Istituto Wolpe

Istituto Wolpe Prende il nome dal noto Psichiatra Psicoterapeuta Joseph Wolpe che ha dato un originale contributo applicativo alle terapie Comportamentali.

l' Istituto Wolpe è un centro di Psicologia e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale integrato in una struttura polifunzionale situato a Besozzo in provincia di Varese. La struttura si avvale di Psicologi Psicoterapeuti di orientamento Cognitivo Comportamentale, di un Medico e di un esperto in scienze motorie e dispone di spazi attrezzati per le sedute psicoterapeutiche, per il rilassamento e l'attività fisica e di una stanza adatta per i bambini e sale per gli incontri e i corsi.

Congresso - Mindfullness and Meditation Summit
24/05/2023

Congresso - Mindfullness and Meditation Summit

22/10/2020

TEST RAPIDI SALIVARI A COCQUIO TREVISAGO

Cari concittadini, la nostra Amministrazione Comunale intende patrocinare un’iniziativa mirata alla mappatura dei casi positivi al virus Covid 19 nel nostro Comune, che verrà coordinata dall’Associazione “Amici di Cocquio” e grazie ai volontari della CROCE ROSSA ITALIANA MEDIO VERBANO.

Nella giornata di sabato 31 ottobre i cittadini potranno recarsi presso la Palestra Comunale di via Motto dei Grilli, dalle ore 9 alle ore 18, per effettuare un TEST RAPIDO ANTIGENE COVID -19 (registrato presso l’Istituto superiore di Sanità) su tampone orofaringeo (test salivare). Il test sarà effettuato da personale sanitario e darà il risultato entro 15 minuti.

Il test è anonimo e volontario e non fornisce un patentino di immunità: ogni sospetto di positività dovrà essere confermato secondo le normative vigenti. In caso di positività il soggetto potrà recarsi dal proprio medico curante per una eventuale indicazione ad esecuzione di tampone molecolare nasofaringeo come da procedura di ATS.

Il progetto è da intendersi come ausilio e non in sostituzione agli strumenti sanitari attualmente in vigore, come supporto al contenimento della diffusione del virus.

I test a disposizione saranno circa mille: per questo occorre prenotarsi telefonando ai numeri sotto riportati, a partire da lunedì 26 ottobre dalle ore 10.00 alle ore 18.00; verrà data precedenza ai soggetti più esposti al contagio, ossia lavoratori e studenti residenti nel Comune di Cocquio Trevisago. Per tutti coloro che non riusciranno a prenotarsi, programmeremo a breve una seconda giornata di screening.

Il costo del test è di 10 euro.

AMICI DI COCQUIO: 3515516415

LUIGI: 3405520787

MARINELLA: 3403160723

PINUCCIA: 3287589501

TOMMASO: 3406180214

Con la speranza che questa fase così delicata possa presto risolversi al meglio, ci auguriamo che questa iniziativa possa aiutare a mappare meglio la diffusione del virus nel nostro Comune e intervenire preventivamente, garantendo così maggior sicurezza per tutta la comunità.
Il Sindaco

Ringraziamo l’azienda ME BU Srl di Cadrezzate e la famiglia Butera per il prezioso contributo all’Istituto Wolpe.
06/05/2020

Ringraziamo l’azienda ME BU Srl di Cadrezzate e la famiglia Butera per il prezioso contributo all’Istituto Wolpe.

19/04/2020

Per voi una favola di Gianni Rodari. Buon ascolto.

13/04/2020

Come aiutare i bambini a superare la quarantena.

11/04/2020

Un’équipe di ricercatori del King’s College di Londra, nei mesi scorsi, ha condotto uno studio sull’impatto psicologico della quarantena.
Leggi l'articolo dal nostro sito, accedi tramite il collegamento nei commenti.

