
17/04/2024
“Dottore quando il bambino rifiuta il piatto che gli ho preparato è come se rifiutasse me! E’ una cosa insopportabile!”
--
Frase che fa riflettere…
Me l'ha scritta una mamma, ma l'ho sentita spesso con parole diverse al mio studio.
Il problema non è più nutrizionale, ma affettivo!
E quando si parla di bambini un problema affettivo non è certo cosa da poco!
--
Le mamme che comprano merendine (pur sapendo che fanno male!) non pensano di nutrire i loro bambini, ma solo di dar loro un bacio o un qualcosa che veicoli il loro amore!
E un “ovetto” di “pseudocioccolata” che papà porta a casa al suo ritorno è il desiderio di un sorriso, non un piccolo pasto da offrire!
Sono tenerezze, belle. Ma sono anche strumenti potenti che agiscono su un sistema neurologico delicato: quello della gratificazione veicolata da un pasto.
--
Abbiamo tutti nel cervello un centro specializzato che gestisce la sensazione di fame e quella della sazietà.
E' un centro importantissimo che garantisce la nostra sopravvivenza!
Se non funziona lui, un topolino può morire di fame in una forma di formaggio parmigiano o morire per una voracità senza freni.
--
A quel centro dentro la nostra testa si connettono circuiti emotivi complessi e delicati.
Riflettiamo:
In ogni festa, dai compleanni ai matrimoni, ci si riunisce e si mangia!
E tutte le cenette romantiche sono incontri... intorno ad un pasto!
C’è l’intento di nutrire gli invitati?
Oppure il pasto è un veicolo di un messaggio emotivo?
--
Queste connessioni emotive al centro della fame si sviluppano da piccoli.
Nel primo anno la cosa è semplice secondo il sistema fame sazietà: stomaco vuoto-pianto-latte.
Dal secondo anno in poi le connessioni diventano più complesse!
Insieme al sistema fame sazietà arriva il “mi-piace-non-mi-piace” e la scoperta della nutrizione come veicolo di relazioni e gratificazione.
E’ questa la fase più delicata!
--
Se il mangiare si sposta dal sistema fame-sazietà a quello di “fammi contenta solo l’ultimo boccone!” e si arriva al “cara mamma ti prometto che sarò buono e mangerò tutto!” ...Possono succedere pasticci.
Pasticci che vanno dalla malnutrizione (“cattiva nutrizione” e non “scarsa nutrizione”), alle sindromi metaboliche, ai disturbi psichiatrici come la bulimia, l’anoressia ecc…
Esagero? No, non esagero.
--
Ma anche dal “lato mamma” le cose sono complesse!
“Quando rifiuta il piatto che gli ho preparato è come se rifiutasse me!”
In questa frase si nasconde una scarica di Adrenalina potente che può annebbiare ogni capacità critica del cervello!
Può diventare forzare, arrabbiarsi, minacciare… fino anche alla follia di picchiare i bambini perché non vogliono mangiare!!
Adrenalina che cambia i volti, le esperienze, i vissuti… Insomma, un disastro!!
--
E allora, che dobbiamo fare?
Stare attenti alle nostre emozioni e proteggere il sistema fame-sazietà.
Il problema “mangiare” è del bambino. E’ lui che deve pensarci e non noi!
“Se ha fame mangi, se non ha fame non mangi”!
Non cerchiamo di insistere, non diamo il latte “così almeno ti sostieni!”, non cambiamo il menu di tutti per lui e non diamo fuori pasto senza controllo!”
Prepariamo la tavola per tutti e mangiamo (bene) insieme!
Con calma, sorridendo e parlando della nostra giornata (televisione spenta please!).
--
Se quando tutti hanno finito il piatto del bambino giace ancora lì pieno, con un sorriso gli chiediamo: “Ma non ne vuoi piccino mio?” “No?” “Ok, fine”.
Il piatto va via senza alcuna emozione (niente volti arrabbiati!!) e il bambino resta digiuno.
--
“Digiuno” vuol dire che fino al nuovo pasto l’embargo sarà totale.
Vietati tutti gli approvvigionamenti… “di contrabbando”!
Tutti.
Non una volta in modo occasionale, ma regolarmente.
--
Con questo comportamento ci sono solo due possibilità:
1) Il bambino è sano e si attiverà il più potente “stimolante dell’appetito” che sia mai stato inventato: la fame!
Il bambino mangerà tutto senza più nessun problema.
2) Il bambino è malato e davvero continuerà a non mangiare.
In questo caso si documenterà necessariamente un calo di peso e “il problema” si sposterà nello studio del dottore che cercherà una diagnosi
Tutto qui.
--
Gli stimolanti dell’appetito, le vitamine, i ricostituenti ecc… non servono a nulla per risolvere il problema fame che non c’è.
…E per far sentire quanto li amiamo funzionano sempre mooolto meglio i baci, gli abbracci e le carezze rispetto a qualsiasi merendina ovetto o patatina!!!