Costellazioni Familiari Biosistemiche

Costellazioni Familiari Biosistemiche Il Dr. Marco Moretti, allievo di Bert Hellinger, è psicologo, counselor e psicoterapeuta.

Conduce seminari di Costellazioni Familiari dal 2002, utilizzando un approccio integrato corpo-mente-relazioni interpersonali.

LE RADICI DEL CRITICISMOAnna si ritrovava spesso a criticare il suo compagno. A volte per cose banali, altre volte con p...
22/09/2025

LE RADICI DEL CRITICISMO

Anna si ritrovava spesso a criticare il suo compagno. A volte per cose banali, altre volte con parole dure. Un giorno, dopo l’ennesima discussione, si chiese: “Ma perché continuo a farlo? Da dove viene questo criticismo?”.

Così ebbe inizio il suo viaggio interiore. Non solo per capire sé stessa, ma anche per cogliere cosa si muove, invisibile, tra due persone quando si innesca un giudizio.

Scoprì per prima cosa che la critica spesso nasce da un dolore non riconosciuto o, peggio ancora, da un'antica ferita o da un fallimento. Quando qualcuno ci ferisce, in noi sorge un bisogno di “pareggiare i conti”. È un impulso istintivo. Ma non sempre lo riconosciamo come tale. Così, invece di dire: “Mi hai fatto male e ho bisogno che tu lo riconosca”, esce un: “Sei sempre il solito egoista”.

La relazione allora comincia a risuonare come un’eco continuo di ferite non viste e di parole sarcastiche. Se nessuno si ferma, l'escalation dello scambio nel male prende il sopravvento.

Ma Anna vide anche un altro meccanismo: a volte criticava quando aveva dato tanto senza ricevere nulla in cambio. Aveva cucinato, ascoltato, pazientato e lui sembrava non accorgersene. “Allora la rabbia è una protesta per il mancato riconoscimento del mio dare?” si chiese.

Un giorno, dopo una serata in cui il compagno l’aveva sostenuta profondamente in un momento difficile, Anna si sentì stranamente inquieta. Nei giorni seguenti iniziò a trovare in lui ogni difetto, ogni pretesto per rimarcare qualcosa che non andava.

Allora Anna scopri un'altra verità: stava criticando proprio perché aveva ricevuto tanto… e non era riuscita a restituire. “È possibile che io stia svalutando ciò che ho ricevuto per non sentirmi in debito con lui?”, si chiese.

Sì, quando riceviamo e non restituiamo nasce una tensione interna: il peso del “non ricambiare”. E se non vogliamo o non possiamo ringraziare, restituire, onorare... allora la mente trova un’altra via: la critica. Svalutare l’altro riduce il suo valore e il valore di ciò che ci ha dato, così non ci sentiamo in obbligo, e il legame pian piano si spezza.

Nel sistema delle relazioni il dare e il ricevere cercano sempre un equilibrio. Quando si rompe, quando uno prende troppo o l’altro dà oltre misura, la relazione si squilibra. E la critica emerge come un grido di allarme.

Nel suo cammino, però, Anna cominciò a intravedere qualcosa di ancora più sottile. A volte non c’era né un torto né un debito. Eppure c'era tensione.

Fu allora che scoprì l’ordine: quella struttura invisibile che regge e guida le relazioni. Come in una famiglia dove i figli vengono dopo i genitori, o in una coppia dove ognuno ha il proprio posto e ruolo. Quando quest'ordine viene infranto, ad esempio, un figlio che si sente superiore alla madre, o un partner che si comporta come un genitore o come un figlio, anche senza torti apparenti, la relazione va in crisi. E la critica è lì presente come un sintomo che qualcuno non è al proprio posto.

Un giorno, tuttavia, accadde qualcos'altro ancora che la colpì profondamente. Fu lei a commettere un errore. Un gesto, una parola, che ferì il compagno. Eppure, invece di chiedere scusa, si ritrovò a criticarlo ancora di più. “Ma com’è possibile?”.

Anna si rese conto di una dinamica potente: chi fa del male spesso critica per non sentire la propria colpa. Sposta l’attenzione sull’altro, lo fa apparire sbagliato. È un modo per difendersi dal senso di colpa, o, più in profondità, per espiare attraverso il conflitto.

È come se, provocando l’altro, si cercasse inconsciamente una punizione. “Puniscimi, così pagherò per ciò che ti ho fatto.”

