinario (e decano) di Zoologia all'Università Federico II di Napoli, Direttore del Corso di Perfezionamento di Etologia Canina e del Laboratorio di Etologia Canina. Insomma, uno dei più grandi esperti mondiali del comportamento dei cani. Lo ringrazio di cuore, ecco qui il suo preziosissimo contributo. Nei commenti i riferimenti bibliografici.
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Innanzitutto, è importante segnalare che i cani sono una specie di grande successo.
In Italia, ci sono circa 120 cani ogni mille persone, il che significa che si contano almeno 7 milioni di cani. Ciò significa che nel nostro paese ci sono più cani che bambini. Non sono irrilevanti gli interessi economici legati a questa popolazione di animali domestici: con un fatturato di 1 miliardo di euro, il settore economico legato ai cani nel 2023 ha superato quello dei bambini. Insomma, quando parliamo di cani non parliamo solo di una questione affettiva, ma anche di un fenomeno sociale ed economico molto rilevante.
Il fatto che i cani siano così tanti, e che vivano insieme a noi provoca incidenti talvolta gravi e, sebbene molto raramente, anche con esiti mortali. Una stima sul numero di morti umane ogni anno colloca il cane al quarto posto tra le cause di morte determinata da animali, dopo le zanzare, gli stessi uomini e i serpenti anche se quasi tutte queste morti causate dai cani sono relative alla trasmissione della rabbia, un virus letale per l’uomo da quale – grazie ai vaccini - dal 2013 l'Italia è indenne.
Le uccisioni di uomini per attacchi dei cani in Europa sono purtroppo in crescita. Negli ultimi 20 anni spesso sono stati uccisi bambini sotto i 10 anni prevalentemente maschi. Tra i 10 e 40 anni gli attacchi mortali sono molto limitati, mentre dai 40 anni in su tornano a salire, e anche i questo caso sono prevalentemente diretti verso maschi. Non di rado l’attacco fatale è dovuto a due o più cani. Un dato che ci conforta è che l’Italia è uno dei paesi europei dove ci sono meno fatalità per attacchi dei cani.
La domanda fondamentale che tutti si fanno è questa: esistono razze più aggressive di altre?
So bene che le persone si aspettano una risposta secca e inequivocabile, ma purtroppo al momento mancano dati scientifici definitivi per fornire una risposta affidabile. L’aggressività identifica una tendenza interna che può essere stimolata per motivazioni molto diverse e in relazione al contesto.
Ad esempio, ci sono cani estremamente socievoli con le persone, ma molto meno tolleranti con altri cani. La sfida principale è capire come si sviluppa l’aggressività: è determinata da fattori genetici oppure da esperienze di vita? Purtroppo, non solo non sappiamo con certezza quanto incidano in generale i fattori genetici e le esperienze di vita nel determinare il comportamento aggressivo, ma non lo sappiamo per ogni singolo cane. Però è oramai chiaro che mentre per le caratteristiche fisiche le razze hanno un’ereditabilità molto alta, ciò non è vero per i tratti psicologici. In altre parole possiamo prevedere quale sarà la struttura fisica di un cane che deriva dall’incrocio di 2 soggetti della stessa razza, ma non il suo comportamento.
In realtà, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, i dati scientifici riportano un maggiore livello di aggressività verso le persone nei cani di piccola taglia. Quindi, il problema non è tanto l’aggressività, ma la pericolosità.
È innegabile che i cani di taglia più grande, dotati di un potenziale offensivo maggiore, se aggressivi, sono molto pericolosi. Negli Stati Uniti sono state riportate alcune uccisioni di uomini ad opera dei labrador, ma con un tasso d’incidenza praticamente irrilevante considerato che i Labrador sono i cani più diffusi in quel paese: allo stesso tempo i pitbull, meno diffusi, sono quelli più frequentemente responsabili di attacchi fatali nei confronti degli uomini.
Anche se questi dati non sono stati ottenuti in maniera estremamente rigorosa e meriterebbero una conferma, credo che ci sia poco da discutere sul fatto che alcune razze, tra cui i pit bull terrier, siano potenzialmente più pericolose a causa della potenza del morso e della struttura dei denti particolarmente taglienti. Per quanto riguarda le uccisioni umane i dati scientifici certi non sono disponibili, ma sulle uccisioni di altri cani questi dati ci sono, e indicano chiaramente che cani di tipo American Staffordshire e pit bull terrier sono tra i maggiori uccisori di altri cani. Certo, magari anche altre razze attaccano altri cani: ma per i motivi che abbiamo detto sopra, quando sono coinvolte certe razze il risultato di un’aggressione a un altro cane può essere fatale. Lo stesso è ragionevole che possa essere vero per le uccisioni umane.
Dunque alcune razze richiederebbero un’attenzione particolare e padroni consapevoli ed equilibrati, ciò che troppo spesso non accade.
Infine una considerazione personale. I cani possono essere pericolosi, e non ci si può sottrarre a questa spiacevole discussione. Però mi piacerebbe molto di più parlare del grande ritorno emotivo positivo che i cani ci regalano ogni giorno, della loro utilità sociale, delle loro intelligenze, dei miei studi che dimostrano come riescono ad entrare in empatia con noi percependo l’odore delle nostre emozioni.
Per questo vi aspetto alla prossima puntata.
Prof. Biagio D'Aniello