20/02/2024
Quando nel 2004 iniziai a costruire una rete con avvocati interessati alla mediazione familiare per diffondere una cultura della “dissoluzione” dei conflitti familiari, in particolare in materia di separazione e divorzio, i legali interessati nella zona dove abito si potevano contare con una mano. Pur in pochi, questi professionisti avevano passione e ci credevano, ma si sentivano lontani o impreparati per lavorare sulle dinamiche relazionali e i processi emotivi profondi che una coppia vive in tale circostanza. Si focalizzavano su un'impostazione che potesse negoziare e arrivare, insieme, con un livello di conflitto da placare, a un accordo duraturo e considerato buono per entrambi i partner, anche per il bene dei figli, qualora ci fossero.
D’altro canto, agli psicologi e psicoterapeuti sistemici che lavoravano con le coppie in conflitto che decidevano di separarsi, mancava una formazione in materia di negoziazione su aspetti cruciali dell’accordo, sopratutto in ambito patrimoniale, e spesso, di fronte alla decisione di lasciarsi ma anche dopo l’elaborazione di tale decisione, inviavano a un legale, che sovente diventavano due, le cosiddette “controparti”; non di rado il conflitto si riaccendeva e le tensioni aumentavano.
A Shinui molto si è fatto da quel lontano 2004, sia nei percorsi di mediazione familiare che abbiamo sempre svolto con coppie e famiglie (personalmente in virtù di una formazione all’estero sostenuta dall’aggiunta delle specializzazioni sistemiche), sia attraverso la proposta di formazione biennale per mediatori riconosciuta dall’AIMS - Associazione Internazionale Mediatori Sistemici, che quest’anno arriva al suo ventennio.
Un ventennio in cui molto è cambiato e grazie alla legge 4/2013, al lavoro delle associazioni di categoria, alla diffusione di una cultura pacifica in materia di separazione e divorzio che non vede soltanto un “fallimento” quando la coppia si scioglie, alla sensibilizzazione di un sempre più ampio settore legale che valorizza la negoziazione e preferisce dissolvere conflitti anziché “lottare” per una sola parte perdendo la visione di insieme e, non per ultimo, grazie anche alla serietà di alcuni Istituti di formazione, siamo arrivati a una legislazione col Decreto n. 151/2023, che riconosce e definisce la professione del mediatore familiare sia nella formazione che nell’operato, e i servizi pubblici e del privato sociale stanno dando crescente spazio a questo servizio, sempre più necessario visto l’alta percentuale di coppie che si separano.
Nel frattempo, anche la legislazione in materia di diritto di famiglia è evoluta, per esempio restringendo il lasso di tempo tra la firma dell’accordo di separazione e il divorzio a 6 mesi, oppure introducendo la possibilità per coppie senza figli o con figli adulti autosufficienti di registrare il contratto di separazione in Anagrafe, senza dover passare dal Tribunale.
C’è tanto da fare, il nostro percorso di formazione in mediazione familiare sistemico pluralista si è evoluto, risponde all’attuale normativa e alla realtà della società odierna e la nostra nuova edizione è in partenza il prossimo 9 marzo.
Sono aperte le iscrizioni. Ancora qualche posto disponibile.