02/07/2025
La indiscutibile questione Xylella che non vuole trovare soluzioni.
Indiscutibile non perché non ci sia niente da dire, ma perché quelli che hanno diritto di parola sono solo gli uffici ed le istituzioni che non accettano altre possibilitá e sono sordi ad ogni altra scoperta, vecchia o nuova che viene portata alla luce mentre si rasserenano da soli compiacendoci di far più di quello che l’Europa ci chiede.
Avremmo voluto non esprimerci in merito ad una questione cosi complessa ed intricata che di scientifico ha ben poco in quanto la scienza avanza per tentativi e se dopo oltre 10 anni continuiamo a procedere senza aver risolto nulla e allo stesso modo, anzi senza imparare dagli errori allora tanti dubbi vengono a galla.
Siamo convinti che i vari enti con potere decisionale hanno fatto il meglio possibile in questi anni ma dopo oltre un decennio vedendo che non funziona ne cuscinetto, ne tutto il resto quantomeno andavano esaminate tutte quelle proposte folli di gente che ha attuato soluzioni anche parziali o di recupero piuttosto che cercare in tutti i modi di sconfessarle solo per continuare indisturbati nella NON SOLUZIONE.
Altre regioni e nazioni hanno operato senza devastare tutto.
Convinti che siamo tutti degli ignoranti in termini di ecosistemi e soluzioni a pandemie, batteri, … come la natura costantemente ci insegna, bisognerebbe ammettere che è necessario un cambio di vedute ed un cambio nel modus operandi.
Riportando solo le parole di Ruggero Osler (ricercatore CNR presso l’Istituto di Patologia delle vegetale dell’Universita statale di Milano e visiting professor alla Universita della California (Barkeley), in precedenza professore ordinario di patologia vegetale dell’Università di Udine, esperto in strategie innovative di controllo delle malattie epidemiche delle piante e spalla di uno dei maggiori esperti mondiali di Xylella fastidiosa Alexander Purcell università della california dove hanno Xylella da decenni) nell ‘interessante testo “ Le piante immunizzate” che consigliamo a tutti:
“ Non si può dimenticare la grave malattia, nota come deperimento rapido dell’olivo, causata dal batterio Xylella fastidiosa che sta sconvolgendo l’olivicoltura in Puglia. Un esempio, questo, di quanto sia difficile o improbabile sconfiggere le malattie epidemiche ricorrendo alla lotta al vettore, alla pratica del roguing (distruzione delle piante infette con funzione di sorgenti di infezione) e all’uso di piante sicuramente sane dal patogeno (chiameremo scherzosamente ‘trittico’ questo approccio metodologico di difesa).
Secondo quanto emerge dagli studi, non risulta che malattie epidemiche siano state eradicate dopo il loro insediamento in un territorio. Si è dovuta, di fatto, accettare la formula garbatamente diplomatica della ‘convivenza’ con la malattia.”
Uno dei tanti illustri che sottolineano che stiamo sbagliando e che comunque ci suggerisce di guardare alle pratiche e a quanto possiamo fare per convivere senza che il batterio risulti letale.
La risposta è tanto ovvia quanto inascoltata: non bisogna e non si può combattere un nemico invisibile ovvero un batterio che di visibile ha solo il danno dopo, qualora sia lui il diretto responsabile, ma bisogna generare condizioni ecologiche percui il batterio non possa manifestare alcun danno. Studiare dunque le piante asintomatiche piuttosto che eradicarle (logica).
È chiaro che quando ci sono soldi, finanziamenti, associazioni, enti, politica, la scienza ha poco spazio ed infatti in questa atmosfera da stadio ci sono solo tifoserie e pochi che davvero si preoccupano di trovare soluzioni a loro spese e con il tempo a disposizione e sono gli stessi che vediamo ridicolizzati quando propongono e chiedono visite, confronti, … in quei campi dove totali o parziali soluzioni sono state evidenziate.
Abbiamo chiesto ad emeriti colleghi di aprire un dialogo con quelli che sono definiti ‘santoni’, ma ci siamo trovati di fronte ad un medioevo scientifico che etichetta ‘complottisti’ tutti quelli con visioni diverse. Una povertà intelletuale che non porta a soluzioni se non si è avidi di cercare altro. Un pò come le auto a petrolio. Nulla altro è possibile e chiunque trova altro non viene considerato salvo intervento dall’alto di grandi poteri politici o economici. Nel frattempo spiantiamo piante sane. Mandiamo a morte conoscenti dei malfattori perché potrebbero aver commesso qualcosa anche se abbiamo certezza della loro innocenza. Ragioniamo cosi nel quotidiano Xylella con una cattiveria da espianto che ricorda quel famoso metodo descritto nel libro ‘La banalità del male!’ Che spiega come le cariche di stato investite di potere diventino sorde al bene e alle esigenze di tutte solo perchè rivestite di potere e con ordine e mandato da dover far eseguire.