27/03/2020

Essere genitori al tempo del virus

CINQUE CONSIGLI PER AIUTARE A GESTIRE L’EPIDEMIA CORONAVIRUS CON I PROPRI FIGLIFabio Celi, docente di Psicologia Clinica...
14/03/2020

CINQUE CONSIGLI PER AIUTARE A GESTIRE L’EPIDEMIA CORONAVIRUS CON I PROPRI FIGLI
Fabio Celi, docente di Psicologia Clinica dell'Università di Pisa, autore del libro "Le emozioni dei nostri figli", ha individuato cinque regole base alle quali i genitori possono attenersi per tranquillizzare i figli e se stessi.
"Innanzitutto prima di parlare dei cinque punti, vorrei far presente che se non ci si autoregola, è impensabile di poterlo fare sugli altri. Un genitore che ha paura, deve saperla gestire. Dire che non si ha paura, se invece la si ha, è sbagliato. Occorre far vedere che ci si difende dalla paura, con buon senso. I bambini imparano per modellamento, per imitazione: vedere due genitori che, seppur impauriti, non mostrano angoscia è fondamentale. I genitori si devono prima di tutto auto-tranquillizare.
Come? Ad esempio dicendo: sono preoccupato e per questo motivo mi disinfetto con il gel. Mi faccio vedere a usare il gel. Come se fosse un gesto naturale. Con serenità, lo faccio sempre, davanti ai figli e piano piano li induco a farlo". Ed ecco i cinque punti che Celi ha individuato:
1. Dì la verità, in modo semplice, senza aggiungere particolari inutili e con parole adatte all'età di tuo figlio.
2. Riconosci le tue emozioni, prima di tutto dentro di te, e poi nel tuo bambino o nel tuo ragazzo. Non negare di avere paura. Magari modifica il termine. Puoi dire 'sono preoccupato' anziché 'sono spaventato', ma non dovresti dire che non c'è niente di cui spaventarsi. Questo non è vero. Questo è un inganno e con le emozioni, come con i bambini, gli inganni durano poco. Anche in questo caso - spiega l'esperto - vale quello che io chiamo il principio di Archimede delle emozioni. Nega di avere paura e ti accorgerai che la paura riceve una spinta dal basso verso l'alto pari alla forza che hai impiegato per negarla. Ti accorgerai che più la reprimi e più si fa forte e lentamente, subdolamente, rischia di diventare panico, angoscia, terrore.
3. Rifletti e fai riflettere tuo figlio sul fatto che la paura puo' essere utile. Puo' servire a proteggerci, a cercare soluzioni. La paura del contagio ci porta a lavarci più accuratamente le mani. Possiamo così - aggiunge Celi - imparare a non avere paura della paura. Lavarci le mani, indossare la mascherina o vedere persone che la indossano, tenersi a distanza dagli altri o non andare a scuola per un certo periodo possono trasformarsi da un'occasione di paura incontrollata a un segnale che abbiamo strumenti per affrontare la situazione.
4. Ascolta tuo figlio. Lascialo parlare. Dagli il modo (e il tempo!) di esprimersi. Questo è molto difficile ma - sottolinea Celi - come ho già detto, è il cuore di tutto. Se fai un discorso di dieci minuti sul coronavirus (come su qualunque altro argomento) e tuo figlio sta dieci minuti in silenzio ad ascoltarti, questo servirà a ben poco. Non sono le lezioni e le prediche ad aiutare il riconoscimento e la gestione delle nostre emozioni.
5. Prova, nei limiti del possibile, a fare di necessità virtù. Dobbiamo rimanere reclusi in casa? Giochiamo insieme. Guardiamo insieme un film e commentiamolo insieme. Parliamo senza l'orologio in mano e gli affanni quotidiani. Non tutti possono essere Boccaccio, che da un'epidemia di peste tiro' fuori cento novelle che hanno fatto la storia della letteratura italiana, ma tutti possono attingere al proprio mondo interno per un momento di condivisione, per raccontare una favola, per far volare in un grigio pomeriggio di fine inverno la propria fantasia”

