Dott.ssa Laura Privitera Psicologa Psicoterapeuta EMDR Pratictioner

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Dott.ssa Laura Privitera Psicologa Psicoterapeuta EMDR Pratictioner Psicologa psicoterapeuta ad orientamento Sistemico Relazionale ed EMDR Pratictioner
Diagnosi e abilitazione DSA
Doposcuola specialistico DSA

06/10/2025

Si mimetizzano con i gesti quotidiani, nell’urgenza di restare occupati, nel bisogno di controllare tutto, nella paura di lasciarsi andare... ma ci dicono qualcosa di importante. Si tratta di strategie di sopravvivenza, apprendimenti che un tempo ci hanno protetto ma che oggi ci tengono prigionieri. Riconoscerli è il primo passo per trasformarli.

02/09/2025
22/07/2025

📅 A partire dal 𝐯𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝ì 𝟐𝟓 𝐥𝐮𝐠𝐥𝐢𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟓 sarà possibile presentare domanda per il 𝐁𝐨𝐧𝐮𝐬 𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨, il contributo economico erogato dall’INPS con il sostegno del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi, per supportare cittadini e famiglie nel sostenere i costi della psicoterapia.

📄Le domande potranno essere presentate 𝐝𝐚𝐥 𝟐𝟓 𝐥𝐮𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐚𝐥 𝟐𝟒 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟓 attraverso il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS. Al termine del periodo di invio, l’INPS pubblicherà una graduatoria regionale basata sull’ISEE e sull’ordine di arrivo delle domande.

🔐 I beneficiari riceveranno un codice univoco da utilizzare presso psicoterapeuti iscritti all’Albo, che abbiano aderito all’iniziativa tramite il CNOP.

ℹ️Per consultare l’elenco dei professionisti aderenti e restare aggiornato consulta www.psy.it o il sito ufficiale INPS.

02/07/2025

❗Il diritto alla salute psicologica si concretizza anche attraverso strumenti di accesso equo alla psicoterapia.
Il Bonus Psicologo 2025 è un contributo economico erogato dall’INPS e sostenuto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per aiutare cittadini e famiglie a sostenere i costi del percorso terapeutico.

Bonus Psicologo 2025: aperta la nuova finestra per la presentazione delle domande.

A partire dal 25 luglio 2025 sarà possibile fare domanda per il Bonus Psicologo.
Il Bonus può essere richiesto da cittadini italiani, senza limiti di età, residenti in Italia e in possesso di un ISEE aggiornato inferiore a 50.000 euro. È inoltre possibile presentare domanda per conto di:

- figli minorenni (da parte del genitore o tutore legale)

- persone interdette, inabilitate o soggette ad amministrazione di sostegno (da parte del tutore, curatore o amministratore).

L’importo massimo erogabile per ciascun beneficiario varia in base all’ISEE.

Ogni seduta sarà coperta fino a un massimo di 50 euro. Una volta raggiunto il tetto previsto dalla propria fascia ISEE, il contributo si considera esaurito.

La domanda deve essere presentata esclusivamente online sul portale dell’INPS, accedendo alla sezione dedicata “Contributo sessioni psicoterapia”, disponibile nella propria area personale. L’accesso è possibile mediante SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). La finestra per l’invio delle richieste sarà attiva dal 25 luglio al 24 ottobre 2025.

INPS redigerà una graduatoria su base regionale e provinciale (Trento e Bolzano). La selezione terrà conto dell’ordine di arrivo delle richieste e del valore ISEE, con priorità a coloro che presentano un reddito più basso.

I beneficiari riceveranno dall’INPS un codice univoco personale, da utilizzare per prenotare sedute con psicoterapeuti aderenti all’iniziativa. Il codice dovrà essere comunicato al professionista, insieme al codice fiscale del paziente. L’elenco aggiornato degli psicologi partecipanti è disponibile all’interno dell’area riservata del portale INPS.

Il bonus dovrà essere utilizzato entro 270 giorni dalla comunicazione di accoglimento della domanda. Trascorso tale termine, il beneficio decade.

Il pagamento delle sedute verrà effettuato direttamente dall’INPS al professionista, nel rispetto dei limiti stabiliti.

👉🏻 Per ulteriori informazioni e aggiornamenti ufficiali, si invita a consultare il sito del CNOP (www.psy.it) e il portale dell’INPS (www.inps.it).