Ma quella non è una vera riparazione. È solo una colpa che chiede una punizione. Così Anna capì che ciò che guarisce davvero non è l’espiazione, ma l’agire riconciliante. Guardare l’altro negli occhi, e dire: “Sì, ti ho ferito. Voglio fare qualcosa per pareggiare. Come posso aiutarti?”. Un gesto semplice, misurato, che ristabilisce dignità a entrambi.

Col tempo, Anna imparò a riconoscere i tre grandi movimenti della coscienza nelle relazioni:

1. Il legame: la necessità di appartenere, di restare in connessione, di sentirsi al sicuro.
2. Lo scambio: l'equilibrio del dare e del ricevere.
3. L’ordine: che mantiene ognuno al proprio posto e nel proprio ruolo.

Anna si rese conto che ogni critica è un messaggio da riconoscere, non da agire. Un messaggio che può rivelare se c’è stato un danno, uno squilibrio, un disordine o una rottura del legame. E, invece di rispondere con eccessiva durezza, si può fare qualcosa di diverso: agire in modo proporzionato, con un gesto che ristabilisce armonia.

Dopo un lungo cammino, Anna imparò a sentire e riconoscere ogni volta cosa c’era sotto. A volte era dolore, altre volte era fatica. A volte era un suo bisogno ignorato, altre volte era solo una colpa che cercava redenzione.

Ogni volta che si sentiva spinta a giudicare, si fermava e si chiedeva:

“Sto reagendo ad una ferita o a un fallimento del passato?”.
“Sto accusando perché ho dato troppo? O troppo poco?”.
“Sto portando una colpa che non voglio sentire?".
“Qualcuno è fuori posto?”.

Ora sapeva che ogni volta che avrebbe voluto criticare c'era un messaggio per se stessa, dove spesso vi era celato un'importante bisogno di amore e di pace. E solo quando quel bisogno era stato riconosciuto, riusciva a trovare il modo giusto per realizzarlo.

Marco Moretti

16/09/2025
DOMENICA 14 SETTEMBRECOSTELLAZIONI FAMILIARI a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.Conduce il do...
27/08/2025

DOMENICA 14 SETTEMBRE
COSTELLAZIONI FAMILIARI
a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.
Conduce il dott. Marco Moretti (psicoterapeuta).
Per informazioni e iscrizioni telefonare al 348 7629347.

03/08/2025

I BAMBINI E LA MEMORIA INVISIBILE DELLA FAMIGLIA

Queste testimonianze rivelano come i bambini, con naturalezza disarmante, accedano a memorie familiari profonde di un campo di coscienza condiviso in cui l’amore, la memoria e il destino si intrecciano attraverso le generazioni. E ci invitano a riconoscere che ogni vita è parte di un disegno più grande.

“Quando mia nipote, la maggiore, era ancora molto piccola, disse a mia madre: ‘Perché Brandy tira la catena?’. Brandy era il nostro cane che era morto diversi mesi prima”. Fressy Jiménez

“Quando venne a mancare mia suocera, mio ​​marito era depresso e parlava a malapena. Un giorno, all’ora di pranzo, arrivò nostra figlia di 2 anni, si sedette sulle sue ginocchia e gli disse: ‘Papà, non essere triste perché nonna Lupita è in paradiso e ci sta guardando’“. Elizabeth Rojas

“Quando mio figlio è nato non ha pianto, mi ha sempre detto di non aver pianto perché era felice, perché doveva incontrare la sua mamma e che si annoiava molto nel grembo“. Adry Hernandez

“Mio figlio un giorno mi disse: ‘Mamma, hai mia sorella nella pancia’. Ridendo gli chiesi chi glielo avesse detto e lui rispose: ‘Mio nonno’. Per curiosità andai a comprare un test di gravidanza ed ero veramente incinta, poi scoprii che si trattava di una femmina, proprio come aveva detto mio figlio“. Priscilla Albayay

“Non ho foto esposte in casa mia e un giorno, mentre stavo guardando una foto di mio padre defunto, mia figlia di 3 anni, che non l’ha mai incontrato, si è avvicinata, ha guardato la foto e ha detto ‘Gli manchi tanto’“. Cecilia Pena

“Un giorno mio figlio, che aveva 4 anni, divenne improvvisamente molto triste. Gli chiesi cosa ci fosse che non andava e lui mi rispose: ‘Mi manca molto il mio nonnino, il papà di tuo papà che è in paradiso’. Mio nonno morì 7 anni prima della nascita di mio figlio. A proposito, mio ​​figlio è nato il 22 novembre, la stessa data in cui è morto mio nonno“. Fernanda Pastrana

