07/08/2020
NARCISISMO E RELAZIONI NARCISISTICHE
Il concetto di narcisismo in ambito clinico è usato per riferirsi a una regolazione normale o patologica dell’autostima; ci sono quindi vari livelli di gravità, dalla normalità alla patologia.
Il narcisismo normale è caratterizzato da una buona regolazione dell’autostima, c’è un adeguato investimento su di sè, la capacità di prendersi cura si sè e di valorizzarsi in misura adeguata. Nelle relazioni interpersonali l’altro viene percepito nella sua interezza, come persona separata, coi sui bisogni e desideri, c’è capacità di empatia, capacità di preoccuparsi per i bisogni dell’altro e capacità di amare in modo sano.
Nel narcisismo patologico, invece, vi è un egocentrismo eccessivo, i pazienti manifestano grandiosità, senso di superiorità, sperimentano invidia e svalutazione verso gli altri perchè non tollerano di dipendere, di sentirsi mancanti in qualcosa, quindi non sanno essere empatici, tendono, nelle relazioni con gli altri, ad essere emotivamente superficiali e non arrivano ad un profondo coinvolgimento perchè questo li farebbe sentire minacciati nella loro percezione di se stessi come autosufficienti e senza bisogni.
Nella relazione d’oggetto narcisistica la relazione assume la funzione di salvaguardare o supportare l’autostima. L’altro non viene vissuto come entità autonoma e separata, i suoi desideri e bisogni non vengono presi in considerazione. L’altro viene vissuto come un’estensione del sè, viene considerato solo in rapporto alle proprie necessità, ed è importante che confermi continuamente la grandiosità: “Lo amo in quanto mi ammira” direbbe il narcisista, e “Lo amo anche perchè mi ammira” direbbe la normale persona innamorata, in cui l’aspetto narcisistico è una normale componente dell’amore.
Quando il narcisista si innamora può incentrare l’idealizzazione dell’altro sulla bellezza, la ricchezza o la fama come elementi da ammirare che inconsciamente vorrebbe incorporare come parti di sè.
Il narcisista ama gli oggetti in quanto rappresentazioni di sè, come è stato nel passato, o come vorrebbe essere, per cui tende a non investire a lungo termine: dopo una prima fase di idealizzazione dell’altro come “perfetto” passa alla delusione, tende quindi alla ricerca di nuovi “altri perfetti”. La dipendenza e la reciprocità sono temute perchè espongono alla gratitudine per ciò che di buono si riceve; il narcisista è più incline invece ad un atteggiamento richiedente, che ritiene giustificato in virtù del suo particolare valore, e accumula frustrazione e risentimento quando non ottiene ciò che desidera. Quello che si desidera è quindi anche fonte di sofferenza quando è frustrante, e si può sviluppare un desiderio inconscio di sciupare le qualità buone dell’altro che è sentito come rifiutante.
Inoltre gli aspetti che non tollera in se stesso vengono proiettati sul partner, che viene poi svalutato, dando avvio ad una tipica dinamica nelle relazioni narcisistiche in cui uno domina e l’altro assume il ruolo complementare. Nella patologia narcisistica gli altri funzionano come degli specchi che riflettono l’immagine di sè grandiosa, si può dire che questi pazienti abbiano bisogno più di essere ammirati che di essere amati.
I soggetti narcisisti possono esercitare sugli atri un grande fascino, intelligenti, sicuri di sè, spesso persone di successo, solo quando si entra in relazione intima ci si accorge che sono fortemente autocentrati, e si cominciano ad evidenziare le mancanze sul piano emotivo e relazionale. Solitamente chi viene sedotto narcisisticamente possiede una sua propensione alla grandiosità, è anch’egli alla ricerca di uno specchio. Il partner del narcisista spesso appare modesto, non esigente, succube, sembra rimanere sullo sfondo, mai protagonista, ma in realtà anche lui ha fantasie di grandezza, ha una struttura narcisistica, seppure di segno rovesciato.
I due partner, narcisista e narcisista complementare, differiscono nel meccanismo di difesa utilizzato per coprire un sé debole e insoddisfacente: il narcisista cerca di valorizzare il suo sé attraverso la sua onnipotenza, si bea dell’ammirazione del suo partner; il narcisista complementare cerca di prendere dall’altro un sé idealizzato.
Alla fine, non è più chiaro chi si fonda nell’altro e chi prenda in prestito dall’altro il suo sé in un gioco di identificazioni proiettive.
Nella dinamica narcisistica non è centrale la colpa ma la vergogna, tutto ruota intorno alla percezione di sè e della propria immagine. Solo chi è sicuro di sè e tranquillo del proprio valore non sente minacciata la propria integrità quando riconosce il proprio debito verso qualcuno.
Dott.ssa Annalisa Scaffidi
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