20/05/2025

Quando le persone si sentono bloccate o non hanno la minima intenzione di mettersi in discussione, usano la fatidica frase: «sono fatto così». Quando ero inconsapevole, anche io la pronunciavo, lo facevo per legittimare i miei impulsi (anche quelli autodistruttivi).

Quel sono fatto così nella mia vita è durato poco. Ho imparato che piuttosto avevo "appreso a essere" in un certo modo. Avevo imparato a seguire schemi di pensiero e schemi di anticipazione del piacere (sì, se già mi segui e te lo stai chiedendo, c'entra la dopamina!) che muovevano le fila dei miei comportamenti e addirittura delle mie percezioni sulla realtà!

Quanta roba dietro un sono fatto così. Sì, perché questa affermazione crea stagnazione, blocca ogni possibilità di apprendimento, preclude modi inediti di essere ed esistere a questo mondo, rinforza i vecchi circuiti neurali anziché incoraggiare la neuroplasticità (che poi è quella che ci rende più svegli e anche più longevi). Allora ti auguro di abbandonare al più presto la bandiera del sono fatto così. Ti auguro di guardarti alle spalle e scorgere i complessi nessi causa-effetto che ti hanno indotto a essere ciò che sei divenuto (a volte triste, altre volte impulsivo o inibito e profondamente insicuro).

Il cervello è incredibile: può creare nuovi percorsi neuronali che ci permettono di imparare, evolvere. Lo fa attraverso le esperienze che vivi... o meglio, attraverso LE EMOZIONI CHE SPERIMENTI durante le nuove esperienze che vivi... Ciò significa che le esperienze possono essere anche vecchie ma se trovi l'ispirazione per viverle in modi inediti (il famoso reappraisal/rivalutazione di cui parlo nel «il mondo con i tuoi occhi») allora ti si aprirà un mondo! Inizierai a promuovere la neuroplasticità uscendo finalmente dalla stagnazione. Non siamo un'entità granitica dove il presente si confonde con il passato.

Ecco un promemoria: il tuo cervello non è bloccato nei vecchi schemi, è solo programmato a ripeterli finché non gli insegni qualcosa di nuovo. È infatti capacissimo di rinnovarsi e questo ti permette di creare una vita più tua. In grado di riflettere chi vuoi essere oggi e non cosa hai sopportato ieri.

Con affetto,

18/05/2025

Author Details Author Details Ana Maria Sepe Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor sepeannamaria@gmail.com La ... Leggi tutto

16/05/2025

Sono strategie di sopravvivenza, le uniche risposte possibili quando dobbiamo adattarci a situazioni minacciose, traumatiche. Il problema è che queste risposta divengono automatismi che, radicandosi in noi, danno vita a scenari destinati a ripetersi in un modello "stimolo-risposta".

Se sento una minaccia alla mia identità, aggredisco l'altro. Se percepisco l'altro come fonte di protezione, divento "appiccicoso" o "sottomesso" al rapporto. Se ciò che provo è troppo intenso, stacco la spina e incontro la disaffezione: ho la percezione di non provare nulla ma in realtà è solo "congelato". Chi attua la fuga, poi, ha un master in procrastinazione e irrequietezza. Se noti queste caratteristiche in te, non temere, è naturale: tutti noi abbiamo vissuto traumi invisibili nel contesto relazionale; i nostri genitori non erano equipaggiati ne' consapevoli del loro ruolo. Per non parlare di quei traumi che non sono stati affatto invisibili ma che, però, tutti hanno preferito ignorare. È bene parlare degli effetti del trauma ed è altrettanto saggio sottolineare che si tratta di apprendimenti che possono essere estinti. Con un lavoro su di sé, con un buon percorso terapeutico, queste risposte possono diventare funzionali. TUTTE.

E sì, talvolta la vita ci chiede anche di congelarci quando un ruolo ci è stato strappato o una meta irreversibilmente preclusa; come chi, dopo diversi aborti e tentativi, si congela all'idea di avere figli o chi riesce ad arrendersi di fronte all'inevitabile. L'attacco è fondamentale per far valere i propri confini (cessando di demolire quelli altrui) e dosare la fiducia (senza controllo). La fuga è stupenda quando vogliamo sganciarci da situazioni scomode. La sottomissione può essere utile per ammettere i propri errori; può essere trasformata in assertività, dote perfetta per il confronto. Tali risposte possono essere adattive ma solo se non seguono l'andamento automatico stimolo-risposta. Solo se riusciamo a contenerle e fare spazio a nuovi apprendimenti ❤️ Ne parliamo nel libro «il mondo con i tuoi occhi»

- Psicoadvisor

22/04/2025
12/04/2025

Tutti noi pretendiamo rispetto dagli altri, ma rispettiamo noi stessi? Per quanto possa sorprenderci, la risposta è ovvia: non sempre. Direi che il rispetto di se stessi è l’elemento chiave in assoluto perché quando si ha rispetto di se stessi quello che gli altri pensano di noi diventa irrilevante.