“Mio figlio minore mi raccontò che suo padre veniva a trovarlo nei fine settimana, ma ciò che mi soprese di più fu quando mi disse esattamente il cibo preferito di suo padre, che lui non ha mai incontrato e nessuno a quel tempo gli aveva detto che non era più con noi“. Aurora Alvarado

“Un giorno la mia bambina di tre anni mi disse di lasciarle mangiare il gelato, perché suo nonno le aveva detto che se non l’avessi fatto mi avrebbe punita, e io le chiesi: ‘Quale nonno?’. Lei mi portò la foto di mio padre che era venuto a mancare anni prima“. Yuli CC

“Una delle ultime cose che mi ha detto mia figlia minore è che lei e mia nipote di 8 mesi, ovvero la figlia di una delle sue sorelle maggiori, erano migliori amiche in paradiso e che è stato concesso loro di nascere nella stessa famiglia per stare insieme. La connessione tra le due è inspiegabile“. Daniela Rodríguez

“Quando ero incinta di mia figlia non riuscivo a decidere come chiamarla. Una notte, mentre dormivo, la sognai che mi diceva: ‘Voglio chiamarmi Barbara’. Quando mi svegliai, ricordando il sogno, appoggiai le mani sulla pancia e le dissi: ‘Scusa, non mi piace quel nome’. Quando aveva 3 anni, eravamo in cucina ed io le davo le spalle, ad un certo punto mi chiese: ‘Mamma, perché non mi hai chiamato Barbara?’. Mi voltai sorpresa e le chiesi perché mi stesse facendo quella domanda, e lei rispose: ‘Perché mi piace quel nome’. Non le avevo mai raccontato del sogno“. Zaida Rodriguez

“Quando mia figlia aveva 3 anni, ogni tanto, quando camminavamo per qualche strada diceva: ‘Guarda, queste strade sono le stesse di quelle del Guatemala’. Un giorno, in un negozio, disse: ‘Questo negozio è uguale a quelli del Guatemala’. Noi siamo originari di El Salvador, viviamo da anni negli Stati Uniti e non siamo mai stati in Guatemala“. Nelly Romero

“Da quando aveva solamente 2 anni mio figlio minore diceva che la ‘torre’ (un’antenna telefonica) assomigliava alla torre dei cinesi cattivi che lui ricordava, non gli piaceva guardarla, inoltre, affermava sempre di essere morto in un incidente e diceva: ‘Mi manca molto il mio nonno José’. José era mio nonno e morì quando avevo 9 anni. Chiesi a mio figlio se lo conoscesse e lui mi rispose affermativamente. Non trovando nessuna foto del nonno, cercai su internet un’immagine del berretto che indossava sempre e, una volta trovata, mostrai quel berretto e molti altri a mio figlio e lui, tra i vari modelli, mi indicò esattamente quello che metteva mio nonno“. Jennifer Campos Cariqueo

“Una volta, passeggiando vicino al cimitero, mio figlio, che aveva appena compiuto quattro anni, cominciò a ridere e a dirmi che gli avevo mentito, che sua nonna (mia mamma) non era morta, non era in paradiso e nemmeno al cimitero. Così gli chiesi dove fosse, ma lui continuava a ridere e a darmi della bugiarda. La nonna era morta mesi prima e lei e mio figlio avevano un bellissimo rapporto, anche se aveva l’Alzheimer ad uno stadio molto avanzato. Non mi ha mai detto dove fosse sua nonna, ma era molto contento che gli ‘avessi mentito’“. Nati Quidi

“L’altro giorno stavo cambiando il pannolino di mio nipote di 3 anni. Ad un certo punto, lui ha guardato in un altro punto della stanza e mi ha detto: ‘Cosa sta facendo nonno Pietro?’. Ero scioccata, perché non ha mai conosciuto mio nonno. Mia sorella è rimasta incinta mesi dopo la morte di nostro nonno. In casa non ci sono foto e non tocchiamo mai l’argomento“. Cindy Rodriguez Nazar

“Avevo un cane piuttosto anziano e, un giorno, quando mia nipote aveva 6 anni mi disse: ‘Nonna, questo cane morirà stanotte”. Le dissi: ‘Non dire così, tesoro’, ma lei disse di nuovo: ‘Questo cane morirà stanotte’. Il mio cane morì proprio quella notte“. Julia Zamora Torrado

