18/11/2025
Dall'ultimo numero del nostro magazine "Sentire bene", un intervento puntuale e interessante sul lavoro di squadra in Acustica Biellese...
IL VALORE DEL LAVORO DI SQUADRA NEL PERCORSO DI RIABILITAZIONE UDITIVA
La riabilitazione uditiva non è mai un percorso solitario. Dietro ogni paziente che ritrova la gioia di sentire ci sono competenze diverse che si intrecciano: l’accoglienza e il supporto amministrativo, la valutazione e la ricerca di una soluzione personalizzata, la riabilitazione protesica e il monitoraggio costante.
Più facce di uno stesso lavoro, che insieme trasformano un cammino complesso in un’esperienza più semplice e serena. In questo senso, la squadra si rivela un elemento fondante del percorso, che molto spesso agisce in silenzio e dietro le quinte per coordinare le attività e far sì che ogni momento nel centro acustico si possa svolgere nel migliore dei modi. La squadra di Acustica Biellese è composta da diversi membri, ognuno con le proprie potenzialità e tratti unici, ognuno con un ruolo fondamentale: è qui che si intrecciano competenze tecniche con competenze amministrative.
Questo articolo nasce dalla volontà di evidenziare l’importanza e il valore profondo che per noi ha il team, dall’esperienza e dalla stretta collaborazione lavorativa di Gaia Peviani, responsabile del centro di Castellamonte, e di Elisa Guerrini, audioprotesista.
L’accoglienza: il primo passo
Gaia Peviani: “Ogni persona che entra per la prima volta in un centro dedicato alla riabilitazione uditiva porta con sé domande, dubbi, aspettative e, molto spesso, anche timori e paure. Il compito di chi accoglie e si dedica alle procedure più strettamente amministrative non è solo occuparsi di documenti e pratiche burocratiche: è prima di tutto ascoltare. Il sorriso al desk, la chiarezza nel dare informazioni, la disponibilità a rispondere a ogni dubbio sono i primi passi fondamentali per instaurare fiducia. Quando il paziente sente di non essere solo, quando sente di essere ascoltato, la strada diventa più leggera.”
La valutazione: dare un nome al bisogno
Elisa Guerrini: “Dopo l’accoglienza, arriva il momento dell’incontro clinico. Qui il paziente si interfaccia, spesso per la prima volta, con il suo reale livello di ipoacusia: è questo il momento in cui si avvia un’indagine approfondita che unisce una parte anamnestica, una parte di esami strumentali e una parte, di pari importanza alle altre, di comunicazione e dialogo con il paziente, improntata essenzialmente a capire quali sono le reali necessità della persona che si ha di fronte. È un passaggio delicato, che richiede certo professionalità, ma anche una componente di empatia. Arrivare in cabina silente già sereni e ben consapevoli – grazie anche al supporto dall’amministrazione nel primo incontro –, aiuta a vivere meglio questo momento. Non è un esame che “giudica”, ma è l’inizio di un percorso di cura.”
La tecnologia oggi ci permette di proporre soluzioni sofisticate che si adattano alle esigenze di ogni persona, ma la scelta non è solo tecnica: è anche emotiva. Accompagnare il paziente significa spiegare, rassicurare, dare il tempo di abituarsi. Significa, ancora, insegnare a sentire di nuovo, in un percorso che non si svolge mai da soli.
Gaia Peviani: “Ed è proprio qui che il nostro ruolo si intreccia di nuovo: ci occupiamo di preventivi, di pratiche con ASL o INAIL, di agevolazioni fiscali.
Togliere il peso delle incombenze burocratiche significa lasciare spazio al paziente per concentrarsi su ciò che conta davvero: il proprio benessere uditivo. Significa anche collaborare e, per noi, unire le forze per un obiettivo comune. È in questo che risiede il valore della squadra, nel clima di aiuto reciproco e partecipazione che è diventato elemento cardine delle nostre attività quotidiane. Dalle parole di Henry Ford, ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo.”
Il follow-up e la continuità
Elisa Guerrini: “La riabilitazione non finisce con l’applicazione della protesi. Seguiamo ogni persona con controlli periodici e annuali, regolazioni, ascolto dei progressi e delle difficoltà. È un cammino che richiede costanza e, da parte nostra, sostegno e impegno scrupoloso che poniamo come elementi imprescindibili della nostra professione.”
Gaia Peviani: “Il nostro ruolo emerge anche qui, dietro le quinte: gestiamo gli appuntamenti, i richiami, le agende. Ascoltiamo i nostri pazienti nel momento in cui si rivolgono a noi per domande e difficoltà, o per un semplice controllo di routine. Garantiamo, insomma, che il percorso non si interrompa: il paziente sa che può contare su un centro sempre presente.”
Conclusioni Oltre il lavoro: il lato umano.
Ci sono momenti che rimangono impressi. Ricordiamo un paziente che, dopo anni di difficoltà, alla prima regolazione ha sorriso e con gli occhi ludici ci ha detto: “Non ricordavo più il cinguettio degli uccellini”. Non è solo una questione di tecnologia, di pratiche amministrative o esami strumentali. Il nostro lavoro è molto di più, è vita che ritorna, ed è in quei sorrisi, in quelle parole sincere che ritroviamo il senso del nostro lavoro, in cui la squadra riveste un ruolo essenziale.
La riabilitazione uditiva è questo quindi, un viaggio che si percorre insieme: paziente, audioprotesista e staff amministrativo. Ognuno con il proprio ruolo, tutti con lo stesso obiettivo: restituire suoni, voci ed emozioni.
Perché ascoltare non significa solo sentire: significa tornare a vivere pienamente.
Gaia Peviani
Responsabile Acustica Biellese Castellamonte
Elisa Guerrini
Audioprotesista Acustica Biellese
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