Dott. Mauro Grillini Psicoterapeuta

Dott. Mauro Grillini Psicoterapeuta Lo psicologo opera al fine di conoscere, migliorare e tutelare il benessere psicologico e la salute

Lo psicologo opera al fine di conoscere, migliorare e tutelare il benessere psicologico e la salute nelle persone, famiglie, comunità e organizzazioni.

15/04/2023

Il Dott. Turati cura ansia, depressione, attacchi di panico, stress attraverso Psicoterapia, Ipnosi e Neuropsicologia a Brescia e Legnano

02/01/2023

Se non hai mai conosciuto la depressione ti é difficile capire che non è questione di mancanza di volontà.

La depressione é come un buco che ti risucchia e ti toglie ogni forza.

Quando é nera puoi persino fare fatica a vestire e lavarti o non sai come impiegare il tuo tempo perché niente ha più significato.

La depressione può essere scatenata da più fattori, come un lutto, la perdita di un’occupazione, il pensionamento o l’essere lasciati dalla persona amata.

Anche il sopraggiungere improvviso di un serio problema di salute può provocare un rimbalzo depressivo.

La bassa autostima è un ulteriore fattore predisponente perché ti fa sentire incapace e senza strumenti per affrontare il mondo.

Il senso di colpa, quell'insopprimibile e soffocante di sensazione di aver commesso errori simili a crimini si accompagna a molte depressioni o addirittura le provoca.

Talvolta si nasce predisposti a essere tristi e melanconici e poco capaci di reagire alle prove che la vita procura, fino a diventare esistenzialmente depressi.

Tante depressioni hanno in comune uno stato di delusione per qualcosa che ha infranto le nostre aspettative. Più grande l’aspettativa, maggiore la delusione, una delusione che non passa mai, che non sembra superabile e che provoca la perdita della fiducia in qualcosa di nuovo e diverso.

Spesso le molecole della mente giocano la loro parte. Non si sa perché, ma la natura non ci ha fatto tutti uguali. Alcuni di noi sono più vulnerabili di altri alle delusioni e ai cieli grigi e i bicchieri sono sempre completamente vuoti.

Per tante ragioni puoi dunque sentire di cedere e non riuscire più a riprenderti.

Se sei depresso sappi che oggi ci sono valide cure e che se ti impegni ne puoi ve**re fuori.

Se hai un amico depresso o un familiare tale, non tempestarlo di inutili messaggi sulla bellezza della vita o non cercare di stimolarlo dicendoli che “se vuole può”.

Stagli vicino e mostragli di capire. Sii dunque empatico, non fare niente per cercare di guarirlo ma spingilo con energia a chiedere aiuto a chi fa questo per professione.

Se ti pare che sia molto grave o che faccia strani discorsi, parla con i suoi familiari o con il suo medico. La vita va conservata sempre, anche se ti possa sembrare che la persona interessata non sia d’accordo con questa affermazione. Se te la senti intervieni.

La vita è un bel dono, ma se sei depresso sicuramente te lo sei dimenticato, oppure sei troppo incattivito dalle delusioni per volerlo ancora credere.

Se ti é rimasta un po’ di luce interna allora usala. Potresti cambiare le cose.

Scienza in pillole 😊
07/12/2022

Scienza in pillole 😊

IMMAGINI CHE VORREI NEI LIBRI DI TESTO

Ricordo ancora come fosse ieri quanto tempo ho perso a imparare la differenza tra un errore statistico di primo e di secondo tipo. Non era difficile a dire il vero, ma era facilissimo dimenticarsene subito dopo, quindi negli anni ho dovuto ripassare le definizioni molte volte (anche di recente).
Finire con l’accettare un’ipotesti di partenza errata, o rifiutarne una vera sono appunto questi due tipi di errori… ma volete mettere quanto piu` chiari siano spiegati cosi`?!

