23/05/2021
"Il disagio di questa generazione di figli non è, dunque, in sé vittimistico, ma reale. Nel nostro lavoroclinico lo vediamo apparire chiaramente sotto forma di un aumento significativo delle dipendenze patologiche (alcolismo, disturbi del comportamento alimentare, abuso di sostanze e degli oggetti tecnologici), delle depressioni, degli attacchi di panico, delle fobie sociali e delle tendenze autolesive. La Scuola si è trovata in questa congiuntura drammatica a essere investita di un compito supplementare: non solo quello di preservare la didattica in condizioni di lavoro anomale, ma quella di custodire la dimensione umana della relazione, il legame sociale che istituisce la vita della Scuola." - Massimo Recalcati
«Abbiamo vissuto qualcosa di spaventosamente inimmaginabile. Si è allora costretti a navigare in un canale stretto: da una parte è necessario ora più che mai evitare l’etichettamento “Generazione Covid” che identificherebbe i nostri figli alla posizione nefasta della vittima designata, dall’altra parte risulta però altrettanto necessario evitare il non riconoscimento dell’emergenza e della prova che i nostri figli hanno dovuto sostenere. Ora che la Scuola, come ad ogni fine anno, decreterà i suoi giudizi, diventa decisivo mettere da parte la numerologia della valutazione e le sue aride percentuali – cosa che già avviene nella pratica valutativa illuminata di molti docenti – e considerare invece come includere maggiormente nella vita della Scuola quelli che si sono persi, che hanno avuto timore, che sono rimasti indietro»
https://www.massimorecalcati.it/images/Massimo_Recalcati_-_La_Repubblica_-_22_maggio_2021.pdf
Al link, è possibile leggere l'articolo di Massimo Recalcati sulla scuola apparso su La Repubblica.
Buona lettura!
SC