“Mi sono ricordata che mio figlio maggiore, da quando aveva circa 2 anni, mi diceva sempre che aveva un’altra famiglia che era giapponese, poi si sedeva su un cuscino con le gambe incrociate e imitava il modo in cui parlano i giapponesi. Ancora oggi, a 38 anni, è un fan di quella cultura. Aveva anche un amico immaginario di nome Felipe; un giorno, frugando tra vecchi documenti, ne trovammo uno che riportava il nome del bisnonno di mio marito, si chiamava Felipe“. Maria Caro

“Mia madre morì a mezzogiorno a casa sua, io ero con lei a due chilometri di distanza dalla mia, dove in quel momento c’erano i miei figli di 12, 11 e 9 anni. Quel pomeriggio, quando tornai a casa, appena entrai i miei tre figli mi dissero che nonna Ana era andata a trovarli. Mi dissero che erano in strada a pattinare e che la nonna li aveva presi per mano e aveva detto loro: ‘Andate a casa’. Quando chiesi a che ora fosse successo, mi dissero poco prima di pranzo. Non sapevano ancora che mia madre era morta, soprattutto a mezzogiorno. Non li chiamai per dirglielo, poiché la amavano molto e volevo farlo di persona. Quando dissi loro che la nonna era mancata proprio a quell’ora non riuscivano a crederci e ancora oggi, che hanno 45, 44 e 42 anni, ricordano perfettamente il momento in cui nonna Ana andò a trovarli e disse loro di andare a casa“. Victoria Bonilla Aedo

“Mia figlia aveva quattro anni e un giorno disse a mia moglie: ‘Mamma, i miei fratellini che sono morti, il bambino e la bambina, mi hanno mandato per prendermi cura di te!’. Nessuno le aveva mai detto che avevamo perso due bambini, mia moglie iniziò a piangere e l’abbracciò“. Pedro Guerra

DOMENICA 15 GIUGNOCOSTELLAZIONI FAMILIARI a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.Conduce il dott....
04/06/2025

DOMENICA 15 GIUGNO
COSTELLAZIONI FAMILIARI
a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.
Conduce il dott. Marco Moretti (psicoterapeuta).
Per informazioni e iscrizioni telefonare al 348 7629347.

L'ENTANGLEMENT DELL'ANIMAConferenza dibattito su Fisica Quantistica e Psicosintesicon Marco Moretti e Lucia Albanesidel ...
19/05/2025

L'ENTANGLEMENT DELL'ANIMA
Conferenza dibattito su Fisica Quantistica e Psicosintesi
con Marco Moretti e Lucia Albanesi
del 16 maggio al Centro di Psicosintesi di Bologna

Conferenza dibattito con Marco Moretti e Lucia Albanesi del 16 maggio 2025 al Centro di Psicosintesi di Bologna. Evento organizzato in collaborazione tra il ...

SABATO 10 MAGGIOCOSTELLAZIONI FAMILIARI a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.Conduce il dott. M...
29/04/2025

SABATO 10 MAGGIO
COSTELLAZIONI FAMILIARI
a Montegrotto (Padova) presso la scuola parentale Primo Fiore.
Conduce il dott. Marco Moretti (psicoterapeuta).
Per informazioni e iscrizioni telefonare al 348 7629347.

Venerdì 16 maggio ore 20.30L’ENTANGLEMENT DELL’ANIMAdibattito su Psicosintesi e Fisica Quantistica con Marco Moretti e L...
23/04/2025

Venerdì 16 maggio ore 20.30
L’ENTANGLEMENT DELL’ANIMA
dibattito su Psicosintesi e Fisica Quantistica con Marco Moretti e Lucia Albanesi.

Presso la sede del Centro di Psicosintesi di Bologna in via san Gervasio 4 e online su Zoom.

Posti a sedere limitati, ingresso gratuito su prenotazione: 328 839 8004

Per il link di collegamento scrivere a bologna@psicosintesi.it

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14/04/2025

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27/03/2025

SABATO 12 APRILE
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Prossimi seminari di Costellazioni Familiari a Bologna:• Domenica 25 maggio. Al com0leto per costellare, ci si può aggiu...
26/02/2025

Prossimi seminari di Costellazioni Familiari a Bologna:

• Domenica 25 maggio. Al com0leto per costellare, ci si può aggiungere per partecipare.

• Domenica 8 giugno. Ancora 5 posti liberi per costellare.

Per informazioni e iscrizioni telefonare al 348 762 9347

Indirizzo

Centro Di Psicosintesi, Via San Gervasio 4
Bologna
40121

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 19:00
Domenica 09:00 - 19:00

Telefono

+393487629347

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