(se mai nella vita dovro` dare ripetizioni in questo senso usero` sicuramente questo schema)

19/11/2022

Anche questo è essere insegnante ❤
Empatia... ma anche simpatia!
Che bella questa vignetta!! 😍

16/11/2022

"La boxe è lo sport più duro e solitario del mondo"

Lui è stato un pugile, uno di quelli veri, un campione del mondo. Ma non solo questo, Frank Bruno MBE è stato molto di più per il popolo inglese, come testimonia ancora oggi una popolarità immensa, l'essere stato nominato membro dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico.
Lui diventò idolo a Londra, quella multietnica che rinasceva e faceva il dito medio all'oscurantismo della Thatcher. Come per molti altri gladiatori del ring, la boxe lo salvò dal diventare un criminale, La conobbe nel riformatorio di Oak Hall, appena uscito diventò pugile dilettante.
1 metro e 91, aveva due spalle da toro, muscoli che parevano scolpiti e poi quella voce cavernosa, potente, la personalità ironica ed esuberante. Aveva tutto per diventare chi è diventato: il più giovane Campione Amatoriale Britannico di sempre a soli 18 anni, pro a 21. Frank è disciplinato, ama allenarsi, ama la battaglia sul ring, non si risparmia mai sul ring. Ed anche per questo, ci mette davvero poco a diventare un eroe in patria, dove ormai da decenni si cerca l’erede del grande Sir Henry Cooper OBE. L sua storia di riscatto, di orgoglio, è un balsamo per la disastrata gioventù britannica di quegli anni.

Bruno mette Ko chiunque, nei primi 21 match, nessuno dei suoi avversari riesce a resistere. I media gli puntano i riflettori addosso, è un pugile che migliora di match in match, ha delle mani che colpiscono come mattoni, è implacabile, sempre all’offensiva, anche per questo piace. Poi però si trova sulla sua strada l’afroamericano James Bonecrusher Smith, di otto anni più vecchio, una ex guardia penitenziaria dura come l’acciaio, non un pugile raffinatissimo, ma tosto, che non si tira mai indietro.
Frank domina per quasi tutte e dieci le riprese, ma a pochi secondi dalla fine viene travolto da una selva di pugni, perde amaramente per Ko. Riparte, il pubblico lo sostiene, e il 1° ottobre 1985, a Wembley strappa con un Ko spettacolare la cintura di Campione Europeo allo svedese Eklund. La sua stella spicca il volo, diventa una celebrità in patria, il nuovo divo di un paese dove comunque il credo arrivista yuppie ha fecondato. Frank punta al mondiale, si guadagna la sua chance battendo il roccioso sud-africano Gerrie Coetzee, ora lo aspetta il campione, l’americano Whiterspoon

Sono entrambi due ragazzi venuti fuori dalla strada, salvatisi con la boxe, Whiterspoon ha raggiunto la corona dopo tanti tentativi, e quella sera del 19 luglio 1986, viene sovente bombardato da Frank, ma non cede, risponde colpo su colpo.
Poi quando manca poco alla fine, Bruno si trova senza più fiato, finisce la benzina, diventa facile preda per i colpi del Campione in carica, che lo abbatte all’11° round. In patria la delusione è enorme, perdere in casa poi, fa davvero male. Qualcuno comincia a definirlo con quel termine che oltreoceano già gli è stato affibbiato: sopravvalutato. Come sempre, dicono i media americani, gli inglesi creano fenomeni dove non vi è nulla di spettacolare.
Bruno per tutta risposta, si guadagna un’altra chance mondiale, contro un uomo che tutto il mondo teme con ferale terrore: Iron Mike Tyson. Mike non ha mai perso, è il terrore del ring che sommerge di pugni ogni ostacolo, una macchina di distruzione che ha appena riunificato le cinture spazzando via Michael Spinks.

Bruno però sente quello che si mormora in giro, che Mike non è più Mike, che il ragazzo ormai non si allena più bene, pensa solo alle ragazze, alle feste, che senza Rooney non è più la stessa cosa.
Con Mike vi è stima, simpatia a pelle, Bruno risponde piccato ai giornalisti che gli chiedono che vorrà fare una volta perso il match. “Sono qui per vincere” la lapidaria risposta. La sera del 25 febbraio 1989, all’Hilton di Las Vegas, Bruno guarda fisso negli occhi senza tremare un pugile che ha sempre atterrito ogni rivale. Mike non si muove come al solito, è chiaro che ormai ha perso il fuoco. Pagherà caro contro Douglas, ma quella sera si salva. Nel primo round atterra il rivale, Frank va giù ma si rialza subito, non trema, si getta subito sul Campione, lo martella incessantemente, usa il clinch per negargli gli scambi. Nel secondo round continua a colpire, subisce per alcuni istanti il ritorno di Mike, barcolla ma non cede. Si aggiudica il terzo e il quarto round, ma perde l’attimo. E paga. Nel quinto round Tyson si ricorda di essere Tyson e Bruno viene centrato da una raffica di ganci e montanti spaventosa, finisce alle corde. Mike lo inquadra, soppesa il colpo, poi fa partire la sua combinazione preferita: gancio al corpo-montante. La testa di Frank schizza verso l’alto come un razzo, non reagisce più ai colpi. ’arbitro si butta in mezzo, è finita.
Bruno ha perso. Di nuovo. Ma ha perso con onore. Mai prima di allora Mike era sembrato così debole, così a rischio.

