Rosaria Aragiusto Psicoterapeuta

Rosaria Aragiusto Psicoterapeuta Psicoanalista Infantile Winnicottiana
Membro Ordinario SIPsIA
Psicoanalista di gruppo IIPG

01/08/2025

CONTRO L’ABUSO DELLA PSICOTERAPIA
Giuseppe Raniolo

La psicoterapia è un atto di cura: silenzioso, complesso, trasformativo. Implica rispetto per la soggettività e per i tempi della psiche. Ma oggi questo spazio “sacro” è spesso travolto da logiche di mercato, potere, narcisismo e spettacolo. Occorre ricordare cosa la psicoterapia è e cosa non deve mai diventare.
1. Non è una merce.
Quando è confezionata come prodotto, venduta con slogan, pacchetti o “risultati garantiti”, la psicoterapia perde la sua anima. La cura non è consumo: non si misura in efficienza né in stelle su una piattaforma.
2. Non è una chiesa.
Le scuole che si chiudono in dogmi e carismi tradiscono il pensiero clinico. La clinica viva non ripete formule: interroga, ascolta, si trasforma.
3. Non è esercizio di potere.
Chi cura non domina, accompagna. Non offre soluzioni preconfezionate, ma sostiene la soggettivazione. Ogni sfruttamento, anche sottile, è abuso.
4. Non è un surrogato affettivo.
La relazione terapeutica non sostituisce legami mancati: li elabora. Se resta nella fusione idealizzante, produce dipendenza, non libertà.
5. Non conferma l’Io: lo interroga.
La psicoterapia non adatta, non potenzia. Non promette benessere o successo, ma consente di abitare la propria verità, anche scomoda.
6. Non è uno spettacolo.
La narrazione clinica non è materiale da brand. Esibire il dolore altrui o il proprio ruolo di “guaritore” è una violazione etica.
7. Non deve servire il dominio.
La cura psichica non normalizza, non addomestica. Interroga i codici del potere, non li conferma.
8. Richiede pensiero e formazione continua.
Non basta un titolo. Serve un percorso personale, una supervisione costante, una responsabilità etica attiva.
9. È sempre un atto etico.
Curare è sostenere il soggetto, non la prestazione. È tollerare il silenzio, custodire l’invisibile, resistere alla semplificazione.

Chi cura deve proteggere il confine tra parola e potere, tra incontro e invasione, tra cura e dominio.

Nuove vie per il gioco della sabbia (Sandplay therapy) inseguendo sogni ed immagini assieme a Martin Kalff, figlio di Do...
03/07/2025

Nuove vie per il gioco della sabbia (Sandplay therapy) inseguendo sogni ed immagini assieme a Martin Kalff, figlio di Dora Kalff, inventrice negli anni sessanta del metodo junghiano. Al paziente viene proposto di giocare con la sabbia e di osservare le immagini che nascono spontaneamente nel gioco. Dora riconobbe in quelle immagini l'emergere del processo di individuazione descritto da C.Jung seguendo le tracce dei sogni e dell'immaginazione attiva.

L'erotismo non è nell'estetica o/e nella giovinezza ma nel cervello. Ce lo dice Socrate nel Simposio di Platone.  Eros n...
30/06/2025

L'erotismo non è nell'estetica o/e nella giovinezza ma nel cervello. Ce lo dice Socrate nel Simposio di Platone. Eros non è bello ma cerca il bello. Una vita senza ricerca non è degna d'essere vissuta. L'erotismo è ricerca, un tendere verso...

Presentimento e metamorfosi...Si avverte la presenza di qualcuno quando duole nel nostro corpo il punto che corrisponde ...
24/06/2025

Presentimento e metamorfosi...
Si avverte la presenza di qualcuno quando duole nel nostro corpo il punto che corrisponde alla cicatrice dell'altro. Questo è un processo di conoscenza che ha a che fare con il protomentale, vale a dire l'insieme dei primi processi psichici, il nostro primitivo, ostile per natura al concetto e al concettuale.
Come ci si accorge da lontano che qualcuno arriva?
Il Boscimano risponde: " mi sono accorto che stava arrivando perché mi duoleva il punto della sua vecchia ferita".

