21/10/2025
Ho iniziato a leggere questo libro ai miei bambini con il solito entusiasmo, quello che mi accompagna ogni volta che porto tra le loro mani una nuova storia.
Pagina dopo pagina, però, l’entusiasmo si è trasformato in stupore, e poi in un nodo alla gola che cresceva sempre di più… fino a fermarmi.
Le parole non riuscivano più ad uscire.
Mi sono commossa.
“Mamma, perché piangi?” mi hanno chiesto i miei figli.
La mia risposta è stata semplice: “Perché è bellissimo quello che è accaduto al protagonista di questo libro.”
Questo bambino, che viveva chiuso in se stesso, convinto di non essere desiderabile né amato, un giorno assaggia delle caramelle speciali.
Caramelle capaci di aprire un varco, di rimetterlo in contatto con il mondo intorno a lui: con le persone, con le creature, con i piccoli gesti d’amore che prima non riusciva a vedere.
E così, piano piano, trova la forza di uscire dalla sua solitudine e di tornare a vivere.
Questa storia mi ha toccata profondamente, perché ci ricorda quanto tutti noi avremmo bisogno, a volte, di una manciata di quelle caramelle magiche: qualcosa che ci aiuti a dialogare davvero con chi ci sta accanto, che ci apra gli occhi sull’amore nascosto dietro le azioni quotidiane, che ci dia il coraggio di non temere il rifiuto e di lasciarci amare.
Forse, quelle caramelle non esistono davvero… oppure sì, e sono dentro ciascuno di noi, ogni volta che scegliamo di guardare l’altro con il cuore aperto
Il libro mi ha ispirata a introdurre, anche nel mio lavoro terapeutico, delle biglie magiche.
Chiedo di prenderle tra le mani e di immaginare che custodiscano un dono speciale: la possibilità di vedere oltre le paure e le convinzioni limitanti che spesso ci imprigionano.
In questo modo, il gesto semplice di stringere una biglia diventa un ponte simbolico verso un nuovo sguardo su di sé e sugli altri, più aperto, autentico e capace di riconoscere l’amore che ci circonda.