30/10/2023
Forse dovrei riprendere la prima seduta di ciascuno di voi.
Quando vi affacciate a quella porta in un modo che è solo vostro, unico, e scegliete dove sedervi.
Quando prendete fiato e parlate per tutta l’ora, senza lasciare spazio.
O quando cercate le parole “giuste” e non ci sono parole giuste in quel momento.
Ci siete solo voi, con le vostre paure, i vostri sintomi, i vostri desideri.
Vorrei poi mostrarvi i passi che fate, come vi muovete nel tempo. Sembrava impossibile, eppure siete là. Avete preso una casa tutta vostra, state mettendo ordine nelle vostre vite, nelle vostre relazioni. Non avete più paura di specchiarvi e capire chi siete, con tutte le vostre parti, quelle che vi piacciono di più e quelle che proprio non sopportate.
Quanto vorrei, nei momenti di sconforto, di stallo, quando siete risucchiati dalle vostre resistenze, potervi mostrare fin dove penso possiate arrivare.
Forzare la mano, anticipare i tempi, Velocizzare i passi.
Ma non si può.
Non è questo il mio lavoro.
E allora aspetto che il terreno sia pronto, che i nessi possano essere compresi, e cammino insieme a voi, con la vostra andatura, alla giusta distanza. Quella che vi permette di ingranare il giusto passo per arrivare dove volete.
La terapia non è facile, non è una passeggiata. La terapia costa, ma il costo in denaro è niente paragonato a quello emotivo che dovete essere disposti a pagare. Ci sono tratti in discesa e faticose risalite. Spesso il dislivello si fa sentire.
Ma alla fine, laggiù, dove non riuscivate neanche a vedere, c’è il vostro libretto di istruzioni.
Andatelo a prendere.