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi David Lazzari ci offre una riflessione per orientare a...
03/03/2020

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi David Lazzari ci offre una riflessione per orientare al meglio i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti – individuali e collettivi - di fronte al problema Covid-19.

http://www.psy.it/gli-psicologi-sul-coronavirus

La regione Lombardia, per tutelare la nostra salute, sta attuando una serie di misure di sicurezza che possono creare al...
23/02/2020

La regione Lombardia, per tutelare la nostra salute, sta attuando una serie di misure di sicurezza che possono creare allarme e preoccupazione. Specialmente in chi non possiede ancora gli strumenti per costruirsi una narrazione di tali eventi.
Alberto Pellai, come sempre, ha cercato e trovato parole chiare e appropriate per comunicare a bambini e ragazzi la situazione che stiamo vivendo.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2821062277970118&id=607285592681142

LA PAURA DEI BAMBINI DI FRONTE AL CORONA VIRUS: ECCO COME DIRE TUTTA LA VERITA’ E AIUTARLI A NON RIMANERE SOMMERSI DALL’ANSIA E DALLA PAURA

Il Coronavirus sta spaventando tutti: il rischio è quello della psicosi collettiva. In questi giorni, la nostra ultimogenita, Caterina di 11 anni, è sensibilmente preoccupata. La sua paura è palpabile. E’ incerta sul da farsi, quando deve uscire di casa per partecipare alle sue consuete attività. Ho preparato un testo che le leggerò oggi. L’ho pensato per lei e per tutti i nostri figli. Dice tutta la verità, né più né meno. Ma prova a dirla in toni molto meno ansiosi di quelli che vengono usati in questi giorni e allarmano allo spasimo la mente dei nostri figli. Provo anche ad “allargare lo zoom”: ovvero, nel dire la verità, faccio considerare non solo gli elementi problematici, ma anche gli aspetti ai quali possiamo attenerci per coltivare dentro di noi una sana “speranza” di non finire uccisi da questo virus. Perché, al momento, credo che sia questa la cosa che spaventa i nostri figli: hanno la falsa credenza che questo virus ci ucciderà tutti. Consiglio anche ai docenti, se riconoscono la validità di questo testo, di inserirlo nei prossimi giorni, nelle letture da fare in classe con i loro alunni. Spero davvero di aver scritto qualcosa che vi risulti utile e che possiate condividere con chi ritenete se ne possa servire.

