12/06/2025
“Dall’inizio…”
È così che ho risposto, ridendo, quando un’amica mi ha chiesto:
“Se dovessi raccontarti, come ti racconteremmo?”
E allora comincio proprio da lì:
Nasco e cresco in un angolo d’Italia dove le contraddizioni convivono in una danza armoniosa. Il Sannio. Una terra antica e misteriosa, dove le streghe non fanno paura ma portano saggezza, dove i santi e le divinità egizie condividono lo stesso spazio nel cuore delle persone. Qui il sacro e il magico si intrecciano come fili dello stesso tessuto, e da qui ho imparato a vedere il mondo: con occhi curiosi, spirito attento e mente aperta.
Qui ho imparato a cercare il senso anche dove sembra non esserci.
Non ho mai scelto la via più breve. Le strade dritte mi annoiano: preferisco quelle lunghe, che si arrampicano, che si perdono e poi si ritrovano. Dopo il liceo socio-psicopedagogico, ho seguito il filo dell’interesse per lo sviluppo umano e ho studiato Neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Ma la mente… quella era il mio primo amore. Così, un passo alla volta, sono arrivata alla scuola di specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale. È stato un viaggio complesso, a tratti faticoso, ma pieno di senso. Ogni tappa ha lasciato un’impronta, ogni esperienza ha contribuito a formarmi, a definirmi.
Se dovessi riassumere questo cammino, lo farei con tre parole: passione, costanza e dedizione.
Tre parole che diventano intensità quando si tratta degli affetti, che sono il mio punto fermo. Tre parole che diventano strumento ogni giorno, nel mio lavoro, quando mi prendo cura delle persone che si affidano a me. Le ascolto, le accompagno, le osservo trasformarsi. Sempre con rispetto, sempre con presenza.
Oggi sono due anime in una: psicologa e neuropsicomotricista. Questo mi permette di attraversare tutte le età della vita, di comprenderne i linguaggi, i bisogni, le fragilità. Dalle prime esplorazioni motorie dell’infanzia fino ai pensieri complessi dell’età adulta, accompagno chi ho davanti in un viaggio di consapevolezza e crescita.
E porto con me, sempre, il mio essere beneventana.
Quell’identità fatta di profondità e accoglienza, di radici forti e desiderio di trasformazione. Un equilibrio antico, come la mia terra.
E forse, se mi raccontassero, partirebbero proprio da qui.