
14/07/2025
Rientrata dal seminario estivo a Caprese Michelangelo; molti doni, ne raccolgo uno: quando smettiamo di rapportarci all'esistenza con un continuo chiedere?
Mi sono ricordata di questa lettura:
"Perché le cose dovrebbero andare in modo diverso da come vanno?
Cos'è questo sogno di un mondo senza morte, senza malattia, senza vecchiaia, senza nascita, senza incidenti, senza disordine, senza invenzioni, senza novità, senza sparizioni, senza sorpresa, senza errore, senza sofferenza, dove tutto si sviluppa esattamente secondo i nostri desideri?
Non è il mondo reale ma il desiderio a non essere ragionevole.
Quando diventeremo adulti?
L'errore consisterebbe nel credere che «siamo» questa persona che vediamo nello specchio, che siamo un'immagine, o anche che potrebbero esserci immagini o rappresentazioni di noi stessi, mentre «siamo» la nostre esperienza, questo flusso indescrivibile. O piuttosto «c'è» la nostra esperienza, c'è l'istante e nient'altro.
Rinuncia continuamente alla tua identità. Non sei né un uomo, né una donna, né un bambino, né un vecchietto, né un francese, né un americano, né il rappresentante di alcuna nazionalità, né un ebreo, né un cristiano, né un buddhista, né una buona persona, né il membro di qualsiasi categoria, né chicchessia che dovrebbe somigliare al tale o al talaltro.
Esiste questa sensazione, quest'altra sensazione, poi ancora un'altra, e non sei né l'una né l'altra, né la seguente né la loro successione.
Lo spazio dove nascono i pensieri non ha viso. La luce della coscienza è impersonale.
Torna alla terra, al contatto con il suolo.
Dove sei? Sei qui. Chi sei? Sei qui. Qui. ...
Siamo estranei a noi stessi come alla nostra vita.
Siamo una persona qualunque gettata in un luogo qualsiasi.
Non siamo nemmeno «qualcuno».
Siamo una sensibilità anonima, carne viva esposta a una rapsodia di stranezze.
E siamo così, proprio come siamo."
(P. Levy, Le feu liberateur)
🙏Antonio Nuzzo - Advaita Yoga Sangha (Roma)