31/05/2025
PROFESSIONE ODONTOTECNICO:
QUALE FUTURO
97 anni dal regio decreto n°1334 art 11
(31 maggio 1928 - 31 maggio 2025- )
La transizione generazionale nelle imprese odontotecniche è legata ad un percorso che vive a stretto contratto con generazioni che si susseguono.
In genere si spera che tutti i frutti del duro lavoro scaturiti dal titolare odontotecnico vengano mantenuti sotto forma di know-how, capacità imprenditoriali, capacità di saper sfruttare al meglio le risorse disponibili, etc… da eredi o giovani leve.
In un recente studio di Confartigianato si riporta che su ottantamila imprenditori artigianali ,che ogni anno in Italia affrontano la successione generazionale , solo il 5 % delle imprese restano in piedi e di questi il 63% non va oltre il quinto anno di vita.
In sostanza circa trentamila aziende lasciano il mercato per motivi che non sono legati alla crisi o alle contingenze, ma a due pilastri della parte umana del capitalismo.:
la capacità intrinseca di fare business e quella di saper fare impresa.
Un aspetto importante da non tralasciare risiede nel fatto che il susseguirsi di questi passaggi avvengano in un arco temporale differente, con situazioni economiche differenti.
Nel nostro settore, tra poco i dentisti faticheranno a trovare un laboratorio odontotecnico vicino a casa per la realizzazione dei dispositivi protesici causa i raggiunti limiti di età ed assenza di un ricambio generazionale.
Agli occhi dei giovani l’ipotesi di aprire di aprire una partita IVA è vista come inquietudine, dove si associa a una tale selva di rogne, fastidi e persecuzioni da indurre a pensarci due volte prima di aprire un’azienda o un laboratorio, sia pure piccolissimo.
Lo Stato soffoca con le tasse, con norme sempre più strane, ultima quella del nuovo “regolamento europeo 2017/745” sui Medical Device, la nuova Privacy , fatturazione elettronica, che rendono agevole anche agli organi di controllo preposti di fare multe che “tolgono anche il sangue”.
La gente dipinge, quella degli odontotecnici, come una categoria insieme agli odontoiatri , ricca e che più evade le tasse, senza sapere della sperequazione dei margini di guadagno tra le due categorie e della difficoltà che molti laboratori hanno nel fatturare.
Gli odontotecnici lavorano 10-12 ore al giorno ( quando va bene ) e non esiste giorno festivo in cui non si debba fare una capatina al laboratorio, i figli non possono nemmeno dare una mano se prima non si è passati dal notaio “per regolarizzare la posizione”…
Se un ragazzo ha voglia di imparare, non può farlo perché non ci si può permettere di pagarlo da subito e soprattutto inquadrarlo significherebbe aumentare gli indici degli I.S.A.
CAD-CAM stampanti 3D stanno indebitando moltissimi laboratori per un tornaconto di pochi spiccioli, favorendo solo gli odontoiatri che non vanno di certo al ribasso e le multinazionali del dentale, che a loro volta praticano concorrenza sleale nei confronti dell’odontotecnico.
Chiaramente a fronte di questi investimenti la prima voce in capitolo da cancellare è l’aggiornamento culturale, e l’associarsi a questa o quell’associazione per tutelare i propri diritti diventa un ulteriore spesa da tagliare.
Facciamo parte di un mondo che ormai ci sta cancellando, ma siccome per natura non sono disfattista, anche se in questa tela di “Picassiana memoria" è impossibile essere ottimisti, vedendo la categoria sotto il tiro di un mitragliatore in movimento, spero che facendo emergere il meglio di ognuno, tutti uniti, lavorando duro anche nelle associazioni, potremmo arrestare l’emorragia di laboratori chiusi.
E la speranza come disse Sant’Agostino ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio.
Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle.
Vincenzo Musti