30/07/2024
La Palestina è arriva a Parigi con la delegazione più grande della propria storia. Parteciperanno otto atleti (a Tokyo erano cinque) nell’atletica, nel nuoto, nella boxe, nel judo, nel taekwondo e nel tiro. Grazie a un notevole sforzo diplomatico sette di loro parteciperanno in quanto invitati dal Cio (il Comitato Olimpico Internazionale), mentre un atleta, Omar Ismail, ha ottenuto sul campo la qualificazione nel taekwondo maschile.
L’esercito israeliano dal 7 ottobre ha ucciso almeno 350 atleti palestinesi, di cui 250 calciatori. Inoltre sono stati uccisi 69 atleti che hanno partecipato ai Giochi in edizioni passate o che hanno un ruolo diretto nelle squadre olimpiche, ad esempio come allenatori. Per chi è sopravvissuto resta comunque impossibile allenarsi: solo 4 dei 54 impianti sportivi della Striscia non sono stati distrutti dall’attacco israeliano, e solo uno dei dieci stadi di Gaza è ancora in piedi.
Per questo motivo il Ministro per gli affari esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese, Varsen Aghabekian, si è rivolto alla delegazione dicendo: «Non siete solo atleti, ma anche simboli della resistenza palestinese».
La maggior parte del gruppo che quest’anno ha preso parte ai Giochi non vive in Palestina, ma fa parte della diaspora: provengono da famiglie che sono state costrette ad emigrare all’estero per poter sopravvivere. Lì hanno avuto la possibilità di crescere sportivamente in luoghi con strutture adeguate per allenarsi, e senza la pressione del conflitto. Per loro le Olimpiadi sono un’occasione di mantenere alta l’attenzione sul proprio Paese di origine.
«Siamo tra i palestinesi più fortunati al mondo», ha dichiarato alla propria partenza Valerie Tarazi, che è nata in Illinois da una famiglia originaria di Gaza, e a Parigi gareggerà nei 200 metri misti di nuoto. «Abbiamo l’opportunità di competere, ma questo diritto è stato tolto ai nostri figli – spiega l’atleta – Il nuoto come abilità di sopravvivenza è ormai un lusso. Io mi sto preparando per Parigi e nel frattempo dai notiziari vedo persone che nuotano per prendere dei pacchi d’aiuti in mare. Io nuoto per competere, loro nuotano per sopravvivere».
Foto cover: Mohd Rasfan/Getty Images