CARO BAMBINO, TI SPIEGO IL CORONAVIRUS, PERCHE’ CI FA TANTA PAURA E perché, INVECE, NON LO DEVI TEMERE COSI’ TANTO
E’ un virus. E’ così piccolo che lo si può vedere solo in laboratori speciali con microscopi speciali. Ecco perché ci spaventa tanto. Perché è invisibile a occhio n**o. Da sempre noi esseri viventi abbiamo paura di ciò che ci può fare male e che non si può vedere. Succedeva all’uomo delle caverne che andava a caccia di animali feroci che erano nascosti nelle foreste. Lui non li vedeva e doveva andarli a cercare. Loro stavano appostati in luoghi nascosti e, per non essere uccisi, potevano ucciderlo. E’ lì che il nostro cervello ha imparato ad accendere l’emozione della paura. Ci ha dotato della capacità di avvertire un pericolo che non si vede. Ci fa sentire l’allarme quando ancora non abbiamo davanti a noi il pericolo. Così siamo più preparati ad affrontarlo quando ci si presenta davanti.
La paura è come la sirena dell’ambulanza che suona dentro di te. La senti e ti avverte che qualcosa di grave sta per succedere. Bisogna correre all’ospedale per evitare che le cose precipitino.
Il coronavirus, oggi, fa suonare tutte le sirene d’allarme del mondo. Ne parlano in continuazione alla televisione. Ci sono adulti più tranquilli, altri in ansia, altri molto spaventati: e poi c’è gente con i nervi saldi che sta lavorando giorno e notte per combattere questo rischio. Purtroppo hanno cancellato le gite scolastiche. Non si fanno più gli allenamenti sportivi. Sembra di stare in guerra, ti viene da pensare. E così provi una paura difficile da addomesticare.
Non posso togliertela quella paura, ma posso dirti che, mentre è giusto sentire l’allarme per qualcosa che ci minaccia, allo stesso tempo dobbiamo imparare a prendere le cose nella giusta misura e per quello che sono.
E’ vero: il Coronavirus è un nuovo agente di infezione che per la prima volta sta colpendo gli esseri umani. Prima era presenta solo nel corpo di alcuni animali.
E’ vero: il Coronavirus ha contagiato migliaia di persone in Cina e nel mondo e ora è presente nella nazione in cui vivi anche tu.
E’ vero : ci sono persone infettate dal coronavirus che sono morte.
Però, affermato che queste sono tre verità che tutti sappiamo, ecco altre verità che, in questo clima di allarme, vengono raccontate, ma le persone colgono molto meno.
Il contagio al momento ha colpito un numero molto ristretto di persone. La malattia si è localizzata in alcune zone precise, chiamate focolai di infezione. Quando è stata identificata la zona del focolaio, gli esperti hanno preso tutte le precauzioni possibili per non farlo uscire da lì. E’ come un animale in trappola. Ecco perché gli abitanti di alcuni paesi e città sono oggi in isolamento e quarantena. Viene chiesto loro di non uscire dal loro territorio, così da non trasportare il virus in luoghi in cui esso ancora non è arrivato.
La malattia prodotta dal Corona Virus è simile ad un’influenza. Fa tossire, starnutire, dà febbre. In molte persone il virus non produce nemmeno questi sintomi. Solo pochissime persone si ammalano con sintomi molto più gravi, come la polmonite. Ad oggi, il 2% delle persone affette dal virus è morto. Vuol dire che di tutti gli ammalati, muore, purtroppo, una persona su 50. E sappi che tra i malati non ci sono praticamente bambini. Ovvero, sembra che chi ha la tua età, ha una capacità naturale di resistere all’attacco del virus. Che, quindi, per i bambini non rappresenta una reale minaccia.

