01/06/2025
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Non fatevi ingannare, genitori.
Questa domanda non parla di tecnologia.
Parla di identità.
Parla di appartenenza.
Parla di un bambino che si guarda intorno e si chiede:
“Se non ho ciò che hanno gli altri, valgo meno?”
Non stanno chiedendo un cellulare.
Stanno chiedendo conferme.
E noi, come adulti, abbiamo il dovere di rispondere con chiarezza, non con un no sbrigativo, non con un sì per stanchezza, ma con un atto di coraggio.
Perché diciamolo forte:
un bambino non ha bisogno di uno smartphone.
Ha bisogno di sbucciarsi le ginocchia,
di annoiarsi fino a inventarsi un gioco,
di imparare a tollerare i no,
di sentirsi parte non perché ha un oggetto,
ma perché è amato, visto, riconosciuto.
Quando cediamo solo per non sentirli lamentarsi,
quando confondiamo il “dargli tutto” con l’amarli,
stiamo tradendo proprio ciò che più vogliamo proteggere: la loro crescita.
Educare è reggere la frustrazione,
la loro e la nostra.
È dire:
“Ti voglio bene troppo per metterti in mano qualcosa che ti porterebbe via quello di cui hai davvero bisogno per crescere.”
Nessuno smartphone potrà mai insegnare a tuo figlio quanto vale.
Quello lo fai tu, ogni giorno,
con la tua presenza, il tuo sguardo, la tua fermezza.