13/01/2025
Quanta libertà ti concedi? Quanto «chi sei» è vincolato a «chi devi essere per gli altri»? Il discorso è così complesso che non si può non partire dalle origini, dai primi anni di vita.
Le pressioni genitoriali possono allontanarci dai nostri bisogni in modi sottili ma profondi, perché spesso si insinuano nella nostra mente come un’idea di ciò che dovremmo essere, soffocando lentamente ciò che siamo. Un genitore, spinto dal timore o dalla propria insoddisfazione, può proiettare sul figlio aspettative e sogni che, anche senza volerlo, oscurano la voce autentica che vive dentro di noi. Insomma, ci perdiamo nel ruolo del "bravo bambino", nel ruolo di ciò che "gli altri vorrebbero per noi" perdendo completamente noi stessi.
Quando i genitori -e con essi, i contesti scolastici- insistono su ciò che è "giusto" per noi (un modo di comportarsi, di essere) ci insegnano a ignorare tutti i segnali emotivi che vorrebbero far valere i nostri bisogni. Ci troviamo, così, da adulti, senza neanche sapere ciò che vogliamo (perché rimaniamo inesplorati), solo con un senso di insoddisfazione. Ci abituiamo a rinnegare le parti di noi, persino le nostre emozioni più autentiche che, però, trovano sempre il modo di emergere creando conflittualità e agitazioni interiori. Alla fine, imparando a dare priorità a ciò che piace agli altri, anziché a ciò che ci rende vivi💔. Gli effetti di questi condizionamenti sono tanti! Le pressioni genitoriali, infatti, ci allontanano dai nostri bisogni anche perché ci insegnano che l'amore è condizionato! Il prezzo di tutto questo è alto. Viviamo vite che non ci appartengono, portando dentro un senso di smarrimento e di insoddisfazione. Riconnetterci con i nostri bisogni significa spesso intraprendere un cammino difficile e solitario, fatto di ribellioni interne e domande dolorose: chi sarei stato, se non avessi dovuto essere ciò che volevano? Rispondiamo insieme questa domanda tra le pagine de «il mondo con i Tuoi Occhi» e ti aiutiamo a REALIZZARE e affermare te stesso, oltre l'altro. ❤