Siamo convinti della buona fede di tali cariche ma non ne comprendiamo l’operato considerato appunto l’espianto forzoso di piante sane.
Vigneti sani spiantati con uva sopra poco prima della raccolta con urgenza mentre a Bisceglie passano giorni lieti i 4 olivi trovati infetti e su quelli non c’era fretta di bloccar la diffusione. Ma poi cosa centra spiantare le piante sane, non riusciamo ancora a capirlo. (Sappiamo dell’espianto di oggi).
Abbiamo chiesto al Sindaco di Bisceglie e a vari politici di incontrarli per valutare altre possibilità ma le istituzioni seguono le istituzioni ed il territorio subisce. Non è nostra intenzione sostituirci a nessuno ente deputato a queste scelte ma il nostro contributo da sempre è quello di portare il settore agricolo ed in questo caso non solo, su soluzioni ignorate ad oggi o ritenute assurde che poi si rivelano molto più efficienti di quelle storicamente intraprese.
Il Prof. Pietro Perrino, ricercatore in pensione del CNR di Bari e direttore della banca genetica del CNR di Bari, ….dichiara in più occasioni, a gran voce e pubblicamente che è altro e non il batterio la causa dei disseccamenti e cosi si esprimono svariate ricerche nazionali e non. Ed invita Emiliano e co. ad altro.
Il Prof. Cristos Xyloiannis, prof all’Università della basilicata e grande esperto di equilibri ambientali e fisiologia delle piante collegati a fisiopatie e suscettibilità alle malattie, dichiara in più occasioni che le soluzioni sono nei fattori intorno che devono muoversi in direzione opposta a quelle attuali, dovendo andare a migliorare l’ambiente piuttosto che impoverirlo indebolendo le piante con arature, diserbi, …
E cosi il Prof. Scortichini e tanti altri ai quali viene attribuito solo un elenco di offese invece di accettare che si sta sbagliando attaccando il maggiordomo quando in realtà dovremmo operare su altro o quantomeno prendere le loro spiegazioni come base per una evoluzione del metodo risolutivo.
Stessa cosa riportano le 7000 pagine della polizia di stato redatte nei vari mesi di accumulo di dati, fatti, ricerche, …. Cose obsolete? Non direi visto che attaccano procedure, errori, … che hanno comunque condizionato il seguito. Qualcosa di giusto ci sarà su tante pagine.
Quel che non è chiaro in tutto questo scontro è il perchè si continua ad ignorare che Xylella avanza in barba a quanto fatto. Le evidenze dicono che se una cosa non funziona dopo 12 anni non funzionerà fra altri 24 anni e poichè non possiamo permetterci fra 20 anni di vivere nel deserto e neanche fra 3 anni come gruppo continueremo a cercare di migliorare adempimenti non risolutivi, chiederemo all’Assessore in carica di accelerare quella volontà di limitare l’espianto alle sole piante infette e non ai 50 m di raggio e premeremo sempre le autorità per valutare tutte quelle soluzioni anche parziali che unite ad altre possano arrestare questo male che è basato sulla presunzione di tanti di saperne di piu della natura tanto da credere che non troverà essa stessa la soluzione ai problemi che noi stiamo creando con le nostre tecniche, veleni, costrizioni e violazioni. Spingere ancora in questa direzione non è la nostra visione seppur dobbiamo rispettare il “dictat” imposto.
In ultimo sottolineiamo che varietà resistenti non esistono qualora l’ambiente generato e le pratiche sono favorevoli al manifestarsi della letalità di un qualcosa. Pertanto dissentiamo anche da tutta questa pubblicità alla resistenza e tolleranza che sottolineano ancora una volta che siamo fuori strada. La partita va giocata su altri campi che non sono quelli della patologia vegetale in se.
Ci spiace per tutte quelle autorità e colleghi che pensandola diversamente si sentiranno offese ma il mondo evolve grazie ai dubbi e non di certo a chi sapendo tutto non cambia mai punto di vista. La vita e l’agricoltura ci insegna ogni giorno a non essere mai certi e pertanto crediamo nella ricerca di soluzioni integrative ad oggi non considerate.
Siamo qui per trovare soluzioni che funzionano e non per dare ragione ad un amico o collega.
Buona fortuna alla Puglia tutta.