
10/10/2025
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La salute mentale non è soltanto questione clinica, è un tema di diritti, di equità e di giustizia sociale. Le persone non sono diagnosi, ma cittadini con desideri, relazioni e progetti di vita.
Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, istituita per promuovere il benessere psicologico, combattere lo stigma e affermare il diritto universale alla cura.
Le e gli assistenti sociali non possono che essere in campo di fronte a un problema che coinvolge - anche con maggior gravità dopo la crisi pandemica - giovani, adulti, anziani e famiglie che ogni giorno convivono con ansia, depressione, solitudine, dipendenze, traumi… Il servizio sociale professionale è presente, da sempre, nei luoghi in cui la sofferenza si manifesta e si nasconde. L’assistente sociale è parte essenziale del lavoro per la salute mentale perché collega la cura con la vita reale delle persone, promuove l’inclusione, tutela i diritti e sostiene le autonomie.
In Italia, questa giornata cade in un momento cruciale. il Piano di azione nazionale per la Salute Mentale 2025–2030, un piano fin qui senza finanziamenti, rappresenterebbe un’opportunità importante, ma lascia aperte alcune criticità di fondo che non possono essere ignorate: la persistente frammentazione tra sanitario e sociale, la mancanza di risorse strutturali, la debole valorizzazione del lavoro nei territori e del ruolo delle professioni sociali.
Per questo il CNOAS richiama con forza la necessità di:
▪ superare la separazione tra sistemi sanitario, sociale, educativo e abitativo, costruendo risposte integrate e continuative nei territori;
▪ rafforzare la dimensione comunitaria della cura, perché la salute mentale si promuove nei luoghi di vita, di studio, di lavoro e di relazione;
▪ riconoscere e garantire il ruolo del servizio sociale professionale nei Dipartimenti di Salute Mentale e nelle équipe multiprofessionali, come previsto dal modello bio-psico-sociale, ancora troppo spesso disatteso;
▪ coinvolgere le persone con esperienza diretta e le loro famiglie nella progettazione e valutazione dei servizi;
▪ investire nella prevenzione, nella prossimità e continuità di presa in carico, con servizi accessibili, stabili e capaci di intercettare precocemente il disagio, soprattutto tra i più giovani.
Oggi più che mai, ribadiamo che il benessere mentale è un bene pubblico e che la sua promozione richiede un impegno collettivo: delle istituzioni, dei professionisti, delle comunità.
Senza un rafforzamento strutturale dei servizi territoriali, senza risorse, senza integrazione socio-sanitaria, il Piano che dovrebbe disegnare l’intervento dei prossimi anni resta un documento di buone intenzioni. Perché questa giornata non sia soltanto una celebrazione, si intervenga con i fatti.