24/08/2025
Questo e' un passo che ho trovato sul web e mi e' piaciuto molto.
Perché e' reale e perché esiste o e' esistito sotto diversi aspetti in ciascuno di noi in momenti diversi della nostra vita.
Il vuoto che spesso evitiamo di sentire e che molti tentano di riempirlo con il cibo ma anche con altro, e' necessario per creare spazio.
Lo spazio e' fondamentale per creare e ricrearsi.
Il vuoto che sentiamo non e' altro che bisogno di reinvertarsi.
"L’attaccamento al dolore esiste.
Come si fa ad essere attaccati al dolore?
È semplice.
Restiamo attaccati al dolore ogni volta che continuiamo ad ossessionarci con il pensiero di qualcuno che abbiamo perso, che ci ha lasciati, abbandonati, traditi.
Restiamo attaccati al dolore quando non ci alziamo per fare quello che dobbiamo fare per il nostro bene, cioè quando non cerchiamo attivamente di guarire, continuando a procrastinare il momento in cui andremo da quel dottore, inizieremo a mangiare meglio o telefoneremo al terapeuta per iniziare un percorso.
Restiamo attaccati al dolore quando ci rifiutiamo di fare nuove esperienze, perché preferiamo continuare a proteggere e custodire la versione di noi che è stata ferita e che soffre, perché è l’unica che conosciamo.
Restare nel culto della perdita ha i suoi vantaggi: ci permette di non dimenticare ciò che è accaduto; ci consente di confermare a noi stessi che dovremmo essere diversi, che siamo sbagliati; ci consente di evitare la nostra più grande paura, quella di sentire il vuoto e di restare soli.
Eppure, se non facciamo vuoto, nulla di nuovo potrà entrare.
Se togli il dolore, se smetti di logorarti, se smetti di essere una persona che soffre… cosa ti resta?
Quando pratichi il non attaccamento al dolore corri un unico reale rischio: diventare una persona libera, l’unica responsabile della tua felicità."
Vi auguro buon continuazione di vacanza per chi può e buon rientro per chi ha gia' ripreso la propria vita.✨🙏❤️