Studio Dentistico Dott.ssa Patrizia Pirro

Studio Dentistico Dott.ssa Patrizia Pirro Dott.ssa Patrizia Pirro. Prenota un appuntamento nello studio piú vicino a te. La dottoressa é presente sia a Bologna che a Pesaro

Indirizzi e Orari di Apertura per gli studi di Bologna e Pesaro disponibili al seguente indirizzo

http://www.dentistachirurgo.it/find-us.html


Laureata in medicina e chirurgia all'Università di Bologna nel 1987, consegue la specializzazione in Odontostomatologia nel 1991 collaborando, nel contempo, presso diversi studi odontoiatrici. Nei due anni successivi apre gli studi di Pesaro (Via Fratti,

121 ) e Bologna (prima in via Valdossola, poi in Viale Masini, 48) dove attualmente esercita la professione di odontoiatra. Corsi di specializzazione biennale in protesi dentaria, parodontologia ed implantologia, sotto la guida dei professori Wennström e J. Lindhe dell'università di Goteborg. Corsi di perfezionamento biennali in tecniche di chirurgia ed implantologia avanzata a Roma, tenuti dai Dott.ri Bruschi e Scipioni

Già!
15/07/2025

Già!

Buongiorno con questa spettacolare vista aerea di Portofino, Liguria ❤️
Good morning everyone

Già
19/03/2025

Già

11/02/2025

Già!

Già!
11/02/2025

Già!

Firenze - Arno, Ponte Vecchio ❤️
Buongiorno a tutti
Good morning everyone

Ph:

11/02/2025

Già!

Già!
13/12/2024

Già!

Eh già.

Già!
03/12/2024

Già!

“Questa sono io mentre stavo tornando a casa da un provino per King Kong dove mi era stato detto che ero troppo br**ta per la parte. Un momento cruciale per me. Un parere del genere avrebbe potuto far deragliare il mio sogno di diventare un'attrice oppure costringermi a tirarmi su le maniche e a credere ancora di più in me stessa. Ho fatto un respiro profondo e ho detto "Mi dispiace che tu pensi che io sia troppo br**ta per il tuo film ma sei solo un parere in un mare di altri migliaia di pareri e io ne vado a cercare un altro: oggi conto 18 nomination agli Oscar.”

Meryl Streep

Già!
03/12/2024

Già!

L’avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che coprisse come si deve. Uno sguardo di ammonizione, una regola ripetuta, e un comando che pesava come catene invisibili.
Ma invece di abbassare lo sguardo, di ti**re quel velo come le avevano detto, si toglie il velo. Poi la giacca, la camicia. Strato dopo strato, libera la pelle, si scrolla di dosso le catene.
Nel cuore pulsante di Teheran, nel cortile dell’università, rimane in biancheria intima, ma rivestita di un coraggio e una dignità che superano ogni stoffa.
Gli sguardi si accalcano su di lei: alcuni pesanti, di giudizio; altri increduli, come se stessero respirando libertà per la prima volta. Lei è una nota stonata in un coro di silenzi, un punto esclamativo in un libro di regole immutabili.
La terra sotto i suoi piedi è sempre la stessa, ma il cielo sembra abbassarsi per accoglierla. Si domanda se il vento senta il peso di tutte le parole che non si sono mai osate.
Gli occhi degli altri si posano come pietre sul suo corpo, mentre le voci si sussurrano contro di lei, tempeste di giudizi. Ma nel suo silenzio c’è un grido che sfida il mondo.
Arrivano per spegnere la sua fiamma, ricoperti di divise che trasudano conformità. La afferrano con forza, la trascinano via, mentre lei resta muta, forte come una roccia. La portano in un luogo dove sperano di spezzarla, di soffocare quel fuoco indomabile. La trasferiscono in un ospedale psichiatrico, dove tentano di etichettare come “follia” il suo desiderio di libertà. Ma non capiscono che le idee non si possono ammanettare, né chiudere in una stanza bianca.
Donna. Libera. Rivoluzione che cammina a piedi nudi sul selciato della storia.
Il suo corpo è un manifesto, la sua pelle è inchiostro vivo, e oggi ha scritto una nuova pagina di libertà.
Nel dipartimento rimane il suo ricordo, un’ombra luminosa, un’equazione irrisolta sul muro. Perché spogliarsi dei simboli imposti è l’unico modo per rivestirsi di infinito.
PS: La ragazza si chiama Ahou Daryaei, studia letteratura francese all’Università di Oloom Tahghighat, in Iran.
Un eroe di cui avevamo bisogno!

"Maurizio Stefanelli"

26/10/2024

Già!! Grandi!!

Già! bellissimo !!
15/09/2024

Già! bellissimo !!

La Loggia di Davide di Palazzo Te - ❤️

Il palazzo fu commissionato da Federico II a Giulio Romano, che lo realizzò tra il 1525 e il 1535.
La loggia è uno spazio di raccordo tra gli appartamenti, il cortile d'onore e il Giardino dell'Esedra

Già!!
15/09/2024

Già!!

C'è un momento in cui la storia della famiglia si spezza, quando le età si mescolano e l'ordine naturale delle cose si confonde: è il momento in cui il figlio diventa genitore del suo genitore.

È quando il genitore inizia a muoversi come se fosse avvolto nella nebbia. I suoi movimenti sono lenti, incerti. È quel momento in cui chi ti teneva saldo per mano da bambino non vuole più rimanere solo. È quando colui che era solido come una roccia e imbattibile, ora si stanca solo per alzarsi dalla sedia.

Il genitore che un tempo era autoritario e deciso, ora sospira e fatica a trovare la porta o la finestra della stanza. Ogni corridoio sembra diventare un percorso interminabile. Colui che una volta era attivo e impegnato, ora fatica a vestirsi da solo e si dimentica di prendere le sue medicine.

E noi, come figli, dobbiamo accettare che siamo diventati i custodi della loro vita. Quella vita che ci ha dato la nostra esistenza ora dipende da noi per potersi concludere in serenità.

Ogni figlio, in un certo senso, diventa il padre della morte del proprio genitore. Forse la vecchiaia dei nostri genitori è come un'ultima gravidanza, l'ultima lezione di vita.

Non possiamo lasciarli soli nemmeno per un istante.

Le nostre braccia diventeranno come corrimano per guidarli. Invecchiare significa appoggiarsi agli oggetti per camminare, significa affrontare anche le scale con timore. Ci troveremo a sentirci estranei nella nostra stessa casa, osservando ogni dettaglio con ansia, preoccupazione e una crescente incertezza.

Diventeremo architetti, designer e ingegneri del quotidiano, frustrati dalla consapevolezza di non aver previsto tutto. Come potevamo sapere che i nostri genitori avrebbero avuto bisogno di noi in questo modo? Ci lamenteremo dei divani, delle scale a chiocciola, delle statue che sembravano solo decorazioni. Rimpiangeremo ogni ostacolo e ogni tappeto che potrebbe farli inciampare.

Fortunato è quel figlio che diventa il genitore del suo genitore e prima della sua morte, mentre è sfortunato chi compare solo al funerale, incapace di dirgli addio giorno dopo giorno.

Indirizzo

Bologna
40126

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 09:00 - 14:00
Mercoledì 09:00 - 14:00

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