Il match esalta ancor più la sua immagine in patria, diventa un divo, firma contratti con sponsor importanti, Ma questo gli mette contro qualcuno che lo chiama “Zio Tom”, nero arricchito ed imborghesito, che non lotta per la dignità dei suoi fratelli, angariati ed emarginati. Lui nicchia, continua ad essere il personaggio di punta della boxe inglese, il suo umorismo, la sua battuta pronta, sono apprezzati, così come la sua eleganza, il modo di fare a metà tra farci ed esserci. Assiste attonito a Mike Tyson che perde contro lo sconosciuto James "Buster" Douglas e pensa che in fondo ora ci sia più possibilità anche per lui. In un derby tutto casalingo, da tutti ritenuto il futuro asso della boxe mondiale: Lennox Lewis.
Anche Lewis è di origini giamaicane, è nato in Canada, Ontario, è un gigante anche più di Bruno con i suoi 196 cm, mossi da un talento e da una classe impressionanti. Se Bruno è un gladiatore del ring, Lewis appare un tecnico, ha quattro anni in meno, ma soprattutto ha molte meno battaglie sul groppone, onde per cui è dato per favorito. Eppure, quella sera a Cardiff, Lewis per sette round soffre, Bruno sfodera la sua miglior prestazione fino a quel momento, ingabbia la boxe di Lewis. Poi mette all'angolo il rivale ma si fa sorprendere da un gancio sinistro terribile. Poco dopo l’arbitro è costretto a interrompere.

Per la terza volta fallisce l’assalto alla corona mondiale, ma non molla, decide di provarci un’ultima volta. Gli si offre di andare contro il “nuovo Tyson”: Oliver McCall detto “il Toro Atomico”. Un toro Oliver lo è sul serio. 188 cm ma per oltre 100 kg di muscoli. Ha una mascella d’acciaio, è un pugile pericoloso, duro, cattivo, ed è l’uomo che ha strappato la cintura proprio a Lewis con un KO folgorante pochi mesi dopo la sua vittoria contro Frank. Corsi, ricorsi, incroci della boxe. McCall è anche l’ex sparring partner di Tyson, ma psicologicamente è anche più complicato di Frank, è uno che ha problemi di tossicodipendenza, spesso fatica a motivarsi. Frank lo sa, sale sul ring il 2 settembre 1995 deciso a vincere o morire. McCall non se lo aspetta, commette l’errore di partire lento, Bruno invece usa ogni oncia della sua esperienza, fa un match sporco, intenso, lega spesso, colpisce di rimessa, non concede al più fresco avversario di fare la sua boxe. Stavolta non molla, non si fa sorprendere, e finalmente vince, diventa Campione del mondo, si accoda con la sua vittoria celebratissima in patria, al clima della "Cool Britannia".

Si perché Frank Bruno, londinese, solare, simbolo della società arcobaleno, vincente, comunicativo, lui con quell’umorismo british e la spacconeria, assieme a Prince Naseem Hamed, a Chris Eubank Snr ed altri gladiatori del ring, diventa il simbolo del pugilato moderno britannico che conquista il mondo, si aggiunge ai club della Premier League, alle Spice Girls e Take That come monumento di un paese che è la nuova Babilonia. Ma sei mesi dopo è a Las Vegas a difendere la cintura per una lauta ricompensa, che però lo obbliga a combattere il redivivo Tyson. Mike è appena uscito di galera, ha bisogno di vincere, riemerge in lui l’antico orgoglio, la disciplina. Sarà solo per un istante, ma basta per distruggere Frank. Un Frank che si fa il segno della croce prima di entrare sul ring, e quando lo vede, il promoter Frank Warren si rende conto che qualcosa non va. Ha ferite che non ha recuperato dai match precedenti, è logoro da anni di battaglie. Tyson lo ferma in tre round. Un massacro. Subito dopo Frank annuncia il suo ritiro “ringrazio tutti, ma è finita, non posso più combattere, non ho più nulla da dare”. In quel momento per Frank, comincia l’incubo.

