12/07/2023
Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente,
e questa pozza, il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un'anima
e tutte le anime erano un tutt'uno.
Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione,
non aveva abitudini,
sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via,
aveva una vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
Perché io sono io,
e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lì?
Quando é cominciato il tempo,
e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l’apparenza di un mondo davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C’é veramente il male?
E c’è gente veramente cattiva?
Come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io,
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed é ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano,
come solo le bacche sanno cadere.
Ed é ancora così.
Le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed é ancora così.
A ogni monte,
sentiva nostalgia di una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia di una città ancora più grande.
E questo, é ancora così.
Sulla cima di un albero,
prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’é ancora oggi.
Aveva timore davanti ad ogni estraneo,
e continua ad averne.
Aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone, come fosse una lancia.
e ancora continua a vibrare.
(Peter Handke - da “Song of chilhood”)