Inoltre, considera che:
Nei luoghi in cui c’è l’infezione, ci sono migliaia di persone. Di quelle migliaia di persone, pochissime contraggono l’infezione, di quelle pochissime solo 1 su 50 muore. E’ tristissimo sapere che una persona muore per una malattia. Però è importante che tu consideri che la paura che senti, riguarda una minaccia che ha pochissime probabilità di riguardare la tua vita. Ma tutto il mondo, proprio per evitare, che questo accada, oggi si sta dando da fare per evitare che questa infezione si diffonda.
E’ fondamentale perciò che le persone vengano allertate e allarmate. Perché così percepiscono un rischio e imparano a fare tutto quello che serve per evitare che esso si trasformi in un pericolo crescente.
E’ quello che hanno già fatto con te i tuoi genitori da quando sei nato. Ti hanno insegnato che prima di attraversare la strada, devi aspettare che il semaforo diventi verde. Altrimenti rischi di essere tirato sotto da un’automobile. E questo ti ha permesso di imparare ad andare in giro sicuro per il mondo, sapendo come evitare gli incidenti.
Ti hanno insegnato che non si può mangiare solo cotoletta e patatine. Perché il tuo corpo ha bisogno anche di fibre e vitamine che trovi nella frutta e nella verdura. Solo così puoi mantenere un corpo sano.
Ti hanno insegnato che quando navighi in rete non devi fornire le tue generalità – nome, cognome e indirizzo – a nessuno, perché non sai chi c’è dall’altra parte.
Per il Coronavirus è un po' la stessa cosa. Il mondo adesso viene avvertito che la fuorì c’è un virus di cui non conosciamo molte cose. E perciò ce ne dobbiamo difendere.
Ogni giorno nei laboratori, gli scienziati stanno lavorando per trovare un vaccino e una cura. In ogni momento, le persone che ci governano stanno promuovendo leggi per tutelare la nostra salute.
In tutti gli ospedali il personale medico e paramedico è pronto a curare le persone che si ammaleranno. E i malati hanno il 98% di probabilità di guarire. Così come, al momento, la quasi totalità della popolazione ha ottime probabilità di non ammalarsi.
Gli esperti di prevenzione ci dicono di fare poche cose che sono molto importanti:
- se ti viene da tossire e starnutire, fallo nel cavo del gomito. In questo modo, non solo si riduce il rischio di diffondere il coronavirus, ma qualsiasi altro virus respiratorio
- lavati bene le mani, sopra, sotto e tra le dita, con il sapone liquido, per un tempo di alcune decine di secondi. Potresti cantare per intero “tanti auguri a me” mentre ti lavi le mani, così riesci a far durare l’operazione iLgiusto tempo e nel frattempo ti dici una cosa bella e ti metti “dentro” un po' d’allegria
- usa fazzoletti di carta e cestinali subito dopo
- non metterti le mani in bocca, negli occhi, nel naso (ma questo lo sapevi già!) e non mangiarti le unghie. Anzi tienile corte e curate.
Ecco tutto qui: questo è quello che puoi fare tu in prima persona per far fuori quel mostriciattolo fantasma, chiamato coronavirus.
Non si può dire nulla di più. Avere paura oggi è naturale. Siamo spaventati e dobbiamo difenderci da qualcosa che non abbiamo ancora imparato bene a conoscere e affrontare. Ma l’uomo, nel corso della storia ha saputo fare cose straordinarie. Ha imparato a vincere malattie ben più terribili, ha inventato missili che possono portarci sulla luna, ha scoperto come trasformare la luce del sole in energia che fa accendere la luce di notte nelle nostre case, quando fuori c’è il buio.
La paura ci fa vedere tutto buio e cupo. Ma tu non perderti nel buio. Affidati al lavoro di milioni di persone che oggi stanno lavorando e combattendo per vincere la battaglia contro il coronavirus. Impara a immaginarle tutte insieme. Un esercito infinito di milioni di uomini e donne – medici, ricercatori, scienziati, infermieri, forze dell’ordine – contro un invisibile microscopico virus.
Ce la faremo, vedrai, ce la faremo.

L’incontro ci permetterà di avvicinarci alla tematica del bullismo e del cyber bullismo attraverso un percorso che passa...
07/02/2020

L’incontro ci permetterà di avvicinarci alla tematica del bullismo e del cyber bullismo attraverso un percorso che passa dalla fase di conoscenza del problema allo sviluppo di interventi psicoeducativi: come prevenire il rischio di vittimizzazione con indicazioni pratiche e come sviluppare un ambiente proattivo e protettivo. Questo incontro ci permette di avvicinarci alla complessità del tema prendendo spunto dalle conoscenze scientifiche più aggiornate per individuare strategie per intervenire precocemente, evidenziare i fattori che aumentano il rischio di diventare bullo o vittima ed i fattori protettivi come lo sviluppo della resilienza come antidoto alla vittimizzazione.

27/01/2020

Indirizzo

Via XXV Aprile, 20
Besozzo
21023

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 10:00 - 16:00

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L’Istituto, fondato nel 2005 dalla dottoressa Elena Luisetti, prende il nome dal noto Psichiatra Psicoterapeuta Joseph Wolpe che ha dato un originale contributo applicativo alle terapie Comportamentali. La struttura si avvale di Psicologi Psicoterapeuti di orientamento Cognitivo Comportamentale, di un Medico e di un esperto in scienze motorie e dispone di spazi attrezzati per le sedute psicoterapeutiche, per il rilassamento e l'attività fisica, di una stanza adatta per i bambini e di sale per gli incontri e i corsi.