Nel giro di pochi mesi la depressione, la disperazione, il non sapere che fare nella vita, lo travolgono. Comincia a fumare crack, a usare cocaina, a 34 anni Frank non sa che fare della sua vita per la prima volta da quando è ragazzino. La boxe lo aveva sempre guidato, le giornate sono vuote, lente, monotone. Prova con la tv e il teatro ma son palliativi. Dopo 16 anni di fidanzamento e 7 di matrimonio divorzia, si comporta in modo strano. Frank non è un Tyson o un Monzon, non lo è mai stato. Si capisce che qualcosa non va, gli viene infine diagnosticato un disturbo bipolare. Si avventura in un reality inglese dove atterrito il pubblico lo vede andare letteralmente fuori di testa. Il 2002 è "l’annus horribilis" per Frank, medita il suicidio, si droga, beve. Nella sua villa non va nessuno, vive da solo, non dorme a letto ma sul ring, ci sono montagne di rifiuti per tutte le stanze, non risponde quasi mai al telefono.
La casa diventa una sorta di Luna Park per ladri, falsi amici e sanguisughe, trafugano trofei, auto, tutto quello che trovano. Alla fine ci pensa le legge a metterlo al sicuro da sé stesso, quel 22 settembre 2003.

Dopo 28 giorni però vince la sua battaglia, ritrova una routine con cui tenere sotto controllo il lato oscuro della sua anima, si allena, segue lezioni di cucina, prende le sue medicine, a modo suo è diventato un simbolo della lotta a quella depressione, che nel Regno Unito colpisce due persone su dieci, nel silenzio più totale.
Frank parla spesso in tv di quel periodo. Si è rifatto una vita, partecipa ad eventi benefici, pubblica libri, fa beneficenza, si è trasferito a Glasgow e ha imparato a tenere a bada i suoi demoni.
Oggi che compie 61 anni, è giusto onorarne perseveranza e vittorie. Non tanto quelle sul ring, quanto piuttosto quella contro i demoni della sua anima. In molti ne sono rimasti inghiottiti, ma lui, a dispetto di tutto ne è venuto fuori, si è rialzato. Perché rialzarsi non è importante, è l’unica cosa che conta.

Tanti Auguri Frank.
Quello che si è rialzato.

01/11/2022

Esattamente un anno fa, all’età di 100 anni, ci lasciava Aaron T. Beck, padre della terapia cognitiva.
Enorme è stato il suo contributo non solo nella terapia cognitiva, ma anche nella ricerca di evidenze nell'efficacia della psicoterapia.

15/10/2022

Esaminiamo insieme quali sono i 5 fattori che rendono le persone introverse estremamente attraenti... anzi, irresistibili!

10/10/2022
08/10/2022

Ciao! Stai per compilare un test di screening psicologico elaborato dagli psicologi del Santagostino. Le domande hanno lo scopo di aiutare le persone a conoscersi meglio. […]

04/10/2022

“Chi va da uno psicologo entra credendo di dover risolvere un problema dovuto ad un fatto o ad una persona. Crede cioè che il suo star male sia dovuto a qualcosa di concreto, un fatto tangibile, una persona in carne ed ossa. Invece, più spesso in questo momento storico, soffrono i sensi.
Si, soffrono i sensi.
Il senso di colpa, il senso di solitudine, il senso di abbandono, il senso di inadeguatezza, il senso di vuoto, il senso di inferiorità, il senso di incompiutezza, il senso di dipendenza.
Non sono le cose che ci accadono il problema e neanche le persone che ci circondano. Ma il senso che smuovono in noi quei fatti e quelle persone.
È il nostro vissuto che crea mostri, ferite e paure. E, per fortuna, proprio perché ci appartiene, su quel vissuto si può lavorare.”

20/09/2022

Boys can cry too.

08/08/2022

La scelta del Consiglio dei Ministri di aumentare a 25milioni di euro le risorse stanziate per il cd Bonus Psicologico è una buona notizia.
Un risultato importante per il quale ci siamo battuti fin dall’inizio, dando voce alle richieste dei cittadini.
È una risposta concreta ad un problema, finalmente non più sottovalutato, come quello del benessere psicologico.
Ora l’impegno continua affinché vengano messe in campo risposte strutturali adeguate ai bisogni della popolazione.

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