22/06/2025
Freud continua a suscitare in me curiosità e fascinazione, puoi leggerlo 100 volte e trovi sempre qualcosa che ti era sf...
20/06/2025

Freud continua a suscitare in me curiosità e fascinazione, puoi leggerlo 100 volte e trovi sempre qualcosa che ti era sfuggita la volta prima. Incredibile! Lo ammiro soprattutto quando ha la capacità di usare parole dritte, che fanno centro :
" il superamento del lutto ci mette a confronto con la nostra capacità di rimanere vivi emotivamente in un mondo impoverito dall'assenza dell'oggetto d'amore" (Freud1915)

24/05/2025
08/03/2025

“Niente fugge alla depressione, essa è legata alla condizione umana, e rappresenta il prezzo che noi paghiamo per l'attaccamento agli oggetti che ci danno la gioia di vivere. Per fortuna non ne moriremo. Nella maggioranza dei casi, le pulsioni di vita ci restituiscono il gusto di vivere che per un momento ci era venuto meno. La libido riprende il sopravvento investendo nuovi oggetti, o reinvestendo quelli che sono stati la causa della delusione che ci ha portato a disinvestirli. Perfino il lutto degli esseri più cari, quelli che credevamo non rimpiazzabili, un certo giorno finisce. È la grande lezione di Montaigne e di Proust. L'oblio è dalla parte della vita, altrimenti l'immortalità diverrebbe un fardello. Anche la rimozione è conservatrice. Quando il lutto diventa interminabile, non è affatto a carico dell'amore che va posta questa perdita inconsolabile, quanto invece di un rancore, nato dall'abbandono dell'oggetto che rimane innominato”. A. Green

Grotstein citando Bion dice che la curiosità dell'uomo non deve invadere il sancta sanctorum, cioè la divinità. All' uom...
22/01/2025

Grotstein citando Bion dice che la curiosità dell'uomo non deve invadere il sancta sanctorum, cioè la divinità. All' uomo non resta che sviluppare la pazienza, la capacità negativa di Bion, così che la divinità ( le cose in sé, i noumena) possano spontaneamente manifestarsi nel divenire della circostanza. Come se l' inconscio dicesse, ad un provino per una parte: "non ci chiami! La chiameremo noi!".😊

05/12/2024

EUGENIO BORGNA mancherà a tutti.
"La parola, in psichiatria, può salvare una persona, o può perderla. Quasi al di là dei suoi contenuti, sono i modi, con cui la parola è comunicata (i gesti e il silenzio, lo sguardo e le espressioni del volto), a definirne la dimensione terapeutica, o quella antiterapeutica. La parola è esposta a rischi molto alti: è una parola sempre arrischiata; e chiunque sia sommerso, o anche solo sfiorato, da una esperienza umana, che trascini con sé angoscia e tristezza, dissociazione e smarrimento, rivive in sé antenne sensibilissime nel cogliere il senso nascosto delle parole; e ogni parola può essere, di volta in volta, quella decisiva: la parola che crea fiducia, e stabilisce un contatto emozionale (la parola che incrina le solitudini e libera gli aquiloni della speranza nei vortici storditi del vento); ma la parola, anche, che accresce nella sua indifferenza, o nelle sue dissonanze, l'isolamento e la introversione, il dolore e la fuga dal reale."
("Le intermittenze del cuore, 2008, p.45)

30/11/2024
Convegno "La Cura delle Istituzioni: dal Panopticon allo psicologo tra clinica e organizzazioni" Oggi a Benevento, organ...
30/11/2024

Convegno "La Cura delle Istituzioni: dal Panopticon allo psicologo tra clinica e organizzazioni"
Oggi a Benevento, organizzato dall'ordine degli Psicologi, presso Hotel Traiano

Indirizzo

Viale Mellusi, 115
Benevento
82100

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