La maggior parte delle critiche che riceviamo sono critiche fatte per buttarci giù, critiche nate dalla frustrazione di chi non ha avuto magari il coraggio di inseguire i propri sogni o il più delle volte da coloro che non riescono a pensare così in grande come noi e che si sentono talmente piccoli che il nostro coraggio li infastidisce.

Il più delle volte sappiamo cosa significa “rispettare gli altri”, ma non sappiamo cosa significa “rispettare noi stessi” o ancora peggio, cercando sempre di rispettare gli altri dimentichiamo di rispettare la nostra persona.
La capacità di stabilire confini relazionali sani, è uno degli aspetti che possono risultare compromessi in seguito a esperienze traumatiche prolungate di natura interpersonale, specie durante lo sviluppo. Se ci siamo sempre concentrati sugli altri, lasciandoci prosciugare emotivamente o fisicamente, potrebbe essere diventata la norma ignorare le proprie esigenze .

È il momento di cambiare prospettiva e di iniziare con il chiederci se le attenzioni che dedichiamo agli altri siano reciproche
Stabilire sani confini interiori è prima di tutto un modo di prendersi cura di se stessi; non una prova di forza, una forma di ricatto o una merce di scambio. Se è vero che non possiamo pretendere di controllare o cambiare i comportamenti dell’altro, è anche vero che possiamo scegliere come comportarci e come agire invece di reagire, considerando l’ipotesi di allontanarci se la relazione diventa nociva.

Non è sempre facile stabilire i propri confini, tracciare quella linea che delimita il nostro spazio personale, in particolare se quello che ci muove è la paura di perdere l’altro.

Riflettici e dimmi se ti risuona






11/04/2025

A volte ci chiediamo perché alcune persone sentano il bisogno di sminuirci, criticarci, screditarci, anche senza un motivo apparente.
Ci fanno sentire sbagliati. Inadeguati. Di troppo.
E allora iniziamo a chiederci se, in fondo, abbiano ragione.
Se forse siamo davvero troppo sensibili. Troppo ambiziosi. Troppo diversi.

Ma la verità è che chi ti scredita, in fondo, non sta parlando di te.
Sta rivelando una battaglia interna che non ha mai saputo affrontare.
Ogni parola che ti sminuisce è una crepa nella sua autostima.
Ogni giudizio che ti lancia è una proiezione della paura di non valere.
Ogni attacco è una difesa. Da sé stesso.

Non sei tu il problema.
Non lo sei mai stato.
E anche se quelle parole ti hanno ferito, non definiranno mai il tuo valore.

Quando qualcuno ti scredita, non sta facendo altro che confessare – inconsapevolmente – la sua fragilità.
Sta dicendo: “non riesco a gestire il tuo coraggio, la tua luce, la tua libertà”.
Perché a volte, la tua sola esistenza mette in crisi chi ha smesso di ascoltarsi.

Tu non devi raccogliere ciò che non ti appartiene.
Non devi rispondere, né giustificarti.
La tua unica responsabilità è ricordare chi sei, anche quando qualcuno cerca di farti dimenticare.

Ti è mai successo di sentirti screditato da chi ti stava vicino?
Scrivimi nei commenti se vuoi condividere la tua esperienza.
Le parole che feriscono si sciolgono più facilmente quando vengono accolte con empatia.

08/04/2025

Indirizzo

Via Cesare Battisti, 34/H
Belpasso
95032

Sito Web

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Our Story

La Dott.ssa Laura Privitera, Psicologa Psicoteraputa Sistemico Relazionale e EMDR Pratictioner. La mia formazione mi permette di occuparmi di tutti i malesseri cui può andare incontro un essere umano. In particolare ansia e stress, ma anche attacchi di panico, depressione, disturbi dell’alimentazione, disturbo ossessivo compulsivo. Una particolare attenzione è riservata ai bambini e agli adolescenti e alle varie problematiche che i genitori riscontrano.