
15/05/2025
Una riflessione sulla noia e sull’importanza del tempo vuoto
Abbiamo un brutto rapporto con la noia, eppure è un’emozione che ci permetterebbe tanto, se imparassimo a conviverci. Una convivenza scomoda, certo, ma il cui contatto ci è necessario per creare.
La creatività è un motore che si allena con la capacità di stare nel vuoto che non ci affrettiamo a riempire. Ma stare nel vuoto, stare fermi, per molti significa stare scomodi: questo perché ci siamo abituati alla fretta della corsa e non al passo lento del cammino, che invece serve ad entrare in sintonia con quello che accade dentro piuttosto che fuori, e quindi anche a centrare cos’è che vogliamo davvero.
Vale nell’arte così come nel lavoro: non ci prendiamo cura del nostro essere disorientati perché ci hanno in qualche modo insegnato che per fare bene bisogna fare presto. Invece credo che abbiamo bisogno di riportare il focus sulla lentezza, sul farsi domande, sul trovare un posto nel quale sostare e re-imparare a respirare.
Come possiamo essere in sintonia con i desideri se siamo sempre chiamati a rispondere di un bisogno?
Il desiderio si muove su altri sentieri, quelli dell’osservazione, del silenzio e delle pause. Il bisogno nasce da un movimento urgente. Ma se è sempre tutto urgente, come facciamo a capire cos’è che è importante?
Dovremmo tutti ritagliarci un momento di fermo, per mettere a fuoco nel mirino il significato di ciò che accade, dentro e fuori di noi, per imparare davvero com’è che si fa a guardare. Per vederci davvero, e per vedere davvero l’altro.
Quante volte riesci a fermarti per darti ascolto?